Avete mai pensato di mettere un freno a mano al tempo?
Di Pompeo Maritati
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Il tempo, soprattutto quando quello che ti resta si assottiglia, sembra trascorrere più in fretta.
Sto affannosamente cercando di inventare un freno a mano, quanto meno per rallentare la sua inesorabile corsa nel futuro. Il tempo, volgendo sempre al domani, si differenzia dallo spazio che possiamo percorrere in tutte le sue direzioni. Vorremmo trovare la formula per riavvolgere il tempo, ma a quanto pare al momento quello che ci è concesso di vivere è solo il presente, un presente carico de passato ma che non può più essere rivissuto se non nei nostri ricordi.
La nostra mente sembra avere delle tare, perché ogni giorno si pone delle domande a cui però non riesce a dare una risposta. Idealizziamo ipotesi, fantastichiamo scenari surreali, ma la realtà del presente non muta.
Abbiamo paura della morte che è sempre acquattata dietro l’angolo quale fine del tutto. Il forte spirito di sopravvivenza ci consente di realizzare delle cose straordinarie, altrimenti, consapevoli che la morte è qualcosa di irreversibile, l’uomo non farebbe altro che attenderla, senza dannarsi una vita intera a porsi delle domande cercando di anticipare ad oggi quello che succederà domani.
Alcuni soggetti credono nell’aldilà, non tutti in ugual modo. Si immaginano praterie, cieli celesti, grandi distese di mari calmi. In poche parole, ci immaginiamo l’aldilà come se fosse una estensione terrena. Ci rifiutiamo di credere che terminate le funzioni vitale del nostro involucro umano, la vita cessi del tutto.
È improponibile una idea del genere. L’uomo pensante e intelligente non può del tutto cessare la sua esistenza in questo infinito universo. Sarebbe un delitto contro quella che potrebbe essere l’umanità universale.
Sta di fatto che il mal di testa è di rito quando si inizia a pensare e a discutere di queste problematiche. Ma parlare del poi esorcizza il presente, auspicando scenari di altri mondi o addirittura di altre dimensioni, dove un domani ci ritroveremo di nuovo con la paura di ritrovare alcuni soggetti della nostra politica che certo non hanno brillato nell’etica parlamentare.
V’immaginate un’altra dimensione con una sua organizzazione, con le sue regole? Oddio forse allora sarebbe meglio che questa dimensione non esistesse, abbiamo già dato e troppo pure in questa vita terrena.
Un po’ di ironia anche in argomenti di una certa serietà non fa mai male, anche perché ci potrà servire per non dimenticare che se la nostra mente vola negli spazi siderali, i nostri piedi sono sempre poggiati su questa terra dove ci piaccia o no, siamo indissolubilmente legati.