Didattica dell’Italiano di Gennaro Tedesco
Mi sembra utile e opportuno partire dall’immaginario collettivo o , se si vuole dalla cultura di partenza dell’alunno per cercare di capire meglio quali possono essere i punti di partenza e di leva , ai quali far riferimento per impostare un nuovo discorso curriculare di italiano , ammesso che si possa parlare ancora di discipline e di curricoli strettamente disciplinari .
Va evidenziato il valore fondante dell’approccio comunicativo, laboratoriale , interattivo contestualizzante e motivante dell’apprendimento dell’italiano , tenendo presente il già formato e attivo patrimonio culturale del soggetto d’apprendimento .
E allora proviamo a trarne qualche prima conseguenza e a immaginare qualche scenario possibile in una classe del primo ciclo , primaria o secondaria di primo grado (a questo stadio del nostro discorso è del tutto irrilevante a quale dei due segmenti del primo ciclo ci riferiamo )
I “meccanismi” mentali e culturali dei ragazzi e degli adolescenti , con qualche diversità di maggiore o minore consapevolezza , non riescono più a concepire differenziazioni nette tra le discipline , concetto del resto moderno che di per se stesso sta a indicare una volontà epistemologica di ordine lineare universale. I nostri allievi posseggono ormai dei loro codici , dei loro linguaggi , dei loro mondi immaginativi e fantastici che non corrispondono più né all’ordine fiscale e gutenberghiano delle discipline né all’ordine sintattico dell’insegnamento dell’italiano da parte dei nostri docenti.
I nostri alunni possono avvicinarsi all’italiano ormai solo in una dimensione transdisciplinare , che ovviamente non vuol dire abbandonare l’insegnamento di italiano, termine da evitare accuratamente perché implicante una dose eccessiva di dirigismo cognitivo che , rivolto anche a degli alunni del primo ciclo , rischierebbe di farceli perdere per strada .
L’apprendimento dell’italiano diverrebbe appetibile nella misura in cui rinunciasse a porsi come egemonico , invasivo , pervasivo totalizzante e specialistico .
In questo nuovo approccio un ambiente di apprendimento cooperativo , collaborativo centrato su un argomento interdisciplinare e non lineare , un romanzo d’avventura ., ad esempio , potrebbe rivelarsi un utile momento di approfondimento anche e soprattutto della lingua italiana .
Gli allievi scoprirebbero da se stessi , posti dinanzi all’esigenza di interagire con i loro pari , la necessità di comunicare , a partire dai loro reali bisogni , con la lingua materna in modi e forme che li porrebbero in condizione di divenire consapevoli , opportunamente guidati dai docenti , delle strutture e dei livelli profondi che comporta la padronanza della lingua italiana .
La lingua italiana, in un ambiente di apprendimento laboratoriale e collaborativo , diverrebbe la lingua e strumento di lavoro dell’intera comunità cooperativa indirizzata a un preciso obbiettivo di lavoro , concretizzabile in un manufatto chiaramente visibile e distinguibile .
L’italiano perderebbe la sua dimensione specialistica separatistica , asettica e artificiale che lo fa apparire incomprensibile e disagevole , per non dire , repellente a intere generazioni di allievi .
Più esso si despecializza e più diverrebbe attraente e interessante perché agganciato a un contesto olistico e globale e anche per questo , oltre che per il suo aspetto utilitaristico e lavorativo , più consono ad inserirsi nella lunghezza d’onda dei nostri allievi , le cui antenne informatiche sembrano essere più sollecite e reattive alle Sirene non lineari dell’apprendimento ipertestuale.che agli specialismi ipergrammaticalistici e ipersintatticistici , ancora dominanti e imperanti in gran parte delle nostre aule scolastiche .
Allora la grammatica e la sintassi diverrebbero meno lontane e inaccessibili ai nostri ragazzi perché contestualizzate e soprattutto sgorganti da necessità naturali e strumentali ben avvertibili e soprattutto facilmente assimilabili perché riconducibili a strutture naturalmente profonde del loro essere nel mondo , in questo mondo e in questo momento .
Ma esiste una Scuola , un corpo docente e soprattutto un’opinione pubblica capace e pronta a raccogliere tale inusitata e radicale sfida in un Paese , attualmente, completamente e pervicacemente chiuso in una rincorsa a ritroso nel suo passato?