IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Alessandro Manzoni: Genio letterario o millantato credito?

Alessandro Manzoni

R.d.F.

Alessandro Manzoni, celebre per il suo capolavoro I Promessi Sposi, è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi scrittori italiani. Tuttavia, come accade per molti giganti della letteratura, il suo status è stato spesso oggetto di dibattito. Fu davvero un genio paragonabile ai grandi del suo tempo come Goethe, Victor Hugo e Tolstoj, oppure la sua fama è in parte frutto di “millantato credito”? Esploriamo questa domanda, analizzando le sue opere principali e il loro impatto sulla letteratura e la società.

Manzoni iniziò la sua carriera letteraria con alcune opere poetiche, tra cui Inni sacri e Il Conte di Carmagnola, dimostrando sin da subito una solida padronanza della lingua italiana e una forte sensibilità religiosa, temi che attraverseranno tutta la sua opera. Tuttavia, il vero punto di svolta nella sua vita fu la conversione al cattolicesimo, che influenzò profondamente non solo la sua vita personale, ma anche il suo approccio alla scrittura.

Alcuni critici, però, ritengono che la sua forte devozione abbia limitato la sua creatività, rendendo le sue opere troppo moralistiche e didascaliche. La rigidità della sua visione religiosa potrebbe averlo costretto a vedere il mondo attraverso una lente troppo stretta, soffocando quella vitalità che caratterizza altri grandi autori del suo tempo, come ad esempio Victor Hugo, con la sua capacità di esaltare la libertà individuale e sociale.

Senza dubbio, I Promessi Sposi è l’opera per cui Manzoni è più conosciuto. Pubblicato nella sua versione definitiva nel 1840, il romanzo rappresenta uno dei primi grandi esempi di letteratura realista italiana. Con la sua attenzione per i dettagli storici e la vita quotidiana, Manzoni aprì la strada al romanzo moderno in Italia. Ma fu davvero un capolavoro? O semplicemente il primo grande romanzo italiano, premiato dall’essere un pioniere in un campo ancora poco sviluppato?

In I Promessi Sposi, Manzoni si confronta con temi universali come l’ingiustizia, la religione, la sofferenza e il destino, intrecciando una complessa rete di personaggi che, attraverso un linguaggio semplice e accessibile, arrivano al lettore con forza e umanità. La storia d’amore travagliata tra Renzo e Lucia, la complessità del personaggio di Don Abbondio, la drammaticità della peste e la riflessione sui mali sociali fanno di questo romanzo un’opera innovativa e di grande spessore.

Tuttavia, alcuni critici ritengono che I Promessi Sposi non regga il confronto con i grandi romanzi europei dell’Ottocento. Ad esempio, i personaggi manzoniani, pur essendo ben costruiti, mancano di quella profondità psicologica che troviamo nei protagonisti dei romanzi di Dostoevskij o Tolstoj. La narrazione, pur scorrevole, risulta a tratti eccessivamente guidata dalla morale cristiana, lasciando poco spazio alla complessità della natura umana in tutta la sua ambiguità.

Manzoni tentò anche la strada del teatro con opere come Il Conte di Carmagnola e Adelchi. Entrambe furono accolte con favore per il loro tentativo di modernizzare il teatro italiano, superando le rigide convenzioni classiche che ancora dominavano la scena. Adelchi, in particolare, è interessante per la sua riflessione sui conflitti di potere e il destino dei popoli, ma anche per la famosa “Coro dell’Adelchi”, un canto lirico che si distacca dal resto del testo e rappresenta una delle punte più alte della produzione manzoniana.

Tuttavia, le opere teatrali di Manzoni non raggiunsero mai la popolarità dei suoi lavori in prosa, e oggi sono raramente rappresentate. A confronto con le grandi tragedie di Shakespeare o i drammi storici di Schiller, le sue opere sembrano mancare di quella universalità e intensità che caratterizza i capolavori del teatro europeo.

Un aspetto spesso sottovalutato della produzione di Manzoni è la sua vasta riflessione teorica sulla lingua e la letteratura, condensata nel celebre Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia e nelle lettere critiche sulla lingua italiana. In queste opere, Manzoni sviluppò una visione chiara del ruolo della lingua come strumento di unificazione nazionale, anticipando molti dei temi che sarebbero diventati centrali nel Risorgimento.

A differenza di Leopardi, il cui Zibaldone è una delle più importanti riflessioni filosofiche e letterarie del suo tempo, le riflessioni linguistiche di Manzoni risultano spesso aride e di interesse limitato ai filologi. Anche qui si potrebbe sostenere che, pur essendo un contributo fondamentale per la lingua italiana, Manzoni non raggiunse la statura dei grandi pensatori europei.

Se confrontato con i grandi autori europei del suo tempo, Manzoni appare a volte limitato dalla sua stessa adesione ai valori religiosi e morali, che pur essendo il cuore della sua produzione, lo allontanarono da quella complessità e ambiguità che caratterizzano gli scrittori più profondi. I romanzi di Tolstoj, Balzac o Dickens, ad esempio, presentano una gamma di personaggi e situazioni molto più sfaccettata, in cui la lotta tra bene e male non è mai del tutto risolta, e il lettore è spesso lasciato a confrontarsi con le proprie domande esistenziali.

Manzoni, invece, sembra voler guidare il lettore verso una conclusione morale ben precisa, appoggiandosi sempre a una visione provvidenziale della storia. Questo approccio lo rende certamente un autore di grande rilevanza, ma potrebbe anche aver limitato la sua grandezza in termini di profondità filosofica e psicologica.

Alessandro Manzoni è senza dubbio un pilastro della letteratura italiana. Con I Promessi Sposi, ha gettato le basi per il romanzo moderno in Italia, affrontando con coraggio tematiche storiche, sociali e religiose. Tuttavia, quando lo si confronta con i più grandi autori europei dell’Ottocento, si potrebbe sostenere che Manzoni, pur essendo un innovatore, non raggiunse la stessa complessità e universalità.

La sua opera risente del suo forte moralismo e della sua adesione a un rigido schema religioso che, se da un lato conferisce coerenza e profondità al suo lavoro, dall’altro limita l’esplorazione della complessità dell’animo umano. Più che un difetto, si tratta di una scelta stilistica e filosofica che definisce la sua produzione, ma che potrebbe far pensare che, nel contesto dei grandi scrittori del suo tempo, ci sia un po’ di millantato credito nella sua figura di “genio indiscusso”.

Manzoni è dunque un grande scrittore? Indubbiamente. Ma la sua grandezza potrebbe essere più legata alla sua importanza storica e alla sua influenza sulla letteratura italiana che non alla capacità di competere con i giganti letterari del panorama europeo.


Rivista online Il Pensiero Mediterraneo - Redazioni all'estero: Atene - Parigi - America Latina. Redazioni in Italia: Ancona - BAT - Catania - Cuneo - Firenze - Genova - Lecce - Marsala - Milano - Palermo - Roma - Trieste. Copyright © All rights reserved. | Newsphere by AF themes.