Conversazione con Leonardo Viola… Quando tutto nasce in Puglia.
di Antonella Buttazzo
Dopo la scorsa esposizione alla Galleria Arca, torna nella città barocca per eccellenza, il pittore Leonardo Viola.
Nativo pugliese ma lombardo d’adozione, questa volta, l’artista ci rinnova l’appuntamento con la sua nuova mostra, negli spazi della Società Operaia – Galleria Maccagnani, nel centro storico di Lecce.
Rinnovati colori, rinnovate forme, rinnovate atmosfere colpiscono gli occhi e l’anima di chi ne scruta le pennellate di acrilico, entrando così, in connessione con l’intimità artistica del pittore.
Un pittore che, come racconta Raffaele Polo nel testo Leonardo Viola. Rapsodia di memorie… in acrilico/ Storia di Nardino, «aveva deciso di dedicare la sua vita alla pittura […] aveva scoperto che anche gli altri esseri umani, che non erano come lui non si interessavano più di tanto alla luce, avevano sensibilità e interesse per i colori. Pure chi sembrava lontanissimo e contrario ai più sublimi messaggi ‘’colorati’’, si rivelava essere, in fondo, animo delicato e ricco di sentimento. Bastava saper comunicare, bastava che i colori fossero trattati con convinzione e sincerità e penetravano dappertutto…»
L’esposizione è possibile visitarla sino al 30 maggio.
Assolutamente da non perdere, come l’intervista che abbiamo avuto il piacere di fare a Leonardo Viola.
Antonella Buttazzo: Osservando la tua produzione artistica si nota subito l’utilizzo prevalente per una determinata tipologia di pittura. Perché proprio l’acrilico?
Leonardo Viola: È importante sottolineare che l’acrilico non è stata la mia prima scelta.
Ho abbandonato la linea del colore a olio per diverse necessità, prima fra tutte perché non mi dava molto spazio per l’interpretazione del paesaggio, cosa che invece con l’acrilico riesco a fare. Infatti la mia opera pittorica generalmente è costituita dall’utilizzo dell’acrilico.
Le sue caratteristiche diventano per me, quell’occasione per trasmettere la personalità dei colori che il paesaggio stesso offre e la realizzazione dei miei desideri pittorici.
Antonella Buttazzo: Notiamo anche come ci sia questa contrapposizione tra paesaggio naturale e urbano. Ti ispira più la natura o la città?
Leonardo Viola: Seneca diceva «Omnis ars naturae imitatio est» (Ogni arte è un’imitazione della natura, ndr). E questa citazione si può tranquillamente applicare sia alla mia rappresentazione del paesaggio bucolico che urbano. Le mie sono appunto interpretazioni e letture personali e quindi, si discostano dalla staticità fotografica che può avere una mera rappresentazione della realtà. In sostanza, io utilizzo il paesaggio come mezzo di comunicazione: esprimere un qualcosa al di là della tecnica.
E questo va a intensificarsi anche nelle mie linee tecniche sperimentali che includono il legno e le ceramiche, accolte molto positivamente dal pubblico nonostante la matrice astratta delle prime.
Antonella Buttazzo: Essendo un pittore pugliese, come mai nelle tue opere non abbiamo le solite connotazioni palesi del territorio?
Leonardo Viola: Nonostante tutto nasca in Puglia, devo rimanere fedele anche alla mia seconda casa, la Lombardia, che mi ha influenzato molto con i suoi paesaggi nettamente differenti da quelli pugliesi.
Antonella Buttazzo: Quando vieni a esporre a Lecce, come risponde il pubblico?
Leonardo Viola: Per l’estimatore leccese viene in particolare nota l’assenza paesaggistica del Salento con ulivi, masserie diroccate o fichi d’India, apprezzandone l’atmosfera delle spiagge e delle marine.
Per l’estimatore estero invece, la morbidezza e il romanticismo dei colori tenui rappresentano una rilassante e intima connessione con il paesaggio raffigurato.