Archeoplastica. Un’indagine del nostro tempo.
Tradizionalmente, l’archeologia si associa ad antiche civiltà, con reperti in ceramica, resti architettonici e ossa fossilizzate che raccontano la storia dei tempi passati. Tuttavia, l’archeologia, per adattarsi al nostro tempo, si fa contemporanea, cioè si evolve per includere anche i materiali simbolo della nostra epoca, come la plastica.
Dunque, l’archeologia della plastica analizza l’impatto di questo materiale sulla nostra cultura e sull’ambiente, e il progetto Archeoplastica, attraverso un’intensa attività mediatica e un’esposizione itinerante di reperti plastici trovati sulle spiagge italiane, ne rappresenta un esempio innovativo di questa nuova direzione.
Origine e diffusione della plastica
La plastica ha inevitabilmente rivoluzionato il XX secolo e continua a plasmare i successivi grazie alla sua versatilità e durabilità.
La diffusione di questo materiale infatti, in settori come quello dell’industria, dell’elettronica e del confezionamento alimentare, ha avuto un impatto profondo sulla vita quotidiana, tanto da porre sfide uniche per la sua conservazione e smaltimento. In tal senso, per studiarne le composizioni, gli studiosi intervengono applicando tecniche archeologiche tradizionali, come la stratigrafia e l’analisi chimica, ma con evidenti differenziazioni.
Ovvero, tenendo conto che la plastica, nelle sue varietà, può impiegare secoli per degradarsi, la conoscenza approfondita delle proprietà chimiche, la datazione e l’identificazione dei reperti risultano più complesse da rilevare. Per tale ragione, spesso, la loro trattazione può richiedere molto tempo.
Impatto ambientale e culturale
Analizzando i reperti di plastica, si possono ricostruire modelli di consumo, rotte commerciali e abitudini quotidiane, fornendo una visione critica della nostra epoca e dei suoi cambiamenti. Come giocattoli, contenitori e rasoi, che sono testimonianze della nostra cultura materiale, o ancora, i resti di bottiglie trovati in siti di manifestazioni pubbliche, i quali possono rivelare aspetti delle dinamiche sociali e politiche attuali.
Ecco che va a innestarsi, in tale contesto, il progetto mediatico di Archeoplastica, il quale raccoglie e documenta reperti plastici dalle spiagge italiane, trasformandoli in una testimonianza visiva della nostra era recente, stimolando una riflessione critica sull’uso della plastica e sulla necessità di cambiamenti verso una maggiore sostenibilità.
L’esposizione itinerante
Oltre all’attività mediatica, si accosta un altro evento ideato da Archeoplastica, cioè l’esposizione itinerante, la quale, attualmente in mostra al Museo archeologico d Palazzo Pianetti di Jesi, ha toccato diverse città italiane, presentando i reperti plastici come opere d’arte.
Un’opportunità unica, oltre a un’iniziativa educativa di grande rilievo, per sensibilizzare il pubblico sull’impatto ambientale e culturale della plastica, mettendo a confronto reperti archeologici tradizionali con i più recenti reperti.
Questo parallelismo aiuta a tracciare l’impatto culturale della plastica rispetto ai materiali antichi, combinando da una parte, informazione, partecipazione e creatività, dall’altra, sensibilizzando ed educando storicamente, ai problemi ambientali.
Archeoplastica: molto di più un progetto mediatico
Se accostata ai social media cui Archeoplastica fa uso, esso fornisce una rappresentazione tangibile dei danni causati dalla plastica, stimolando una maggiore consapevolezza ecologica e promuovendo comportamenti più sostenibili.
Ogni reperto è contestualizzato storicamente, permettendo ai visitatori di comprendere come la plastica abbia influenzato vari aspetti della vita quotidiana e dello sviluppo tecnologico nel corso dei decenni. Inoltre, il confronto tra materiali antichi e moderni aiuta a tracciare l’impatto culturale della plastica, evidenziando i cambiamenti sociali ed economici avvenuti nel tempo.
L’invito alla partecipazione della cittadinanza è un altro aspetto fondamentale della mostra. Il coinvolgimento diretto non solo rafforza la consapevolezza individuale, ma promuove anche un senso di responsabilità collettiva verso la protezione dell’ambiente. Un vero e proprio approccio esperienziale indiretto a rendere l’apprendimento più coinvolgente e memorabile, favorendo una comprensione più profonda e duratura dei concetti presentati.
In breve, il progetto Archeoplastica, sia dal punto di vista mediatico che espositivo, combina informazione, partecipazione e creatività, sensibilizzando sui problemi ambientali, educando storicamente, coinvolgendo le comunità e promuovendo pratiche più sostenibili.