Armando Perotti, poeta di Castro
di Giorgio Mantovano
“Castro, in terra d’Otranto fu proprio la sentinella avanzata d’Italia contro il nemico infedele.
Men famosa di Otranto, fu più di questa duramente provata.
Morì nel 1575, quattro anni dopo Lepanto; ma la sua storia è tutta di sangue. Il vescovado la abbandonò nel 1537; le fu tolto alla fine del secolo XVIII.
Oggi è un villaggio di pescatori, ancor chiuso nel cerchio delle cadenti muraglie. Ultima terra di poesia”.
Cosi scriveva il poeta Armando Perotti.
Ma già il 14 settembre 1913, nel discorso tenuto a Spongano, commemorando Filippo Bacile, ebbe a rendere esplicita confessione dell’amore che lo infiammava per la terra d’Otranto:
” Niuno più di me è debitore a quest’ultimo Salento di tanta grazia, ch’io nel pronunzio il nome con religioso fervore. Qui la congiunta bontà del suolo e del cielo educa frutti materiali e ideali di tal fragranza che il navigante, non anche in vista di Leuca, ne riconosce l’esilio aroma: qui ondeggiano al fiato del più divino mare nostro le messi per ogni raccolta, pronte, per chi sappia falciarle e trebbiarle, a trasformarsi nel buono e sano cibo per il corpo e per l’anima. Di tanta storia è piena ogni zolla ….Di qui, per quel breve tratto di mare, che è valico non barriera, che è ponte non limite, son passati nelle età tutti gli annunzi, tutte le correnti di genti e di idee, come ad ogni aurora vi passa la luce del sole ….”
Armando Perotti (1865 – 1924) fu il poeta, amatissimo, di Castro.