IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Dal Poemetto: “Memorie di Sicilia”. Liriche – Parte sesta

Carretto siciliano

carretto siciliano (fonte: wikipedia)

di Vincenzo Fiaschitello 

Si stacca dal molo

Si stacca dal molo

la barca del mio silenzio

e io resto solo,

solo con la mia pena

come l’acqua che s’ingorga

e più non scorre via.

Tutto l’orgoglio di una vita

sprofonda nell’onda del niente

ora che il canapo è ridotto

al filamento e quasi rotto.

Sarà lungo il viaggio

che intraprendo di onda

in onda, a te lasciai la rosa

che per molte sere brillò

al chiaro lume della luna

sul davanzale della tua finestra

Va scolorendosi il mio tempo passato

 A voi, amici di un tempo,

che scalate il monte per impervio

cammino, ancora per poco a me

ignoto, vorrei narrare, imbellettandolo

alquanto, il mio quotidiano vivere.

Ma poi mi chiedo se vi potrà interessare

sapere che tutto resta uguale nel perpetuo

mutamento, che c’è gioia e tormento,

amori e odi, speranze e delusioni,

un tutto frammisto, a metà o poco oltre

per un piatto e per l’altro della bilancia.

E mentre la vita è l’istante che fugge

in un sol colpo senza pause né sconti,

va scolorendosi il mio tempo passato,

la gioia della siderea infanzia

e l’inquietudine dell’acerba adolescenza

tra incontri e perdite, tra falso divenire

e apparente comprensione del senso

di un muto universo.

Appresi a muovermi con circospezione:

come soldato in perlustrazione o come

spia, pronta a cogliere ogni utile

informazione? Né l’uno né l’altro,

ma timido e oscuro sognatore col pensiero

fisso ai cieli azzurri e agli orizzonti marini,

dove il lontano si perde nell’infinito.

Il ponte sullo stretto di Messina

Così vivo è il suono

della lontana memoria

che incide e sfalda uno squillante

presente presuntuoso fino al silenzio.

E forse non è male

poiché la tua età è come un filo

elastico teso all’estremo, pronto

allo scatto brusco che brucia,

consumandoti nel tuo fragile

essere senza avvenire.

Oh, quel ponte sullo stretto

tante volte sognato, destinato

a restare una ferita sanguinante,

mai cicatrizzata!

Acqua marina

Acqua marina scintilli

al sole d’agosto

e di notte fai da specchio

alla vanitosa luna.

Incorreggibile mutevolezza:

ora culli la barca di innamorati,

ora sollevi onde, scavi

mulinelli e inghiotti quel che vuoi.

Indifferente guardi i monti

lontani, arsi dal fuoco

della mano assassina dell’uomo?

Forse no, sogni un cielo

lampeggiante, un vento

prepotente che t’alzi diluviante

a spegnere in un istante i sinistri

bagliori roventi. E l’uomo

non ha scelta tra fuoco e acqua!

Non colsi il tuo ultimo respiro

Corre il filo dell’orizzonte nel rosso

del tramonto inquieto e sanguinante

e turba l’anima sommersa 

tra pensieri e pensieri. Lascia

che emerga da quel mare mosso quell’unico

pensiero di eternità che vale a scacciare

ogni male, a recidere ottusi

sogni inutili, a riscattare

le povere semplici cose della nostra vita

di ogni giorno, come il grido del pescivendolo

che un tempo per le vie del paese vantava

la sua merce al sordo scoppiettante

rombo di una motoretta. Vedo il tuo sorriso,

i tuoi occhi: ancora oggi sento la spina

che mi trafigge il cuore

perché non colsi il tuo ultimo respiro.

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