IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Alla ricerca di quell’Ulisse che è in tutti noi, dimenticandoci spesso di toglierci le pantofole

Ulisse e le sirene piatto in ceramica

Ulisse e le sirene piatto in ceramica

Di Pompeo Maritati

Penso che nessun altro poeta o scrittore nella storia universale della letteratura mondiale abbia saputo farci sognare come Omero. Da quasi tre millenni accompagna la nostra formazione culturale e caratteriale con le sue due opere più note l’Iliade e l’Odissea.

Chi di noi nel corso della propria vita non ha mai sognato di prendere il largo e rifugiarsi aldilà dell’orizzonte della nostra grigia realtà, ad inseguire gli splendidi tramonti sul mare Egeo. Quante volte abbiamo sognato, da buoni pantofolai di attraccare la nostra piccola imbarcazione sul bagno asciuga dell’isola di Ulisse, dove ad attenderci ci sarà la bella, quanto fedele Penelope, avvertita proprio da Ulisse, del quale siamo diventati grandi amici. Si, io mi sento un suo grande amico e sono fiero di aver fatto la sua conoscenza.

Ricordo quand’ero sui banchi di scuola, mentre il professore spiegava e leggeva i suoi poemi, io ero intento a fantasticare, a girovagare con la fantasia tra le miriade isole greche, alla ricerca proprio di Ulisse. Una forte spinta emulatrice che si traduceva nella promessa meno mantenuta al mondo,  che avrei un giorno preso il largo alla sua ricerca.  A onor del vero quella promessa è stata in parte mantenuta. Ho tanto sognato tutto ciò che, presi armi e bagagli, una ventina d’anni fa e sono realmente sbarcato ad Itaca, non a bordo di una mia imbarcazione ma di un comune traghetto. Che straordinaria quanto emozionante sensazione quella di camminare tra i viottoli dove forse tanto, tanto tempo fa, Ulisse era solito passeggiare. Guardavo e rimiravo la bellezza di quest’isola, posando lo sguardo ovunque, consapevole che lui, Ulisse, sicuramente al fianco di Zeus e degli altri dei greci, mi stesse guardando, probabilmente accennando ad un sorriso di compiacenza, sapendo lui quanto io abbia desiderato questi momenti.

Dopo l’estasi di un sogno che diventava realtà, non potetti fare a meno di rivolgere un pensiero di sincera gratitudine a colui che con tanta abilità ci ha raccontato quelle straordinarie vicende epiche di tre millenni fa e che grazie a lui oggi possiamo continuare a sognare. 

Nel corso dei numerosi decenni della mia vita, non ho mai cessato di prendere il largo, imbarcato sulla mia splendida e veloce nave costituita dalla mia fervida fantasia. Quante volte sono sbarcato ad Itaca e nascosto dietro un paravento, attendendo pazientemente il rientro di Ulisse, con  l’unico difetto che mi riconosco che è rappresentato dal fatto che son sempre partito dimenticando di togliermi le pantofole.

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