IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Al Centro tò Kalòn l’anno nuovo inizia all’insegna della letteratura autentica con lo scrittore Paolo Marati

Conferrenza con Paolo Marati

di Anna Stomeo

Il primo appuntamento del 2025 al Centro Culturale tò Kalòn dell’Associazione Itaca Min Fars Hus, a Martano in via Marconi 28, si terrà alle ore 18.30 di Sabato 4 Gennaio e sarà un incontro memorabile, non solo perché coincide con un “cominciamento”, di anno e di intenti, ma anche perché avviene all’insegna della letteratura autentica, con un autore, Paolo Marati, di ottime, riconosciute e consolidate qualità di scrittore e con il suo ultimo romanzo, dal titolo letterariamente allusivo, Non si può essere troppo seri (Edizioni il Foglio 2024), che richiama un verso autobiografico di Arthur Rimbaud (“Non si è seri quando si hanno diciassette anni”) e propone con sapienza affabulativa, un intreccio brillante sull’adolescenza, caratterizzato da un vago sapore nostalgico e da un raro rigore narrativo, storico e analitico.

Una metafora dell’adolescenza, ambienta nei lontani anni Ottanta del secolo scorso, ma che ci coinvolge tutti, oltre la specificità delle situazioni, del tempo, dei luoghi, e che ci conduce, con leggerezza, nei meandri psichici della perdita e dell’angoscia, emozioni trattenute e tenute sotto controllo anche dalla tecnica letteraria perfetta dell’Autore e da un retroterra colto, fatto di consapevolezza generazionale e di saperi collaterali, che affiancano e corroborano la scrittura letteraria, dall’antropologia alla psicologia, dalla sociologia alla critica-critica dei conformismi piccolo borghesi storicamente datati, ma esistenzialmente eterni.

Una storia bella e intensa, ricca di riflessi autobiografici e di analisi psicologiche, ambientata in una Roma dei primissimi anni Ottanta, e sulla costa di Lavinio, luogo di villeggiatura e di relazioni, narrata in prima persona dalla protagonista Patrizia, una studentessa di liceo di diciassette anni, da un anno orfana di padre, che si immerge nello studio per elaborare il grave lutto che l’ha colpita, ma che viene giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, richiamata ‘dalla’ vita e ‘alla’ vita dall’incalzare degli incontri, degli amori, delle inquietudini che le attraversano l’anima senza tuttavia travolgerla.

Un affresco denso di atmosfere storiche e sociali, ma, paradossalmente, senza tempo, e, perciò fruibile in una dimensione esistenziale partecipata, in cui i riferimenti biografici circostanziati si allargano fino a coinvolgere più generazioni di adolescenti, compresa quella odierna, a cui il romanzo di Marati, a nostro avviso, racconterebbe e racconterà molto.

Paolo Marati “scrive bene”, con eleganza stilistica e vigilanza strutturale, senza facili cedimenti paratattici e sa aggiungere alla sue pagine un tocco di ironia e di sarcasmo, che ne rivelano l’acuta intelligenza e la rara visuale introiettiva. Doti, per così dire, professionali, dello scrittore classico, oggi quasi del tutto scomparse e, tuttavia, non obnubilate dall’omologazione delle scritture e ancora richieste dalla sensibilità culturale del lettore, al quale Marati offre la giusta complicità di intenti e di linguaggi.

Ciò perché c’è, sicuramente, nel romanzo di Marati, a volerlo ben guardare in controluce, quello che Walter Benjamin chiamava, «doppio fondo del romanzo», una duplice possibilità di lettura che appartiene all’opera d’arte in generale, ma che, nel caso del romanzo si carica di riferimenti a-specifici, che vanno oltre la vicenda apparente e richiamano più piani di comprensione, in una sorta di traducibilità continua che è propria del linguaggio.

Paolo Marati, che sabato 4 gennaio, converserà con Anna Stomeo e con Paolo Protopapa e con tutti gli amici di tò Kalòn, notoriamente attenti a cogliere gli stimoli di riflessione provenienti dai più diversi ambiti del sapere, è un letterato e un critico attento, capace di sollecitare domande complesse circa la scrittura, ma anche di dare risposte aperte e problematiche circa gli intrecci esistenziali che la scrittura di un romanzo di per sé comporta.

Romano di nascita, ma con ascendenze martanesi, Paolo Marati è professore di Lingua e Letteratura italiana al Liceo Classico Tasso di Roma, da dove è appositamente venuto per incontrarci, accogliendo il nostro invito, e dove rientrerà tra qualche giorno, dopo questa graditissima, per noi, escursione nel Salento dei sui avi, noti imprenditori illuminati della Martano del secolo scorso.

Laureato in lettere all’Università La Sapienza di Roma, con Giulio Ferroni e una tesi su Machiavelli, Paolo Marati ha pubblicato alcuni notevoli saggi critici sull’opera di Giacomo Leopardi, ha collaborato con alcune testate giornalistiche e infine ha scelto l’attivita di docente liceale, che svolge con successo e soddisfazione ormai da molti anni. Un’occasione in più, e una conferma, della conoscenza di quel mondo adolescenziale di cui parla in questo romanzo

Scrittore autentico, per vocazione, ha pubblicato, dal 2007 ad oggi, numerosi racconti e romanzi, tutti attenti a cogliere i mutamenti del tessuto sociale italiano, nella convinzione, ‘antica’ e sempre valida, che compito dello scrittore sia fondamentalmente quello di descrivere e analizzare, per il lettore, le trasformazioni e le contraddizioni della società e del tempo in cui entrambi sono immersi.

Sarà una piacevole opportunità, per gli Amici di tò Kalòn, conversare con Paolo Marati, per approfondire intuizioni, rinverdire ricordi, risvegliare pensieri critici sulla letteratura e sulla sua funzione conoscitiva, attraverso la riflessione su questo suo ultimo romanzo, denso di spunti e di condivisioni.

Una serata di “cominciamento”, di luce e di apertura al nuovo, da non mancare.

Anna Stomeo


Rivista online Il Pensiero Mediterraneo - Redazioni all'estero: Atene - Parigi - America Latina. Redazioni in Italia: Ancona - BAT - Catania - Cuneo - Firenze - Genova - Lecce - Marsala - Milano - Palermo - Roma - Trieste. Copyright © All rights reserved. | Newsphere by AF themes.