Cosa significa l’eternità per gli animali?
Cosa significa l’eternità per gli animali? Esiste una specie che non invecchia mai, che non muore mai, che vive per sempre? La risposta è sì, e si chiama Turritopsis dohrnii, una medusa capace di rigenerarsi all’infinito. Questa incredibile creatura marina è stata scoperta nel 1988 da un biologo tedesco, Christian Sommer, che la trovò nel Mar Tirreno. Sommer si accorse che la medusa, dopo aver raggiunto la maturità sessuale, era in grado di tornare allo stadio di polipo, una sorta di larva che si attacca al fondo del mare e produce nuove meduse. In questo modo, la Turritopsis dohrnii poteva sfuggire alla morte naturale e ricominciare il suo ciclo vitale da capo.
La Turritopsis dohrnii è l’unico animale conosciuto che possiede questa straordinaria capacità di immortalità biologica. Tuttavia, ci sono altre specie animali che sfidano i limiti della longevità e che vivono molto più a lungo di quanto ci si aspetterebbe. Ad esempio, la tartaruga gigante delle Galapagos può vivere fino a 200 anni, il pesce rosso può raggiungere i 43 anni, il coccodrillo marino può superare i 70 anni e il corvo imperiale può arrivare a 80 anni. Questi animali hanno sviluppato dei meccanismi di resistenza allo stress ambientale, alla malattia e al predatore che li rendono più longevi.
Ma perché alcuni animali vivono più a lungo di altri? Quali sono i fattori che determinano la durata della vita? Gli scienziati stanno ancora cercando di rispondere a queste domande, ma alcune ipotesi sono state formulate. Una di queste è la teoria dei telomeri, le estremità dei cromosomi che proteggono il DNA dalla degradazione. Ogni volta che una cellula si divide, i telomeri si accorciano, fino a quando non sono più in grado di svolgere la loro funzione e la cellula muore o smette di dividersi. Gli animali con telomeri più lunghi o con un’attività maggiore dell’enzima telomerasi, che ripara i telomeri danneggiati, avrebbero quindi una maggiore capacità di replicazione cellulare e una vita più lunga.
Un’altra ipotesi è la teoria del metabolismo basale, ovvero la quantità di energia che un organismo consuma a riposo. Secondo questa teoria, gli animali con un metabolismo basale più basso avrebbero una vita più lunga perché produrrebbero meno radicali liberi, molecole reattive che danneggiano le cellule e causano l’invecchiamento. Gli animali con un metabolismo basale più alto, invece, avrebbero una vita più breve perché consumerebbero più rapidamente le loro risorse energetiche e si esporrebbero a maggiori stress ossidativi.
Infine, un’altra ipotesi è la teoria dell’allocazione ottimale delle risorse, secondo la quale gli animali devono bilanciare le spese energetiche tra crescita, riproduzione e sopravvivenza. Gli animali che investono più energia nella crescita e nella riproduzione avrebbero una vita più breve perché trascurerebbero i meccanismi di difesa e riparazione delle cellule. Gli animali che investono più energia nella sopravvivenza avrebbero una vita più lunga perché manterrebbero le loro funzioni vitali in buone condizioni.
Queste sono solo alcune delle possibili spiegazioni della diversa longevità degli animali. Tuttavia, non esiste una regola universale che valga per tutte le specie. Ogni animale ha la sua storia evolutiva, il suo ambiente e il suo stile di vita che influenzano la sua durata della vita. L’eternità negli animali è quindi un concetto relativo e variabile, ma anche affascinante e misterioso.