Angelo Piemontese legge Totocaelo di Sandro Gros-Pietro, fra gli 80 finalisti al Premio Strega 2023
Sfortune e fortune di un’ultracentenaria cosmopolita
Totocaelo di Sandro Gros-Pietroèun messaggio di speranza, affidato alla scienza, con l’imprescindibile supporto della cultura
Il romanzo, narrato in prima persona dalla Protagonista Shanti Chantara, è diviso in quattro parti, contenenti vari capitoli, titolati, che trattano un momento preciso della sua interminabile esistenza.
A Bangkok, per aiutare la propria famiglia, la Narratrice lavora nel negozio di un cinese, che la sfrutta, favorito da un ambiente in cui regna corruzione e illegalità. Volendosi emancipare da lui, dopo la tragica morte del fratello Boat, per le sue idee rivoluzionarie, si avvia alla prostituzione, ma viene salvata da Ovidio, che la riscatta e la porta a Torino, grazie all’aiuto di madre Alfonsina, Generalessa delle monache. Il tono elegiaco e favoloso si alterna alla dura condanna della realtà thailandese di fine Anni Cinquanta – inizi Sessanta.
Grazie all’amore e ai soldi che Ovidio versa alle religiose, Shanti si laurea e inizia a insegnare. Dopo la drammatica morte di Ovidio, ucciso in uno scontro a fuoco durante un esproprio proletario, già incinta, la Narratrice, grazie alle competenze in campo economico, viene mandata a Roma, lavorando nel Vaticano e dedicandosi all’educazione del figlio, chiamato Boat per espresso volere del suo uomo. A ottobre 1999, in occasione di un viaggio a Londra, per partecipare a un convegno, conosce il magnate Sir Harvey Russel, che a Capodanno del Duemila le chiede di sposarlo. Si trasferisce, perciò, a Londra col figlio, adottato da Harvey, entrando in contatto con l’alta finanza mondiale, mentre Boat mostra doti eccezionali in campo informatico. A differenza della precedente, la seconda parte, in cui ci sono riferimenti costanti a tutti gli avvenimenti storici di fine ‘900, è più razionale e utopistica allo stesso tempo.
Proprio mentre il suo ruolo di ricca e appagata rappresentante della finanza internazionale la portano a spostarsi in continuazione in ogni angolo della Terra, Shanti apprende da Harvey che è stato lui a uccidere Ovidio-Gualtiero Sereni-Menotti, il quale in realtà era suo fratello Gerald Russel, suo rivale da sempre odiato. Pur sconvolta, Shanti non lascia il marito, anche per tutelare Boat, ormai divenuto scienziato di fama mondiale e sposato con Sigrid, da cui ha due gemelli. In contrasto con Harvey, ma molto ricca, la Narratrice torna a vivere in prevalenza a Bangkok, aiutando la sorella a diventare proprietaria di una catena di ristoranti.
Ormai settantenne e vedova, Shanti è una delle donne più ricche del pianeta, grazie al figlio, che diviene ultramiliardario con i proventi dell’agapitina, il portentoso farmaco da lui inventato. La sua vita prosegue fra ricchezze, riconoscimenti e beneficenza e arriva ai centoventi anni, quando, non più autonoma, si scopre a riassumere la sua infinita, straordinaria esistenza.
Quest’ultima parte, la più utopistica con la nascita di GARBO e lo sfruttamento delle nanotecnologie per produrre energia pulita e infinita, passa dalla stretta attualità della pandemia all’utopia, con un programma anche realistico. Dopo lo spazio dato alla tematica dell’economia globale, è affrontato quella ambientale, vista nei tempi dilatati dell’evoluzione della Terra con le possibili alternative eco-compatibili. Messa in rilievo l’opposizione produzione armi-arricchimento, Shanti parla di civiltà come condivisione, bellezza e felicità. Ancora più marcato è il contrasto fantasia-realtà, con la prevalenza data all’utopia, che si materializza con l’attuazione del progetto Babel, che permette a tutto il Pianeta di avere energia a sufficienza.
Per la sua ricchezza straordinaria di tematiche assolutamente attuali, il libro può essere affrontato e definito da vari punti di vista. Si può velocemente riassumere come la straordinaria esistenza di una donna che sfugge alla povertà e alla prostituzione grazie all’amore e che diviene la più ricca del mondo per merito dello studio, che le permette un’apertura mentale scevra da ogni pregiudizio.
La storia di Shanti, però, può essere letta anche come l’estrinsecazione dell’eccezionale utopia di un mondo in cui tutti possano vivere in armonia con l’ambiente, sfruttando in modo virtuoso le fonti energetiche non inquinanti e rispettose del nostro Pianeta o al di fuori di esso.
Su tutto sembra prevalere l’aspetto utopico, che spiega la trama complessa, quasi da feuilleton, permettendo a Gros-Pietro di prefigurare il mondo che vorrebbe, nel quale cultura e scienza hanno un ruolo centrale. Shanti, infatti, si laurea prima in Lettere e Teologia e poi in Economia, per cui è in grado di elaborare giudizi motivati nei due campi, apparentemente distanti, ma uniti dalla “voglia di fare, di imparare, la resistenza fisica alla fatica di apprendere, la curiosità insaziabile di sapere: è questa l’autentica bellezza della gioventù, che sfiorisce assai meno rapidamente negli anni, anzi può accompagnare l’essere umano fino alla soglia della morte” (p. 208). Tale convinzione le permette di superare un dramma inimmaginabile: scoprire di aver sposato in seconde nozze Harwey, l’assassino di Ovidio-Gualtiero e padre adottivo di Boat, che è anche suo nipote.
A 105 anni Shanti riceve il Premio Nobel per le sue attività filantropiche, che si estrinsecano anche attraverso l’azione degli oltre un miliardo di persone iscritte al GARBO – Gruppi associati rallegranti benessere olistico –, che lei ha fondato nel 2022 e che tende a produrre una vera fusione fra cultura occidentale e orientale. Questa finalità percorre tutto il libro ed è sottolineato dai vari luoghi in cui vive la Protagonista e dalle citazioni di pensatori, poeti e scrittori dei due emisferi terrestri. Anche per lei, però, arriva il momento di fare i conti con la propria esistenza: a centoventi anni è costretta ad ammettere che l’Alzheimer, “il vile furto della memoria” rappresenta “la devastazione e l’offesa più grande di qualsiasi altra ladreria subita nel corso della vita. Dentro casa. Subire il ladrocinio dentro il cervello è ben più grave: ti rimane il resto di niente. Involate le mappe dei ricordi, i camminamenti arditi del pensiero, le classificazioni delle emozioni, dei profumi, dei profili dei volti, la memoria dei suoni. Non c’è più nulla” (p. 235). La constatazione di essere “già il presente e il passato. Sono già la vita e sto per diventare la morte” (p. 261), la porta all’amara conclusione che il “tempo pesa come un piatto di minestra. Lo si digerisce poco per volta, perché è difficile da mandare giù” (p. 263).
Il tema della vecchiaia è di grande attualità, così come quello della cooperazione di tutti i popoli per un equo sfruttamento delle risorse della Terra e dell’Universo in un momento in cui l’ennesima tragica guerra in Europa ne ha sottolineato ancora di più la centralità per il benessere di tutti gli uomini. Totocaelo, insomma, è un libro radicato nel nostro tempo, del quale, attraverso la favolosa emancipazione di una donna straordinaria, fa emergere tutte le problematiche e l’inestinguibile propensione al sogno, all’utopia, facendosi portatore di un messaggio di speranza, affidato alla scienza, con l’imprescindibile supporto della cultura. Nel mondo dominato dalla tecnologia, infatti, se la “televisione mette in mostra il volto del nostro tempo”, i “libri, invece, ne descrivono l’anima” (p. 110), perché la parola rappresenta “la matematica del pensiero, come la musica lo è delle emozioni” (p. 111).
Queste poche notazioni fanno capire l’ampio ventaglio di spunti e di riflessioni suggerite al lettore da Gros-Pietro, che infonde nel libro tutta la sua ricca umanità e la propria sconfinata cultura e statura di scrittore, testimoniate non solo dalla miriade di citazioni di filosofi, autori, artisti e scienziati, ma anche dall’uso di varie tecniche narrative e di generi letterari, ben supportate da un linguaggio alto, assolutamente confacente alla materia trattata, ma mai oscuro, che aiuta a gustare la lettura di un libro fuori dagli schemi e appassionante.
Sandro Gros-Pietro Totocaelo,Genesi Editrice, 2022, Euro 16,00
Sandro Gros-Pietro è nato e vive a Torino.
Ha svolto attività nel campo della consulenza, dell’insegnamento e dello scambio di beni e servizi. Nel 1980 ha rilevato dall’editore Giappichelli di Torino la collana di poesie “I Gherigli” e ha fondato la Genesi editrice che dirige con la moglie Eleonora.
L’attività di editore rappresenta la priorità dei suoi interessi, ma egli è anche autore di poesie, prose, saggi e articoli di riviste.
In poesia ha pubblicato Il soggolo, Torino, 1975; Io sono cento, Torino, 1977; Pause, Torino, 1978; La battaglia di Marostica, Forlì, 1979; Dado caudato, Torino, 1981; Qual buon vento, Torino, 1986; Centamore, Torino, 1988; Postura alla corte di Vulcano, Torino, 1996; Le geoepiche e altri canti, Torino, 2010.
Di narrativa ha pubblicato Da qualche parte è primavera, Torino, 1986, da cui ha tratto, con Paolo Quaregna, la sceneggiatura Capogiro, Torino, 1988; Cuore spaccato, Torino, 2014; Fratello cattivo, Neos, Torino, 2018.
Ha curato una serie di antologie critiche, tra le quali si ricordano Il rinoceronte tra le nuvole, Torino, 1982; in collaborazione con Giorgio Bárberi Squarotti, Agenda del Poeta n.° 1, Torino, 1985; Agenda del Poeta n.° 2, id., 1987, e Almanacco del Poeta, 1990.
Ha pubblicato diverse antologie critiche e nel 2010 è uscita quella commemorativa Trent’anni della Genesi, Torino, 2010 e nel 2011 Il buon sorriso.
Di saggistica ha pubblicato la traduzione dal greco dell’Elogio della calvizie di Sinesio, Torino, 2003; Liliana Ugolini: poesia, teatro e raffigurazione del mondo, Torino, 2005; La contemplazione della fiamma: Giuseppina Luongo Bartolini tra impegno e dolorosa luce, Torino, 2008.
È responsabile della Rivista di formazione e di cultura Vernice e Presidente dell’Associazione culturale onlus Elogio della Poesia di Torino, e ha fondato il premio di Poesia I Murazzi di Torino, giunto all’ottava edizione.