“Cosa augurarsi …” di Maria Rosaria Teni
Entrare in un nuovo anno non è mai semplice: strappare l’ultimo foglietto di un calendario che ci ha tenuto compagnia, nel bene e nel male, per 365 giorni è sempre un momento che mescola nostalgia e rimpianto. Si ricordano gli istanti più intensi che non si ripeteranno se non nel nostro ricordo, mentre si rimpiangono le occasioni perse, le decisioni che non sono state prese o i continui rimandi a futura realizzazione. Ogni ultimo giorno dell’anno porta a sperare che il prossimo sia diverso, magari che possa portare una ventata di novità positiva, cui forse non siamo più abituati. Intanto, il tempo che passa e le esperienze vissute dovrebbero servire a far sì che alcune situazioni non si verifichino più, ma, stando a ciò che ci lascia in eredità il 2023, la speranza più grande sarebbe intanto che si giungesse alla fine dei sanguinosi conflitti che imperversano con ferocia in territori già maledettamente provati da rancori e violenze.
Tra le previsioni beneauguranti, oltre a quelle relative alla propria sfera personale, ci sarebbe da sperare che si potessero abbattere i muri, sempre più avvilenti, tra esseri umani, e che il numero dei femminicidi si fermasse, continuando a portare avanti l’importante lavoro di conoscenza e denuncia di un crescendo di violenza che spesso inizia con la violenza psicologica, poi con quella sugli oggetti e sulle persone, attraverso minacce, maltrattamenti, comportamenti persecutori, percosse.
Ben vengano dunque tutte le manifestazioni nelle piazze, che vedono la partecipazione di uomini e donne, con movimenti che sprigionano grande intensità emotiva soprattutto quando invitano a scoperchiare il silenzio e la paura che soffocano tante vittime, indotte a non denunciare la violenza perché imbavagliate e impaurite. Un augurio sarebbe quello di togliere questi bavagli e lasciare che la voce di ogni essere umano possa essere libera, finalmente affrancata da ogni ritorsione e angoscia. Sarebbe augurabile ritrovare la socialità vera, smarrita ora tra le vie dei social che, oltre a isolare, possono condurre a comportamenti pericolosi, influenzare giovani che si nutrono di solitudini vissute nel chiuso di stanze dove si alterano i pensieri e spesso degenerano in varie direzioni che sono solo un surrogato della realtà. Un’altra buona notizia che vorremmo sentire per il 2024 sarebbe quella di contribuire alla sopravvivenza dei centri di ricerca, incentivando il lavoro di tanti studiosi che dedicano la loro vita alla scoperta di nuove cure per le tante patologie che affliggono sempre più il genere umano. In questi giorni del nuovo anno corre la notizia che hanno negato i finanziamenti al centro per la ricerca sul cervello EBRI di Roma (European Brain Research Institute Rita Levi Montalcini) che, di conseguenza ha annunciato la chiusura. Insieme a questo, altri centri di eccellenza sono in sofferenza, perché, soprattutto in questo particolare momento storico, c’è una predilezione verso investimenti che riguardano altri comparti sociali, decisamente più alla moda.
Queste sono notizie che lasciano l’amaro in bocca e ci fanno sentire spaesati e disillusi, mentre sicuramente aumenta il rischio di non avere più fiducia in quelle istituzioni che dovrebbero garantirci migliori condizioni di vita. Ma poi ci guardiamo attorno e, con grande disappunto ci accorgiamo che nulla cambia, la pazienza si sta esaurendo e anche il futuro non sembra presentarsi vestito di verde speranza. A questo punto non resta che augurarsi di mantenere ancora la libertà di esprimersi, di far sentire la propria voce anche se questa è fuori dal coro, ma è comunque accorata. Alla base di tutto bisogna continuare a sperare e l’augurio più grande che possiamo regalarci è proprio quello di riuscire a creare un mondo migliore, umano, dove ognuno possa essere se stesso senza vincoli. I miei Auguri, infine, vanno alla nostra rivista Cultura Oltre che compie 10 anni e continua a rappresentare una piccola isola dove ci si può incontrare e ritrovare pillole di cultura, di poesia, di sapienza e soprattutto di umanità.
Dal canto mio, vorrei iniziare questo nuovo anno ringraziando tutti coloro che hanno partecipato all’attività di Cultura Oltre, autori, collaboratori, lettori, commentatori, che hanno fatto crescere la rivista, arricchendola di contenuti e di approfondimenti. Un grazie speciale al gruppo redazionale composto da Mariantonietta Valzano, Cipriano Gentilino, ai collaboratori Myriam Ambrosini, Maria Rosaria Perrone, curatori di rubriche specifiche, a Eleonora Mello, per i contributi di divulgazione scientifica e grafica, Antonio Teni, Gabriella Petrelli, Annamaria Mazzotta e Roberto Mello e a tutti i preziosi autori che sono presenti nelle pagine e nella rivista online scaricabile gratuitamente.
“Cultura Oltre 14” nasce su un progetto di Maria Rosaria Teni ed è una rivista di approfondimento culturale, letterario e di attualità da lei fondata e diretta.