al BIFEST Bari International Film Festival TEATRO PICCINNI, giovedì 21 marzo ore 21,30 – IN MEMORIA DELL’OLOCAUSTO DEI ROM E DEI SINTI e a seguire LA CANZONE DI AIDA
il primo lungometraggio di Giovanni Princigalli, il documentario La Canzone di Aida (Canada, Italia, 2024, 98 minuti), girato nel campo rom di Bari e dedicato alla memoria del deputato e sociologo Franco Cassano, sarà presentato al BIFEST Bari International Film Festival anticipato da un corto documentario di 3 minuti Porajmos. In memory of the Roma and Sinti Holocaust, realizzato grazie a delle immagini di archivio e musiche fornite dal Museo dell’Olocausto degli Stati Uniti. In effetti nel 2024 ricorre il 80e anniversario dello sterminio, in una sola notte, di tutti i Rom e Sinti internati ad Auschwitz.
La canzone di Aida è prodotto da Héros Fragiles di Montréal con la partecipazione del centro culturale Abusuan di Bari.
La programmazione al BIFEST è la seguente:
proiezione ufficiale: TEATRO PICCINNI, giovedì 21 marzo ore 21,30 – IN MEMORIA DELL’OLOCAUSTO DEI ROM E DEI SINTI e a seguire LA CANZONE DI AIDA
e
in replica: TEATRO KURSAAL, venerdì 22 marzo ore 21,30 (corto e documentario). In entrambi i casi l’ingresso è gratuito
La conferenza stampa – organizzata dal Bif&st – avrà luogo il giorno 22 marzo , dalle ore 13,00 nella Sala Giuseppina del Teatro Kursaal.
Vi ringrazio l’attenzione
Cordialmente
Héros Fragiles prod.
A seguire: Critiche; Sinossi; Credits e Finanziatori; Distributori; Bio del regista
LA CANZONE DI AIDA
Un documentario di Giovanni Princigalli
Una produzione Héros Fragiles in collaborazione con Centro Abusuan
(98 min, 2024)
Dicono del film
Nell’immagine di Aida, un film sconvolgente e luminoso
(Ghazarian Christine, productrice et professeur de cinéma la Fémis, Paris)
Un affresco di grande umanità. L’autore, come la sua magnifica protagonista,
si confrontano alle loro origini rendendo universale una storia di trasmissione familiare.
(Viviana Andriani, Attachée de presse et productrice, Paris)
In “La chanson d’Aida” troviamo la poesia e la grazia di un certo Truffaut, la curiosità, l’empatia e la complicità di Varda ed il potere del cinema diretto, un’esperienza creativa e trasformativa per chi viene filmato, per chi filma e per chi guarda.
(Silvestra Mariniello, prof. d’Histoire du cinéma et directrice des études cinématographiques de l’université de Montréal)
La canzone di Aida è il frutto di oltre venti anni di conoscenza, frequentazione, presenza, durante i quali Princigalli entra nelle dimore altrui e nelle loro vite, che a lui si raccontano. Nel film, grazie al film, nessuno è escluso. Tutti possono parlare e poi ripensarci. Quindi crescere.
(Viva Paci, prof. de Théories du cinéma et responsable du laboratoire en pratiques documentaires de l’École des Médias de l’Université du Québec à Montréal)
Sinossi
Nel 2002 ho girato il mio primo film in una famiglia di rom rumeni che viveva in un campo di baracche alla periferia di Bari. Vent’anni dopo, questa famiglia vive ancora in una baracca. La coppia che all’epoca era la protagonista del film, è ora in corsa alle elezioni comunali per il centro-sinistra che portano al secondo mandato dell’uscente sindaco Antonio De Caro. La loro figlia, Aida, nel 2002 era un’adolescente sorridente, innamorata di Di Caprio e che sognava di diventare una modella e una cantante. Oggi è madre e moglie, ma vive un forte malessere e disagio personali e sociali. Vuole divorziare e per questo è in conflitto con la sua famiglia. Ha anche avuto problemi con la legge. Questo film è soprattutto la storia della sua lotta per l’emancipazione, l’indipendenza e una nuova vita fuori dal campo.
Il film mostra diverse immagini del passato, molte delle quali mai viste prima e girate anche negli anni 2008 e 2014. Sono presenti anche delle animazioni poetiche per illustrare meglio l’immaginazione dei protagonisti.
Nota: “La canzone di Aida” è un primo lungometraggio del regista. Il film è dedicato alla memoria di Franco Cassano, sociologo e deputato, che fu direttore della tesi di laurea di Princigalli e supervisore del suo primo documentario che fu girato nel 2002 in questa stessa comunità di rom rumeni.
CON IL SOSTEGNO DI
Conseil des arts et des lettres du Québec
Conseil des arts du Canada
Aide au cinéma indépendant de l’ONF (Office National du Film du Canada)
SCAM France
SCAM Canada
Programme doc à risque de PRIM
INCA – CGIL
Teca del Mediterraneo del Consiglio della Regione Puglia
e 230 donatori privati
CON IL PATROCINIO DI
Apulia Film Commission
Comune di Bari
Porajmos. In memory of the Roma and Sinti Holocaust
(realizzato e prodotto da Giovanni Princigalli, montaggio di Emma Bertin)
È un cortometraggio senza parole, montato con immagini e musiche del Museo dell’olocausto degli Stati Uniti. Quest’anno ricorre l’80° anniversario della terribile tragedia che toccò i Rom e Sinti ad Auschwitz. Il 16 maggio 1944, infatti, essi ribellarono alle SS, riuscendo a tenerli fuori dalle baracche per diversi mesi. Ma il 2 agosto, sempre del 1944, le SS, per vendetta, in una sola notte sterminarono tutti i rom che si trovavano ad Auschwitz in quel momento. Non ne rimase vivo nemmeno uno. Testimone oculare fu l’ebreo italiano Pietro Terracina, che all’epoca aveva 15 anni: “Fu sufficiente dare uno sguardo alle ciminiere dei forni crematori per capire che tutti i Rom e Sinti (quelli che noi chiamiamo Zingari) del lager erano stati, tutti, assassinati per gas e dati alle fiamme”.