Apollineo e Dionisiaco nella letteratura fantastica e Horror: Arthur Machen , H. P. Lovecraft e J. R. R. Tolkien. PARTE I
di Fabrizio Manco
Parte prima
Apollineo e Dionisiaco nella letteratura fantastica e Horror
J. R. R. Tolkien e H. P. Lovecraft: un paragone possibile?….
In questa introduzione a questo mio nuovo studio/ saggio analitico che costituisce anche la prima parte del saggio, ancora una volta torno a parlare dell’ Apollineo e del Dionisiaco. E ancora una volta ne parlo attraverso la letteratura fantastica e Horror. Queste due grandi forze che plasmano da milioni di anni il nostro mondo ( si può affermare benissimo fin dalla sua origine), si sono concentrate nella maggior parte nella cultura fantasy, la quale è caratterizzata da numerose espressioni artistiche e letterarie, come appunto la letteratura, il fumetto, il manga e il cinema. Nella letteratura fantastica il Dionisiaco appare nella descrizione di mostri di vario genere e dimensioni. Nella letteratura, fin dalle origini della mitologia e delle Cosmogonie universali che narrano gli inizi e l’origine della terra e delle civiltà, appaiono mostri e chimere, e il terrore , la paura e il panico cosmico e universale sono i veri protagonisti delle storie. Nei miei scritti precedenti ho fatto riferimento a varie opere fantastiche della nostra cultura contemporanea, come il racconto di Neil Gaiman Coraline, del quale è stato tratto l’omonimo e bellissimo film di Henry Salick Coraline e la porta magica ( 2 / 3 ).
La filosofia sotterranea di questo racconto e del film è la dicotomia dell’ Apollineo e Dionisiaco. Gran parte del cinema e della letteratura Horror, fantasy e fantascientifica contiene al suo interno questa grande dialettica universale e vecchia quanto l’universo. Il mondo Fantasy e fantastico ne ha fatto molto uso: la trilogia cinematografica di Peter Jackson basata sul capolavoro di J. R. R. Tolkien Il Signore degli Anelli è uno dei punti di conferma e riferimento ( 4 ). In questo romanzo fantasy e nell’ omonimo film di Peter Jackson il Dionisiaco è rappresentato dai mostri della Terra di Mezzo: il gigantesco e malefico ragno Shelob , discendente dalla malvagia Ungoliant, una gigantesca e malefica tarantola carnivora; da Gollum, un essere diventato deforme, mostruoso e schizofrenico a causa della sua ossessione verso l’ Unico Anello di Sauron, e poi gli orchi e il Signore degli anelli chiamato Sauron sono le espressioni più Dionisiache e ctonie della Terra di Mezzo di J. R. R. Tolkien ( 1892 – 1973 ).
Ma non solo. Il Dionisiaco serpeggia come un serpente avvelenato nei territori dei racconti di H. P. Lovecraft ( 1890 – 1937 ), nel racconto Dracula ( 1897 ) di Bram Stoker (1847 – 1912 ) , con la rappresentazione delle Tre mogli di Dracula , le quali sono modellate chiaramente sulla mitologia delle Empuse e delle Lamie, i famigerati mostri femminili che succhiavano il sangue dei bambini, e nella innumerevoli figure femminili archetipiche legate alla strega , alle Lamie e alle Empuse della mitologia Greca, le quali come detto prima, succhiano il sangue delle loro vittime e rapiscono i bambini. Nei racconti di H. P. Lovecraft il Dionisiaco è rappresentato dai mostri alieni che incarnano a loro volta il terrore panico e cosmico dell’uomo. Le divinità aliene di H. P. Lovecraft sono antichissime e primordiali, esistono fin dalla notte della creazione del mondo , degli altri mondi e dell’universo stesso. Molti pensano che la creatura mostruosa del film Alien di Ridley Scott si tratta di una creatura Lovecraftiana : ma io penso che non sia così. Per il semplice motivo che le creature aliene di Lovecraft sono antichissimi dei primordiali che operano in un mondo umano caratterizzato dalle vestigia delle antiche civiltà. Il Dionisiaco in Lovecraft proviene dal mondo dei primordi. La creatura del film di Ridley Scott incontra il mondo civilizzato e supertecnologico. Forse l’unico punto di contatto tra i Grandi antichi di Lovecraft e Alien di Scott è che l’universo e’ caratterizzato dal mostruoso. La vita e l’universo nascondono mostri e terrori inimmaginabili. Il Dionisiaco è il primo strato ad apparire nella storia della vita. L’ Apollineo apparirà molto tempo dopo, per nascondere il volto dell’ universo e della vita, un volto fatto di orrore e terrore primordiale. C’è molto di più dietro la bellezza Apollinea …. Basta solo togliere e sollevare il famigerato Velo di Maya che copre la bellezza e la realtà viene svelata…… si intitolava La Realtà in trasparenza la vecchia edizione delle Lettere di J. R. R. Tolkien……..
Questo aspetto ctonio della vita è rappresentato molto spesso da entità femminili.
Nel cinema ne troviamo decine di figure femminili oscure e Dionisiache. L’ho già scritto nel saggio dedicato al racconto di Coraline e lo voglio ripetere anche in questa altra analisi. Il Dionisiaco nella letteratura è nel cinema viene incarnato dal femminile oscuro e tenebroso perché esso rappresenta gli aspetti più oscuri e terribile della psiche femminile.
La psiche femminile è di natura ctonia ( 5 ). Con questo termine si indicano tutte le dee terrestri e dell’ oltretomba della mitologia Greca e Romana. La Grande Madre terribile del Neolitico, la dea Artemide, la dea Persefone…. Sono tutte divinità femminili ctonie, Dionisiache e oscure. Nel corso dei secoli e dei millenni queste divinità si sono trasformate in streghe, vampire e in Femme fatale. Il ragno o comunque le creature aracniformi sono gli esseri viventi molto spesso più associati e collegati agli archetipi del femminile oscuro e tenebroso. Il ragno per via delle sue ragnatele con le quali mette in trappola le sue prede e successivamente le divora, è associato alla malvagità femminile. La donna con le sue ragnatele fa sviare la strada agli eroi e li inganna e li trascina all’interno della sua tana che contiene innumerevoli uova malefiche. Il complesso della Vedova nera fa capire molto bene questo aspetto ctonio del femminile. Con tale termine si descrive una tipologia di donna che dapprima seduce il suo amante e una volta attirato nelle sue spire lo avvolge nelle sue ragnatele divorandolo a livello psicologico. In Coraline la donna / mostro- ragno attira i bambini insoddisfatti della loro vita e li seduce con un mondo Apollineo fatto di leccornie, primizie, blandizie e delizie …. Ma non appena li ha intrappolati , la donna – ragno svela il suo vero lato nascosto, cioè quello Dionisiaco, tenebroso e mostruoso.
Nel racconto Il grande Dio Pan di Arthur Machen, che in questa sesta parte dedicata all’ Apollineo e al Dionisiaco costituisce la prima tappa di questo nuovo viaggio all’interno del Dionisiaco e dell’ oscurità nella letteratura fantastica e Horror, ancora una volta è il femminile oscuro tenebroso e Dionisiaco il protagonista e soprattutto l’entità che mette in pericolo l’umanità.
Arrivato a questo punto vorrei concludere questa introduzione e prima parte con ulteriori considerazioni sul tema dell’ Apollineo e del Dionisiaco nella letteratura fantastica e Horror, in particolare analizzando un possibile paragone tra J. R. R. Tolkien ( 1892 – 1973 ) e H. P. Lovecraft ( 1890 – 1937 ) . In J. R. R. Tolkien abbiamo il sublime e il tenebroso, il Bene e il Male, la bellezza e il grottesco, l’ Apollineo e il Dionisiaco. Le creature rappresentate dall’ Apollineo sono gli Elfi, Aragorn, Frodo e Sam e gli Hobbit in generale. Gli Hobbit ci insegnano che anche il più piccolo componente del mondo può modificare il destino dell’ Universo. Come dimostra il viaggio e il sacrificio di Frodo e Sam. Questa concezione della vita in Tolkien, è molto vicina alla concezione Buddista del mondo, della vita e del suo significato. Ogni essere vivente per il pensiero Buddista è collegato ad un altro. Ma andiamo avanti. Gli Elfi rappresentano la Spiritualità: Cristiana o Buddista sono dettagli, perché nel mondo di Tolkien esiste la Spiritualità in senso lato. Spiritualità Cristiana o Buddista sono degli esempi o modelli. Non sono necessari per il mondo di Tolkien….. tuttavia molti richiami di tali filosofie di due dei più grandi maestri spirituali della storia sono presenti nell’ opera di Tolkien. Soprattutto quella Cristiana. Tolkien era infatti un Cristiano/ Ortodosso di vecchio stampo , quasi puritano per certi aspetti. Una caratteristica molto negata e soprattutto rigettata tra i moderni appassionati di Tolkien. Aragorn rappresenta il sacrificio e la vittoria, e lo stesso si può affermare per Frodo e Sam. Tuttavia nella Terra di Mezzo non c’è solo il Bene….. esiste anche il Male….
Il Silmarillion ci racconta che le forze oscure sono presenti fin dalla Creazione del mondo ad opera di Eru Iluvatar e degli Ainur. Eru Iluvatar è una sorta di Demiurgo della Terra di Mezzo, l’ Uno Plotiniano dal quale tutto proviene e dal quale tutto ritorna. Il Male nel regno di Arda prende forma nelle entità di Morgoth/ Melkor e di Ungoliant, la gigantesca creatura Aracniforme antenata di Shelob… e successivamente negli altri esseri malvagi come gli Orchi e i Balrog. Ma con la luce della forza interiore rappresentata dalla boccetta elfica che Dama Galadriel regala a Sam, anche una creatura mostruosa può essere sconfitta.
Per quanto riguarda H. P. Lovecraft, i mostri Lovecraftiani rappresentati dai Grandi Antichi, da Azatoth, da Cthuluh, dalla Grande dea madre Shu – Niggurath il grande capro dalla innumerevole prole, chiaramente ispirata al Dio Pan di Arthur Machen, essi rappresentano il Male e la sua proliferazione, contro il quale nella concezione di H. P. Lovecraft l’uomo e la sua specie possono solo soccombere. Non è così in J. R. R. Tolkien dove i mostri e il male possono essere sconfitti con la luce della Grazia ,del coraggio e del sacrificio. I tre film della Trilogia principale di Peter Jackson, Il Signore degli Anelli, hanno il merito per avere caratterizzato benissimo il lato Apollineo e il lato Dionisiaco della Terra di Mezzo : l’ Apollineo rappresentato dagli Elfi, dal Mago Gandalf, dagli Hobbit e dagli Ent, gli alberi secolari che governano i boschi, mentre il Dionisiaco è rappresentato da Sauron ,dai Balrog, i misteriosi demoni di fuoco, dagli orchi, dal mago Saruman e da Gollum…. Lo stesso si può affermare per la seconda trilogia di Peter Jackson tratta dallo Hobbit ( 6 ) , il primo vero importante racconto di J. R. Tolkien che funge da antefatto e da prologo del Il Signore degli Anelli. Anche in questa seconda trilogia cinematografica ( 7 ) , Peter Jackson caratterizza al meglio la parte Apollinea e Dionisiaca. È non è assolutamente vero che la trilogia dello Hobbit sia minore rispetto alla precedente: certo, qualche scelta stilistica e di scenografia si poteva evitare, ma in sintesi anche questa trilogia è riuscita bene nel suo intento, soprattutto con la presentazione del Drago Smaug è degli Orchi, personaggi che trasmettono la potenza Dionisiaca, spettrale e tenebrosa.
Se in Tolkien prevalentemente la grazia, la salvezza e la sconfitta dei mostri, non così in H. P. Lovecraft, dove i mostri sono troppo forti per essere sconfitti, e spesso dinnanzi a loro l’uomo fugge disperato o si suicida per essere impazzito. Inoltre nelle opere di H. P. Lovecraft è molto presente e marcata la presenza dell’ Apollineo e Dionisiaco: per Lovecraft la realtà nella quale viviamo è soltanto una piccola parte del reale, la quale inoltre è coperta dal velo dell’ Apollineo che mantiene lontano dagli occhi ciò che nasconde dietro, cioè l’orrore.
J. R. R. Tolkien era credente in maniera fervente in Dio e nella fede Cattolica, H. P. Lovecraft era ateo e materialista, ma non scientista. In Tolkien trionfa l’ Apollineo, in Lovecraft trionfa e domina il Dionisiaco .
Tuttavia Tolkien e Lovecraft erano entrambi contro il progresso della tecnica e dell’ industrializzazione già ai loro tempi sempre più incalzante e inarrestabile. Questo è un primo punto di contatto tra Tolkien e Lovecraft. Tuttavia esiste un secondo punto di contatto tra questi due autori del Fantastico molto distanti tra di loro: entrambi scrissero una conferenza/ saggio in difesa della loro opera. Come riconosce lo studioso Gianfranco De Turris nell’ introduzione all’opera di J. R. R. Tolkien Il Medioevo e il Fantastico, la quale costituisce una raccolta di saggi sul mondo fantastico e medievale ( 8 ) , Tolkien scrisse il saggio Sulle fiabe, il quale poi fu letto in una conferenza nel 1939 all’ Università dove insegnava, come risposta alle dure critiche che ricevette dopo la pubblicazione dello Hobbit nel 1937, che dal mondo intellettuale fu considerato come una fuga inutile nella fantasia. Tolkien nel saggio Sulle fiabe difende a spada tratta il mondo dell’ immaginario considerato un serbatoio importante per la fantasia umana. Allo stesso modo H. P. Lovecraft nel saggio In difesa di Dogon difende il suo primo racconto pubblicato nel 1917 dal titolo Dogon ( 9 ) appunto, dalle dure critiche che suscitò questo racconto nel pubblico di quegli anni. Nel saggio H. P. Lovecraft espone la sua estetica dell’ orrore e dell’ immaginario horrorifico e traccia delle linee nuove si come scrivere racconti dell’ orrore. Adesso possiamo passare alla seconda tappa di questo viaggio filosofico sul mondo del Fantastico e dell’ orrore.