CONFERENZA SUL TARANTISMO E LA PIZZICA CON PIERPAOLO DE GIORGI
LA CITTA’ DI LECCE E LE RECENTI SCOPERTE
(Lecce Open Space Palazzo Carafa, p.zza S. Oronzo)
Domenica 25 agosto 2024, alle 18,30, l’elegante Open Space di Palazzo Carafa, in p.zza S. Oronzo a Lecce, accoglie la conferenza del filosofo ed etnomusicologo Pierpaolo De Giorgi su LA CITTA’ DI LECCE E LE RECENTI SCOPERTE SULLA PIZZICA E SUL TARANTISMO. L’iniziativa rientra nel progetto “Tradizione, identità e memoria storica” e si basa sui recenti volumi del filosofo ed etnomusicologo Le Ultime Tarantate, scritto con il caporedattore RAI Angelo Angelastro (Congedo 2022), e La Grande Armonia (Argo 2023), che contengono argomenti di grande pregnanza sull’utilizzo di simboli dell’armonia universale come il tamburo a cornice, o tamburello, e sull’alternanza coreutica e teatrale tra morte e vita. Dopo i saluti del sindaco, De Giorgi farà una breve introduzione iniziando la proiezione di immagini eloquenti della ricerca. Interverrano poi i relatori Paolo Pellegrino, già docente di estetica dell’Università del Salento, che dagli anni Novanta collabora con l’autore con le proprie alte competenze, Sara Colonna, docente e ricercatrice di danza terapeutica tradizionale, e Luigi Marzo pittore, che negli anni Sessanta ha raccolto le prime musiche popolari. La serata sarà allietata da dimostrazioni di flamenco tradizionale con Max Mura alla Chitarra e Diego Abbaticola al cajon.
De Giorgi indaga da molti anni la stringente relazione tra i riti magnogreci e la musica e la danza dei “morsicati” dalla mitica taranta, l’animale simbolico che “possiede” le tarantate e le obbliga ad una terapia musicale e coreutica in trance. Secondo l’autore, la tradizione della città di Lecce e provincia si connette direttamente con quella di Taranto, capitale della Magna Grecia, e con l’antico rimedio dell’armonia universale, presente nei riti di Dioniso, di Apollo e della Grande Madre. Nelle vicende dell’animale simbolico taranta, che “possiede” le tarantate e le obbliga ad una terapia musicale e coreutica in trance, ci sono risorse straordinarie per la società contemporanea, che ha perduto l’armonia con l’ambiente e, per questo, ha avvelenato e devastato il mondo intero. Sono fenomeni molto presenti a Lecce e dintorni, come possiamo dedurre dal medico leccese Francesco De Raho, che riesce a fotografare nel 1908 il tarantismo con la fune, e dal duca Sigismondo Castromediano che testimonia la reiterata presenza di questi fenomeni a Cavallino, paese contiguo a Lecce.
Non a caso, il volume di De Giorgi La Grande Armonia (Argo 2023) sta suscitando un forte interesse a Taranto e in tutta la Puglia per le numerose innovazioni presenti, tra le quali le foto esclusive e rivelatrici delle immagini di un vaso della seconda metà dell’VIII sec. a.C., proveniente da un santuario di Sparta, che riproducono la prima forma di tarantismo al mondo. Si tratta di una terapia musicale e coreutica contro il morso di uno scorpione, praticata non a caso dagli stessi Spartani, i Parteni guidati da Falanto, che nel 706 a.C. hanno fondato Taranto. Il nuovo sguardo sul tarantismo è già presente nel volume precedente Le ultime tarantate di Angelo Angelastro e Pierpaolo De Giorgi. Il volume si avvale di due prospettive nuove, molto apprezzate. La prima è quella di alcune straordinarie foto inedite scattate il 29 giugno del 1978 alle tarantate impegnate nel loro rituale a Galatina da Angelastro, caporedattore del TG1 RAI. La seconda è il testo innovativo del filosofo ed etnomusicologo De Giorgi, che vede nel tarantismo una gestione terapeutica femminile, un’importante risorsa della tradizione popolare italiana e una sopravvivenza dei riti dionisiaci di Taranto magnogreca. Le tesi di De Giorgi, dopo un esame critico de La terra del rimorso del grande etnologo Ernesto De Martino, del quale vengono riconosciuti tanto i meriti quanto gli errori, mostrano come il tarantismo sia una cura musicale e coreutica di patologie psicosociali varie, che utilizza l’alternanza tra gli opposti morte e vita per ottenere una simbolica rinascita, e che è molto vicina ai Misteri greci e ai riti di Dioniso dell’altalena e del labirinto, ossia ai riti dell’armonia degli opposti. La terapia musicale, inoltre, è stessa utilizzata dai teorici dell’armonia di 2.500 anni fa, e cioè i grandi magnogreci Pitagora e la sua intera scuola, come testimonia Giamblico. La terapia musicale, ugualmente testimoniata da Giamblico, è la stessa utilizzata dai teorici dell’armonia di 2.500 anni fa, i grandi magnogreci Pitagora e la sua intera scuola. De Giorgi insisterà su come sia importante per tutta la Puglia comprendere con esattezza le sue antiche tradizioni. Le tesi di De Giorgi, dopo un esame critico de La terra del rimorso del grande etnologo Ernesto De Martino, del quale vengono riconosciuti tanto i meriti quanto gli errori, mostrano come il tarantismo sia una cura musicale e coreutica di patologie psicosociali varie, che utilizza l’alternanza tra gli opposti morte e vita per ottenere una simbolica rinascita, e che è molto vicina ai Misteri greci e ai riti di Dioniso dell’altalena e del labirinto, ossia ai riti dell’armonia degli opposti.
De Giorgi, inoltre, ha scoperto la prima raffigurazione al mondo di tarantella (fine del Cinquecento-primi del Seicento), vale a dire della pizzica terapeutica come la forma più antica di tarantella, preservatasi come tale in quanto cura secolare. Si tratta dell’altorilievo in pietra leccese risalente al 1550 circa, di autore sconosciuto, attribuito solitamente al noto scultore Gabriele Riccardi, dal titolo Il duello di David e Golia, conservato a Palazzo Giaconia di Lecce, nell’atrio contiguo ai Giardini oggi restaurati. Le più recenti interpretazioni, come quella dello storico Mario Cazzato, che De Giorgi condivide, attribuiscono, con buone probabilità, l’opera a Francesco Zimbalo, che ha scolpito l’analogo altare di S. Francesco di Paola nella basilica di Santa Croce di Lecce. Le altre raffigurazioni di tarantella, dello stesso stile e natura, compaiono solo intorno alla metà del Seicento. Nel Settecento e nell’Ottocento la tarantella napoletana va incontro al successo internazionale e questo stile musicale e coreutico viene riconosciuto come un vessillo dell’Italia intera. De Giorgi in proposito ha svolto accurati studi, culminati nell’apprezzato volume La pizzica, la taranta e il vino: il pensiero armonico (Congedo, Galatina 2010), corredato da immagini e dimostrazioni. Il mito veterotestamentario (Samuele, 1, 16, 18) vuole che il musicoterapeuta David, “prescelto da Dio” per diventare re di Israele, come raffigurato nell’altorilievo di palazzo Giaconia, sconfigge il gigante Golia e viene festeggiato con tamburelli e danze nello stile noto nel periodo dell’esecuzione dell’opera, vale a dire lo stile della pizzica terapeutica. De Giorgi auspica che la città di Lecce, della quale è cittadino il grande studioso di tarantismo Giorgio Baglivi, medico di due papi, riconosca e ponga alla continua attenzione di cittadini e turisti il suo immenso patrimonio che ha una relazione tutta da studiare anche con il celeberrimo barocco leccese.