Correva l’anno 1859
Di Giorgio Mantovano. Ferdinando II di Borbone, re delle due Sicilie, giunse a Lecce alle quattro del mattino del 14 gennaio 1859 e ne partì il 26 dello stesso mese.In occasione del suo arrivo, la città entrò in subbuglio. Il Comune stabilì una tassa per abbellire l’arredo urbano.
Furono coperte le strade di sabbia perché la cavalleria non sdrucciolasse e l’illuminazione pubblica, ancora ad olio, fu migliorata. Una grande popolazione accorse fuori Porta Napoli, ritenendo che il re sarebbe arrivato subito, ma l’attesa fu lunga. Solo verso le 4 del mattino spuntarono, dalla via di Campi, le torce a vento dei dragoni, che precedevano la fastosa carrozza reale. La dimora scelta dal sovrano fu il Palazzo dell’Intendenza, dove il re vi giunse stanco, intirizzito e febbricitante.
Poiché nessuna stanza era predisposta per caminetti, bisognò mettere della cenere calda nelle catinelle per scaldare mani e piedi. Nei giorni successivi il re non si alzò dal letto e fu necessario chiamare un medico. Quando la regina ebbe a chiedere all’Intendente a chi potevano rivolgersi, le fu risposto: ” Maestà ne abbiamo due, il d’Arpe e il Leone; di maggior grido il primo, ma liberale; l’altro è uomo d’ordine”.
Fu scelto il secondo, che era anche medico delle prigioni centrali. La malattia durò sette giorni ed il sovrano fu assistito dal giovane e bravo medico Giuseppe Leone con grande cura e scrupolo. Quella esperienza fu raccontata dal Leone nel manoscritto “Giornale della malattia di Ferdinando II a Lecce“, ove registrò, ora per ora, le condizioni della malattia e le ragioni della cura. Alcuni brani di quel racconto furono richiamati da Nicola Bernardini nel libro “Ferdinando II a Lecce (14-27 gennaio 1859)”, stampato nel 1895.Le cattive condizioni di salute determinarono la scomparsa del sovrano il 22 maggio 1859.
Il 4 giugno dello stesso anno, Giuseppe Leone, sarà nominato medico della Regia casa.