IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

A tò Kalòn “Le storie dello scirocco” con Paolo Vincenti, 23 ottobre ore 18:00

Evento Centro culturale to Kalon

di Anna Stomeo

Mercoledì 23 Ottobre 2024, alle ore 18.00, a Martano (Lecce) in via Marconi 28, il Centro Culturale tò Kalòn dell’Associazione Itaca Min Fars Hus, condotto da Anna Stomeo e Paolo Protopapa, riapre i battenti per incontrare lo scrittore salentino Paolo Vincenti e il suo ultimo romanzo “Le storie dello scirocco” pubblicato dall’Editore Besa qualche mese fa.

Le Storie dello scirocco si svolgono ad Oppido Tralignano, una denominazione artatamente costruita dall’Autore (si noti l’esplicito assonante riferimento ai ‘tralignamenti’, alle trasgressioni dei suoi abitanti), borgo surreale, offuscato e tormentato dallo scirocco e dai suoi appiccicosi miasmi, un luogo immaginario e realistico e, perciò, virtuale, attraversato da personaggi disincantati e avidi di vita, al limite del grottesco e dell’osceno. Paolo Vincenti ne coglie tutte le sfumature, dalle più intime alle più eclatanti, e ce le racconta con l’abilità dello scrittore e la lucidità del ricercatore e del saggista.

Sono questi, infatti, i tre ruoli, a cui va aggiunto anche quello di raffinato poeta, che caratterizzano, nella sua poliedricità, l’attività intellettuale feconda di Paolo Vincenti, per il quale le molteplici inclinazioni non hanno mai costituito un ostacolo operativo alla scrittura, che, egregiamente, spazia dalla ricerca storica alla saggistica, alla narrativa e alla poesia.
La scrittura come dimensione essenziale dell’impegno conoscitivo e culturale di un territorio osservato con disincanto ed ironia, ma anche con spirito critico e qualche amarezza.

Come avviene specialmente in questo romanzo (che fa seguito, con uno stile più realistico e meno ‘pulp’, al precedente romanzo di Paolo Vincenti, “I segreti di Oppido Tralignano”, Agave Edizioni, 2023) in cui si intrecciano le storie, vere e immaginate, di personaggi che obbediscono alla logica della commedia, non senza qualche sfumatura eccentrica di ‘burlesque’.

Personaggi che si muovono in autonomia, intorno alla figura del protagonista, Lorenzo, sedicente Scrittore Mascherato e insoddisfatto, che indossa, letteralmente, molte maschere, alla continua ricerca di una soluzione ’editoriale’ ai propri fallimenti creativi, trasformando la propria vicenda in una vera e propria denuncia, indiretta, del degrado in cui versa la cultura del libro, sempre più sottomessa alle regole del mercato, che invadono, ormai, anche la sonnacchiosa e sterile provincia.

Vicende che, da surreali, si fanno realistiche e concrete. Personaggi (dalla famelica Fabrizia, vittima e carnefice di un abnorme gioco maschilista, all’ambiguo e ributtante barone di Gattamelata con la amorale moglie Helena e a tanti altri personaggi, onirici e paradossali, nella loro assurda “condition humaine”) che si avvicendano, si incontrano e si scontrano, in un piccolo e dimenticato borgo del Sud Italia, trascinando le proprie sofferte vite ed inseguendo un progetto edonistico di piacere, quasi mascherato e proposto (paradossalmente, ma non tanto) come progetto di sopravvivenza alla banalità delle azioni quotidiane.

Così, dietro la traccia apparentemente scontata delle loro vite di ogni giorno, emergono indicibili desideri e diabolici disegni di reciproca appropriazione, momenti dionisiaci di elevazione e atterramenti disperati di frustrazione, che l’Autore racconta con ritmi alternati e con una ‘neutralità’ che sfiora lo scetticismo ed implica, indirettamente, la condanna.
Il tutto avvolto dal soffocante scirocco, vento umido e appiccicoso, che trasforma ogni cosa, assunto a metafora palpabile di un male di vivere socio-esistenziale da cui è quasi impossibile fuggire, se non illudendosi, come accade al protagonista.

Una narrazione stimolante, e per certi versi estrema e ‘performativa’, che sceglie di coinvolgere il lettore richiamandolo alle sue, implicite o esplicite, complicità con quella parte dell’immaginario che attiene al non detto, al nascosto, al politicamente e civilmente scorretto, che tuttavia l’Autore riesce a far emergere con l’espediente, stilistico e linguistico, dell’ironia, a tratti volutamente feroce. Lingua e stile sono infatti, le due risorse, i due grimaldelli che l’Autore usa e sa usare con competenza, ‘caricando’ o attenuando, a seconda delle necessità narrative, per indurre i suoi personaggi a disvelarsi e a rivelare tutta la devastazione psicologica, civile ed etica, che li attraversa.

Un romanzo denso di evocazioni, non solo letterarie, ma sociologiche, storico-politiche e antropologiche, quasi a conferma del fatto che non si scrive (e non si legge) per pura illusione descrittiva, ma soprattutto per vocazione critica e per inquietudine civile.

Con questi presupposti l’incontro con Paolo Vincenti, che a tò Kalon è di casa, avendovi presentato in passato altri suoi libri, si preannuncia carico di curiosità e di interrogativi, di rivelazioni e disvelamenti.
Una serata che l’Autore, come è nel suo stile, contribuirà a rendere ‘performativa’, non solo leggendo e spiegando in prima persona i passaggi fondamentali della sua narrazione, ma anche coinvolgendo il pubblico in una riflessione intensa e appassionata e in un dibattito serrato e vivificante.
Come, del resto, gli Amici di tò Kalòn ben ‘sanno’ e ben ‘sanno fare’, in un clima di autentica comunità.
Ad animare ulteriormente la serata contribuirà sicuramente l’intervento del Prof. Giuseppe Orsi, pedagogista, docente ed operatore culturale, da anni attento e leggere e rielaborare i processi sistemici e comunicativi che caratterizzano la vita e i mutamenti del Salento contemporaneo.

Un incontro da non perdere, che costituirà una tappa significativa, nel procedere intenso e vigoroso di tò Kalòn verso la bellezza della conoscenza.
Anna Stomeo


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