Apollineo e Dionisiaco nella letteratura fantastica e Horror: Arthur Machen , H. P. Lovecraft e J. R. R. Tolkien. PARTE II
di Fabrizio Manco
Parte seconda
Il grande Dio Pan di Arthur Machen:
trama del racconto, filosofia e analisi psicologica.
Il femminile oscuro e ctonio e l’ Apollineo e il Dionisiaco
in uno dei racconto che più di tutti ha ispirato H. P. Lovecraft ( 1890- 1937 )
Arthur Machen ( 1863 – 1947 ): biografia e opere.
Arthur Machen ( 1863 – 1847) nasce nella città di Caerleon, una cittadina di origine Romana che si trova nel Galles, precisamente nella regione del Monmouthshire. Fin dalla sua primissima infanzia è stato affascinato dalle rovine Celtiche e Romane della sua città, le quali immagini torneranno sovente nelle descrizioni dei lato Apollinei dei suoi racconti. Figlio di un pastore Anglicano, Inizialmente il suo nome originale era Arthur Llewelyn Jones , ma successivamente il padre per riuscire ad avere una eredità, scelse il cognome della moglie e nome del figlio divenne Arthur Jones Machen. All’inizio della sua carriera di scrittore incomincia a scrivere articoli per diverse riviste. Successivamente inizia la scrittura di alcuni piccoli racconti dell’ orrore i quali poi formarono la storia del Grande Dio Pan. Queste informazioni le scrive lui stesso nell’introduzione del suo capolavoro, del quale seguo l’edizione al momento più completa (10).
Uno dei primi lavori importanti è il poema Eleusinia, che chiaramente si ispira alle tradizioni leggendarie dei misteri di Eleusi. Nel 1884 dopo la pubblicazione dell’ opera L’anatomia del tabacco, Arthur Machen ottiene un importante impiego in una casa editrice. Ma oltre a questo impiego lavora come traduttore di opere di lingua francese e italiana, come le Memorie di Giacomo Casanova.
Il racconto Il grande Dio Pan è il frutto di numerosi studi nel campo della magia e dell’ occulto, campo molto prezioso che Arthur Machen ha potuto scoprire studiando i molti libri che ha trovato durante il lavoro di inventario in una casa editrice. Il racconto Il grande Dio Pan viene pubblicato a puntate in un arco di tempo che va dal 1890 al 1894 nella rivista The Whirlwind . Ma uscirà definitivamente sotto forma di libro nel 1894, pubblicato dall’editore John Lane. Tuttavia il racconto non suscita molta ammirazione da parte del pubblico all’inizio della sua pubblicazione. Il motivo è da cercare nelle allusioni sessuali contenute nel racconto. Ma le critiche che lo hanno recensito la prima volta hanno criticato anche il fatto che secondo loro i mostri del racconto non spaventano affatto. Ecco due dichiarazioni delle prime recensioni :
“ Neppure uno spettro di soprannaturale inquietudine è sollevato nelle mente di chiunque la legga (Echo)”….
“ I suoi mostri non spaventano, tuttavia è possibile che riesca al suo prossimo tentativo (Sketch)”( 11 ).
Ma come si analizzerà dopo, H. P. Lovecraft si è accorto più di tutti che la presenza dell’orrore, del soprannaturale e del mistero sono molto presenti nell’opera di Arthur Machen: semplicemente la critica dell’epoca non aveva nessuna sensibilità e conoscenza per capire e comprendere la complessità dell’opera di Arthur Machen.
Arthur Machen si sposa due volte. Dal primo matrimonio successivamente ebbe due figli. Ma in seguito rimasto vedovo si risposerà una seconda volta. Il suo nome non è legato soltanto al racconto Il grande Dio Pan. Machen infatti ha scritto altri racconti molto belli a tema orrorifico e soprannaturale, nella quale la natura Apollinea e Dionisiaca si manifesta. Le opere successive al Grande Dio Pan sono La collina dei sogni ( 1895 – 1897), Il popolo bianco o le creature bianche ( 1899 ), Gli arcieri (1914), il quale avrebbe ispirato la leggenda degli Angeli di Mons, una squadra di aiutanti che operarono durante la prima guerra mondiale.
Arthur Machen morì nel 1947, all’età di 84 anni. Le sue opere furono molto apprezzate da molti importanti scrittori come Arthur Conan Doyle ( 1859 – 1930 ) William Butler Yeats ( 1865 – 1939 ) e soprattutto H. P. Lovecraft ( 1890 – 1937 ) il quale ha dichiarato di essere stato ispirato moltissimo dai suoi racconti, e scrisse anche un importante saggio dedicato alla letteratura dell’ orrore e del soprannaturale, L’orrore soprannaturale nella letteratura (12) del 1927, nel quale elogia le opere di Arthur Machen. Anche il grande scrittore contemporaneo Stephen King ha dichiarato più volte di apprezzare tantissimo i lavori di Machen e di Lovecraft. Ma di questo ne parleremo dopo.
Adesso si va ad analizzare l’opera Il grande Dio Pan.
Il grande Dio Pan: trama, analisi e filosofia dell’ Apollineo e Dionisiaco. Trama.
“Guardatevi attorno Clarke !, guardate la montagna e le colline che si susseguono alle colline come onde su onde. Guardate i boschi e i frutteti e guardate le spighe del campo di grano maturo e i prati che digradano verso i canneti lungo i fiumi. Mi vedete qui, seduto accanto a voi e udite la mia voce, nondimeno vi dico che tutte queste cose, si, dalla stella che si è appena accesa nel cielo fino al solido suolo sotto i nostri piedi, io vi dico che tutte queste cose non sono che sogni e ombre: ombre che nascondono ai nostri occhi il mondo reale. Un mondo reale esiste, ma si trova oltre questo incanto e questa visione, oltre le cocce degli Arazzi e degli effimeri sogni, aldilà di tutto ciò, come aldilà di un velo” ( 13 ).
La storia inizia nel Galles, in una cittadina costruita accanto le rovine Celtiche e Romane, dove uno scienziato di nome Raymond invita un suo caro amico ad assistere ad uno esperimento mai visto prima: Il Dott. Raymond vuole fare un intervento chirurgico attraverso l’ incisione di un piccolo taglio sul cervello di una sua cara ragazza di nome Mary conosciuta alcuni anni prima, per fare conoscere il mondo panico del grande Dio Pan alla ragazza in modo da squarciare il velo che separa il nostro mondo illusorio dalla vera realtà la quale sta nascosta dietro di esso. Dopo averla addormentata con una fiala contenente del sonnifero, la ragazza dopo qualche minuto si sveglia in preda al terrore e spalancando gli occhi: quegli occhi spalancati fanno terrorizzare l’amico del Dott. Raymond, il signor Clarke, il quale percepisce subito che è successo qualcosa di strano alla ragazza, la quale subito dopo impazzisce e diventa una menomata mentale.
Da quell’ evento passarono alcuni anni. Clarke leggendo e curiosando tra le cartelle e le carte di giornali, scopre che una strana bambina di nome Helen ha la strana abitudine di andare a fare delle passeggiate nel bosco coinvolgendo anche altri bambini e recando molto disturbo anche ai genitori. Clarke legge la storia di un bimbo che scoprì la piccola Helen mentre giocava con uno “strano uomo nudo” ( 14 ) e che quando successivamente il bimbo guardò la scultura di un fauno trovata nel suo territorio, impazzì per la paura. Ma un fatto ancora più inquietante riguarda una cara amica della piccola Helen, una bimba di nome Rachel. Spesso Helen la coinvolgeva ad andare nei boschi, ma un giorno Rachel torna a casa dai genitori mezza nuda e completamente spaventata?… cosa era successo?…. e soprattutto cosa aveva visto Rachel di così spaventoso?….. non sappiamo con sicurezza, ma la piccola Rachel nonostante tutto torna nei boschi per scomparire una volta per tutte ( 15 ).
Molti anni passano ancora. Passeggiando per le strade Clarke incontra un suo vecchio amico e collega di università, il quale ormai diventato un vagabondo racconta la sua terribile storia con una certa donna affascinante ma malvagia, di nome Helen Vaughan, la quale lo ha corrotto nell’anima e nel corpo. Avendole tolto la casa e tutti i soldi, lo abbandonò per non farsi più rivedere. Helen Vaughan adulta conduce una vita sessuale dissoluta, sfrenata e sregolata. Organizza e partecipa ad orge paurose con delle streghe, satiri e fauni. Tuttavia fa un viaggio in Sud America per poi tornare nuovamente nella città di Londra sotto le mentite spoglie della Signora Beaumont , seducendo numerosi amanti i quali subito dopo si suicidano per la paura e per il terrore. Chi è Helen Vaughan in realtà?……
Clarke e Villiers indagando con la polizia scoprono che Helen Vaughan è una ragazza bellissima, ma come è tanto bellissima è tanto crudele e terribile. I due colleghi cominciano a comprendere che Helen Vaughan potrebbe essere la figlia del grande Dio Pan e di Mary !…. la ragazza che tanti anni prima fu operata al cervello dal Dott. Raymond…..
Avendo appreso questa terribile verità, i due colleghi riescono a mettere in trappola Helen Vaughan costringendola a togliersi la vita. Ma subito dopo il corpo di Helen Vaughan incomincia a subire delle trasformazioni mostruose:
“ … La pelle e la carne, i muscoli, le ossa e la struttura solida del corpo umano che avevo pensato fossero immutabili e permanenti come il diamante, cominciarono a fondersi e a dissolversi….
Sapevo che l’azione di agenti esterni poteva separare gli elementi di cui il corpo è composto, eppure avrei dovuto rifiutarmi di credere a quello che stavo vedendo, perché il mutamento e la dissoluzione di cui ero testimone erano provocati da una qualche forza interna di cui nulla sapevo. Inoltre si ripeteva dinnanzi ai miei occhi l’intero processo che aveva condotto alla creazione dell’ Essere umano. Ho visto la forma ondeggiare da sesso a sesso, scindersi e poi ricomporsi. Ho visto il corpo discendere alle bestie da cui era asceso e ciò che era in cima cadere nelle profondità , perfino nell’ abisso dell’ intero Essere: il principio della vita, che crea l’organismo, rimaneva , mentre la forma esterna mutava..
Ho osservato e alla fine non ho visto altro che una sostanza gelatinosa , poi la scala è stata di nuovo ascesa ( qui il manoscritto è illeggibile ) …. Per un istante ho visto modellata dinnanzi a me una Forma, che non intendo descrivere ulteriormente. Tuttavia il simbolo di questa forma può essere visto nelle antiche sculture e nei dipinti che sono sopravvissuti sotto la lava… troppo osceni perché se ne possa parlare…. una cosa orribile e indescrivibile , né uomo né bestiale , si è mutata in forma umana, poi alla fine è giunta la morte “……. Robert Matheson, Dottore in Medicina ….. ( 16 ) .
Dopo queste vicenda spaventosa lo scienziato Raymond confessa di avere sbagliato a fare questo terribile esperimento tanti anni prima a quella fanciulla di nome Mary. Raymond non pensava che il grande Dio Pan mettesse incinta la ragazza!…. lo scienziato non voleva certamente arrivare a questo orrore. Ma nello squarciare il velo che separa il nostro mondo da quello Dionisiaco e Panico, era inevitabile che si arrivasse a questo risultato.
Il racconto di Machen potrebbe anche essere interpretato come una critica alla scienza e alle sperimentazioni che essa opera sulla vita organica.
La scienza infatti ogni volta che mette le sue mani sugli esseri viventi per fini sperimentali, sta aprendo mondi che non dovrebbe aprire e orizzonti che non dovrebbe esplorare.
Il mostro nella letteratura fantastica e fantascientifica non è altro che la materializzazione sul nostro mondo illusorio e Apollineo, del mondo ctonio e Dionisiaco che si nasconde dietro la bellezza della vita; e che la scienza molto spesso con le sue sperimentazioni fa uscire i mostri appartenenti a quel mondo che dovrebbe restare segreto e occultato.
Il grande Dio Pan: il volto Dionisiaco della natura e la filosofia e l’analisi psicologica del femminile Dionisiaco e oscuro.
Il passo appena citato, che si trova nelle pagine conclusive del racconto di Machen, contiene elementi interessanti da analizzare e spiegare. Innanzitutto compare il tema della natura panica, ctonia e Dionisiaca, la quale è come una sostanza viscida, fluida e fluttuante. È questo il vero aspetto del Dionisiaco e del mostruoso della natura, e Arthur Machen lo ha descritto alla perfezione. La natura è ctonia e Dionisiaca, ed è come una sostanza gelatinosa, in quanto fluttuante e cangiante. Come dice il Dott. Raymond all’amico Clarke all’inizio del racconto prima di eseguire l’ esperimento, dietro il volto placido e apparentemente Apollineo e meraviglioso della natura, c’è un altro mondo, un mondo caratterizzato dalla viscosità e dalla metamorfosi continua delle forme. Perché il Dionisiaco è in continuo mutamento. Il Dionisiaco attraversa a ritroso tutta la catena evolutiva degli esseri viventi, passando dalle primitive sostanze umide, acquose e gelatinose fino ai mammiferi. E torna di nuovo indietro ripercorrendo in discesa la grande catena della vita. Se osserviamo in maniera superficiale la natura e il mondo, essi ci appaiono inizialmente come meravigliosi e sublimi, osserviamo i frutteti, i mandorli in fiore, i fiori e ascoltiamo gli uccelli cantare intense melodie. Ma come dice Camille Paglia, mettiamoci gli occhiali e osserviamo meglio dietro l’ apparente bellezza della natura cosa riusciamo ad osservare: uova di rettili che si schiudono dai quali gusci pieni si sangue viscoso escono i cuccioli dei coccodrilli, le donne partoriscono espellendo la placenta sporca di sangue e di liquido amniotico, neonati appena nati che piangono come disperati pieni di sporcizia appiccicosa, le uova di squalo contenenti i piccoli squaletti già pronti per divorarsi a vicenda. E ancora: animali che si divorano tra di loro attraverso lotta e il sangue, il Varano di Komodo che divora le sue prede intere mentre ancora urlano per la paura, uccelli rapaci che aspettano che le piccole tartarughe escono dalle uova per divorarle, nelle epoche preistoriche del Mesozoico ( Triassico, Giurassico e Cretaceo), i dinosauri teropodi carnivori divorano i dinosauri erbivori attraverso urla e lotta sanguinarie con altri teropodi carnivori, e gli esseri umani moderni con la loro industria della carne ogni giorno fanno a fettine e triturano animali innocenti che si immolano in orge sacrificali per i nostri spietati appetiti carnivori……
Ecco il volto della natura che ci appare Apollinea e sublime , ecco il volto del Dionisiaco e del grande Dio Pan che si nasconde dietro al velo illusorio dell’ Apollineo!….
Ma il dio Pan nel racconto di Machen incarna anche il femminile oscuro, Dionisiaco e ctonio. Non a caso nel racconto, Il grande Dio Pan prende la forma e il volto di una donna. Infatti cosa potrebbe rappresentare a livello metaforico e simbolico il Femminile mostruoso?…. cosa vogliono comunicare al mondo le innumerevoli figure archetipiche del femminile oscuro, tenebroso, Dionisiaco e Panico, come le Empuse, le Lamie e le streghe ?….. innanzitutto dobbiamo affermare che le streghe, soprattutto nel periodo Medioevale, erano associate al demonio e al suo culto. Le ragazze che nel Medioevo erano accusate dalla chiesa di essere delle streghe infatti, venivano accusate di praticare le orge con il diavolo, il quale veniva raffigurato e immaginato dalla chiesa Cristiana come un caprone. Non dobbiamo dimenticare questi particolari: ciò che la chiesa ha sempre raffigurato come il diavolo, in realtà si tratta della rappresentazione del dio Pan. Il dio Pan per il pensiero Greco incarna e rappresenta la natura con tutti i suoi Impulsi: sessualità, nutrizione in primis. L’immagine del diavolo rappresentato come un caprone con la corna per metà e per l’altra come essere umano è anche la medesima rappresentazione del dio Pan.
Tuttavia il femminile può incarnare e simboleggiare sia la donna in se che la natura. La natura infatti fin dalle origini del pensiero umano è stata concepita come essenza femminile. Il femminile oscuro e ctonio rappresenta quindi sia la donna che la natura in senso lato. Anche se la natura è un qualcosa di neutro e asessuato.
Il lato oscuro del femminile lo si trova nascosto negli antichi culti della dea Demetra e della dea Afrodite. Pausania (…. / 180 D. C. ) , il geografo e guida artistica Greco vissuto nel secondo secolo D. C., scrisse una monumentale Guida alla Grecia o Viaggio in Grecia suddivisa in 10 volumi, nella quale traccia un panorama molto ampio sia artistico che mitologico della Grecia classica. Nel libro Ottavo di quest’opera, dedicato ai territori dell’ Arcadia, esattamente al capitolo 42 Pausania cita l’esistenza di una Demetra Melena, cioè Demetra nera. Una statua raffigurante la Demetra Melena si trovava secondo Pausania nei pressi del monte Elaio, a circa 30 km da Figalia in una caverna detta il sacro Antro della Demetra Melena. Pausania racconta la leggenda secondo la quale dall’unione di Demetra e il dio Posidone non nacque un cavallo ma una bambina , la quale successivamente fu chiamata la Signora dagli Arcadi ( 15). La leggenda prosegue raccontando che Demetra si arrabbio’ con Posidone e per il rapimento di sua figlia Persefone. Così Demetra in seguito indossa una veste di colore nero e si rifugia in una caverna restando lontana dal mondo per un lungo periodo di tempo. La rabbia e la malvagità sprigionata da Demetra Melena fece marcire e ammuffire il terreno non permettendo alle piante e alle coltivazioni di crescere e nutrire gli abitanti, i quali morivano di carestia. Nessuno degli dei sapeva dove si fosse nascosta Demetra ( 17 ). L’unico a saperlo era il dio Pan, il quale trovandosi sempre sui monti a cacciare si accorse di Demetra Melena e in che condizioni si trovava. Pan informa subito Zeus che a sua volta manda le Moire da Demetra le quali la calmano e la consolano. Come ringraziamento i Figalei dichiararono sacro questa caverna e fecero costruire una statua molto particolare ( 18 ). Pausania afferma che la statua della Dea Demetra Melena per tutto il resto del corpo tranne che per la testa aveva l’aspetto di una donna , ma la testa e la chioma erano di una cavalla. Inoltre sopra la testa spuntavano delle figure di dragoni , i quali non sono altro che dei serpenti, e di altre bestie. Inoltre Demetra Melena indossava un chitone lungo fino ai piedi e teneva un delfino su una mano e una colomba nell’ altra. La statua della Dea Demetra Melena è chiamata così ovviamente in riferimento al colore della veste di Demetra ( 19 ). In seguito per cause ignote la statua lignea raffigurante la dea Demetra Melena fu distrutta dal fuoco e per un lungo periodo di tempo i Figalei non fecero più nessuna statua né fecero dei sacrifici. Così tornò la carestia ( 20 ). A questo punto l’ Oracolo della Pizia disse:
“Arcadi azani, mangiatori di ghiande, che Figalia abitaste, occulto antro di Deo che generò un cavallo, voi siete qui giunti per sapere come liberarvi dalla carestia dolorosa, voi soli due volte nomadi erranti, voi soli di nuovo mangiatori di frutti silvestri. Deo ti ha fatto cessare di essere pastore e Deo pastori, di nuovo vi rese da legatori di spighe e da mangiatori di focacce , privata che fu degli antichi onori e degli antichi privilegi. E ben presto vi farà mangiatori l’uno dell’altro e divoratori di figli, se non placherete l’ira sua con pubbliche libazioni, e se non adornerete con di divini onori il recesso della grotta “ (21).
Così subito dopo questo responso dell’ oracolo della Pizia, i Figalei incominciarono ad adorare la dea Demetra meglio di prima con offerte e libagioni, e inoltre fecero costruire una seconda volta la statua dedicata alla dea Demetra ancora più bella della precedente, pagando profumatamente uno scultore e artista di nome Onata di Micone Egineta, il quale è anche autore di una bellissima statua in bronzo raffigurante Apollo ( 22 ).
La dea Demetra Melena è all’origine della strega della notte e degli inferi. Così come la dea Ecate, Demetra è la strega del mondo oscuro, infero e ctonio. Le sue vesti nere e i serpenti attorno alla chioma, sono elementi ctoni e panici. La testa equina è il simbolo delle forze primordiali della terra e del suolo. Il delfino che tiene nella mano è ovviamente un animale marino che simboleggia le oscurità delle profondità dell’ Inconscio, in quanto il mare nella psicologia del Profondo rappresenta l’inconscio. La religione Cristiana ha tramandato questi culti segreti della dee oscure, e l’esempio più lampante è la Madonna nera. Con la rappresentazione della dea Demetra Melena e della Madonna nera Cristiana ci si riferisce alle forze terribili della natura, che come la donna e la femminilità, allo stesso tempo può dare la vita ma può anche toglierla. È questo il significato delle leggende su Demetra Melena raccontate da Pausania. Perché la Natura è ambivalente: è Apollinea e Dionisiaca allo stesso tempo. E può mutare il suo aspetto da un minuto ad un altro.
Il mostro femminile protagonista del racconto di Arthur Machen, può rappresentare ad una analisi psicologica e psicoanalitica, anche la donna narcisista patologica e maligna. Molte testimonianze che riguardano le donne narcisiste patologiche, parlano di donne che hanno tolto case e soldi agli uomini con i quali avevano intessuto delle relazioni. Come l’uomo narcisista, la donna disturbata da questa patologia mentale intesse più relazioni contemporaneamente intrappolando le proprie vittime nelle sue ragnatele . Dotata di una sessualità meccanica e senza emozioni, ossessionata dall’aspetto fisico e dal godimento immediato, la sua vita oscilla tra il cercare in modo ossessivo come una predatrice delle relazioni di amore con le quali avere una fonte di approvvigionamento narcisistico e la cura ossessiva per il corpo. Spesso la donna narcisista si presenta agli occhi della società come una vittima del mondo e degli uomini, nascondendosi nelle pratiche del volontariato sociale, nelle quali crea una falsa immagine di se dedita all’aiuto del prossimo, quando invece il suo unico scopo è quello di glorificare se stessa. Oppure la donna narcisista patologica si nasconde in discorsi apparentemente innocui e onorevoli agli occhi della società come il “ desiderio di volere diventare madre “ e di sposarsi. Possiamo quindi interpretare il lato narcisistico della personalità di molti uomini e molte donne come il lato Dionisiaco e oscuro che si nasconde dietro una falsa immagine Apollinea.