Dal Museo Castromediano al mondo: il dialogo universale di Kosmos ed Elpìs.
Nel silenzio dell’ingresso del Museo Castromediano di Lecce, sotto un cielo che sembra vegliare sulle loro forme, Kosmos ed Elpìs si incontrano e iniziano a parlare. Non con parole, ma con i loro colori, la loro materia e la loro presenza. Questi due universi, creati da Stefano Conticelli e Costas Varotsos, si fanno simboli di qualcosa di più grande: il blu profondo dell’infinito e il rosso vivo della speranza si intrecciano per raccontare la condizione umana e il bisogno di rigenerazione.
Kosmos: la voce del cosmo
Kosmos sembra parlare per primo, con il suo blu intenso richiama l’immensità dell’universo. La sfera perfetta, con la sua luce calma e accogliente, è un abbraccio simbolico: il cosmo non è freddo o distante, ma vivo, ciclico, unificato. Il colore blu è il suo linguaggio, evocando il silenzio e il mistero del cielo, ma anche l’introspezione e la pace interiore.
La sua forma rotonda non ha angoli, non ha fine: invita chi osserva a immergersi in una contemplazione senza confini, a pensare al mondo non solo come una “materia” che abitiamo, ma come una casa comune, fragile e preziosa. Kosmos, così, non è solo una scultura, ma un richiamo all’armonia, alla connessione tra noi e l’universo.
Elpìs: il fuoco che non si spegne
Risponde Elpìs, slanciandosi verso l’alto, con il suo scarlatto vibrante incarna il fuoco della speranza, l’azione, la tensione verso qualcosa di più grande. Il rosso è il suo messaggio: è passione, energia, vita. È la fiamma che brucia nelle viscere dell’umanità, il calore che ci spinge a rialzarci, a credere, a costruire.
Il rosso di Elpìs non è soltanto un colore, ma un grido visivo, un segno che si radica nel suo mito greco, dove la Speranza non abbandona l’umanità nemmeno nei momenti più bui. La sua struttura verticale sfida la staticità, proiettandosi verso l’alto, verso un futuro che possiamo ancora immaginare e costruire.
Un dialogo simbolico: il mondo tra infinito e speranza
KOSMOS: “Osserva il mio silenzio: sono il cosmo che tutto racchiude, dove ogni cosa trova il suo ordine.”
ELPÌS: “E senti il mio calore: sono la fiamma del cambiamento, il cuore che non si arrende.”
Kosmos ed Elpìs intrecciano un dialogo potente, universale e partecipativo di rara intensità.
Il blu e il rosso non sono solo colori. Essi sono forze che si oppongono, si completano e si attraggono: il primo richiama la quiete dell’universo, il secondo la forza ardente della speranza. La sfera e la fiamma, invece, rappresentano due dimensioni della nostra esistenza: l’eterno e il dinamico, l’armonia cosmica e la lotta per la salvezza.
Questo dialogo trova una risonanza amplificata nel contesto del Museo Castromediano, dove le due opere si radicano in uno spazio che abbraccia l’antico e il sempre rinnovato linguaggio dell’arte contemporanea. La corte aperta al cielo non è solo uno spazio fisico, ma un luogo simbolico di riflessione: un invito a pensare al nostro rapporto con il pianeta, alla necessità di cura e solidarietà in un mondo che ci chiede, sempre più urgentemente, di cambiare.
Un messaggio per il mondo
Le opere di Conticelli e Varotsos incarnano una visione della contemporaneità che non lascia spazio all’indifferenza. In un tempo segnato da distrazioni e incertezze, Kosmos ci invita a riscoprire il legame con l’universo e con la “materia viva” che ci ospita, mentre Elpìs ci ricorda quanto la speranza sia forza trainante che deve essere alimentata, anche e soprattutto nei momenti più difficili.
In questo senso, il loro dialogo è anche un augurio: un messaggio che va oltre il Natale e si rivolge al mondo intero. È un richiamo a un nuovo umanesimo, fondato sulla responsabilità condivisa e sul valore della solidarietà. Le due opere non ci offrono risposte definitive, ma ci invitano a cercarle, a dialogare con il nostro tempo e a non perdere mai la capacità di immaginare un futuro diverso.
Conclusione: una riflessione sull’esistenza e sull’arte
Kosmos ed Elpìs non sono semplicemente opere da osservare: sono esperienze da vivere e meditare.
Il blu cosmico di Kosmos ci accoglie, ricordandoci che l’universo non è solo immensità distante, ma anche calore che ci unisce in un abbraccio universale. Il rosso ardente di Elpìs ci spinge invece a reagire, a sentire il fuoco della speranza che arde dentro di noi, una forza inarrestabile che sfida le difficoltà e illumina il cammino.
Queste due opere si incontrano nel cuore del Museo Castromediano, un luogo che diventa metafora del nostro viaggio esistenziale: sospesi tra il desiderio di capire l’infinito e il bisogno di trovare un significato qui e ora. Conticelli e Varotsos non ci danno risposte definitive, ma ci invitano a cercarle. Ci ricordano che, nel dialogo tra contemplazione e azione, tra l’immensità del cosmo e la profondità delle nostre viscere, possiamo trovare un equilibrio che dà senso alla nostra esistenza.
Antonella Buttazzo