Andrea Giannelli un medico d’altri tempi straordinariamente attuale
Di Laura De Vita
Qualche tempo fa mi capitava tra le mani un vecchio opuscolo, sgualcito e ingiallito, con un inconfondibile ed irresistibile profumo di antico, stampato a Napoli esattamente cento anni fa. Il cognome del personaggio citato nel titolo mi era familiare ed il mio pensiero è volato subito al famoso pittore Enrico Giannelli (Alezio, 30 dicembre 1854 – Parabita, 15 luglio 1945), la cui produzione artistica ha reso immortali le straordinarie bellezze del Golfo di Napoli e delle coste del Salento ed al quale è intitolato l’attuale I.I.S.S. di Parabita.
Meno noto e forse un po’ caduto nell’oblio a causa dell’inesorabile trascorrere del tempo, ma ugualmente importante per aver scritto una parte di storia del nostro bel Salento, è il padre del pittore, Andrea, al quale l’opuscolo è intitolato.
Andrea Giannelli nacque il 5 agosto 1821 a Parabita, da Raffaella Marzano e da Francesco, stimato ed apprezzato medico chirurgo, dal quale apprese le prime nozioni di filosofia e matematica, materie che, divenuto giovinetto, continuò a studiare con il medico Don Liborio Coletta di Matino. A 23 anni si trasferì a Napoli per completare i suoi studi accademici e, nel 1848, non senza rinunce e sacrifici, dovuti alla sua precaria condizione economica, ottenne la laurea in chirurgia.
Animato da sentimenti libertari e da fervente patriottismo, tra il 1848 e il 1849 partecipò attivamente al Risorgimento, arruolandosi come volontario nel Battaglione Universitario Romano nella campagna militare contro l’Austria (I° Guerra d’Indipendenza). Nel 1850 tornò a Parabita e ottenne la nomina di medico condotto in Villa Picciotti ove fu perseguitato dall’Intendente della Provincia di Terra d’Otranto, il barone Sozi-Carafa, e colpito da mandato di arresto per i suoi principi antiborbonici. La pena del carcere fu presto commutata in quella del confino in Lecce, che per 40 giorni l’obbligò a presentarsi mattina e sera presso la sede della polizia per attestare la propria presenza in città. Una volta tornato in Villa Picciotti riprese ad esercitare la condotta medica e il 23 giugno 1852 sposò la nobildonna Agnese Ferrari dei duchi di Parabita, dalla quale ebbe quattro figli: Enrico, Giuseppe, Luigi e Raffaele.
Nel 1863 venne nominato R. Delegato Straordinario per il Comune di Villa Picciotti e, successivamente, divenne Capitano della Guardia Nazionale. Fu Sindaco di Alezio (ex Villa Picciotti) per due mandati: dal 1882 al 1884 e dal 1885 al 1887. Fu proprio durante uno di questi mandati, più precisamente nell’anno 1884, che la terribile e devastante epidemia di colera che aveva colpito la popolazione di tutta Italia giunse anche nel piccolo comune di Alezio. In qualità di Primo Cittadino ma anche, e soprattutto, grazie alle sue competenze scientifiche di medico, il dottor Giannelli pose in essere tutta una serie di misure igienico-sanitarie, in primis quella dell’isolamento, grazie alle quali la diffusione dell’infezione fu arginata e vennero salvate migliaia di vite umane.
Andrea Giannelli esercitò la sua professione di medico chirurgo, vera e propria vocazione della sua nobile anima, per oltre 60 anni, dedicandosi completamente agli altri, distinguendosi per bontà e disponibilità, senza lasciarsi spaventare dai disagi e dalle difficoltà, senza badare a spese e senza fare distinzioni economiche, sociali o politiche tra i suoi pazienti: il povero e il ricco, il nobile e il popolano, l’amico ed il nemico, tutti indistintamente usufruirono delle sue competenze mediche e non solo, perché egli elargiva denaro a chi glielo chiedeva, senza pretenderne la restituzione.
Fondò il Patronato Scolastico di Alezio, istituzione deputata al sostegno concreto degli alunni poveri che non erano in grado di assolvere all’obbligo d’istruzione e della quale fu anche presidente a partire dal 1905 e fino a quando le sue condizioni di salute glielo permisero.
Molte le onorificenze che furono riconosciute a questo instancabile lavoratore, tra cui il titolo di Cavaliere della Corona d’Italia, concesso direttamente da S. M. il Re Umberto I.
Andrea Giannelli morì il 28 gennaio 1921 in Alezio all’età di 99 anni, senza raggiungere l’agognata meta dei suoi 100 anni, attesa non solo dai familiari, ma anche dall’Ordine dei Medici che da tempo gli preparava i meritati e solenni onori. Numerosissime furono le manifestazioni di cordoglio per la dipartita di questo stimato e quasi venerato (cit.) personaggio, tanto che i figli decisero di raccoglierle nell’opuscolo “In memoria di Andrea Giannelli”.
Tutti i giornali dell’epoca riportarono la notizia della triste perdita; il Comune di Alezio, sua seconda patria, dichiarò il lutto cittadino; mentre il Consiglio Comunale di Parabita, nemmeno un mese dopo la morte, il 27 febbraio, si riunì in seduta straordinaria e deliberò all’unanimità dei voti (consiglieri presenti: Raffaele Pisanello, Sindaco; Luigi Cacciapaglia, Giovanni Miggiano, Giuseppe Pasanisi, Panfilo Monteanni, Luigi Pisanello, Napoleone Pagliarulo, Pasquale Vinci, Luigi De Matteis, Lucio Nicoletti, Vito Russo, Giovanni Antonazzo) che la strada interna denominata Salita Giannelli, fosse sostituita dalla seguente altra denominazione, ossia Via Dottor Giannelli Cav. Andrea, di modo che il ricordo del caro estinto, che tanto onore e decoro aveva dato alla sua città natale, rimanesse per sempre scolpito nell’animo delle future generazioni.
Il centenario della morte dell’illustre personaggio ricorrerà il 28 gennaio prossimo e potrebbe costituire per le Amministrazioni di Alezio e di Parabita, unitamente alle Scuole del territorio e all’Ordine dei Medici della Provincia, un’occasione per fare cultura nel senso più genuino del termine, permettendo ai giovani di conoscere un uomo che, in vita, fu modello di molte virtù. È proprio di virtù e di valori profondi che la società di oggi, caratterizzata da eccessi e dominata dalla filosofia dell’utile, ha davvero bisogno.
La fortezza d’animo, l’onestà, l’umiltà e la bontà verso il prossimo non dovrebbero mai passare di moda con il trascorrere dei secoli e a volte, anche gli argomenti apparentemente più obsoleti hanno inaspettati collegamenti con la realtà odierna. Se un tempo vi erano le epidemie di colera, virus più subdoli si insinuano oggi nelle nostre vite, come il COVID 19. Oggi assistiamo all’impegno di tanti medici che, come lo stesso Andrea Giannelli un secolo e mezzo fa, salvano la vita a migliaia di persone. Quello che prima era chiamato isolamento, oggi viene denominato lockdown.
Eppure la storia si ripete, identica nella sua essenza, anche se con personaggi e modalità differenti. Per comprendere il presente occorre conoscere il passato. Ma soprattutto, continuare a coltivare la memoria può essere un ottimo vaccino contro l’indifferenza!