IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Per Anna Maria Massari di Paolo Vincenti

Dipinto anna maria-massari

Un sentito omaggio alla vita e all’arte della pittrice leccese Anna Maria Massari, è quello di Lorenzo Madaro, per Martano Editore (2009), Anna Maria Massari (1929-1993), piccolo ma significativo picture-book che raccoglie una serie di testimonianze preziose sulla vicenda esistenziale della poliedrica artista, figlia di Michele Massari e sorella di Antonio.

Questo porta Lorenzo Madaro a dire, in apertura della sua trattazione: “Anna Maria Massari è da considerarsi una di quelle persone che, probabilmente, hanno il destino segnato fin dalla nascita, essendo figlia di un artista, l’eclettico Michele Massari”. Nel testo vengono illustrate la figura e le opere della Massari, dalla sua prima formazione alle prove di artista matura e originale, passando per la sua attività di insegnante, madre, moglie e soprattutto operatrice culturale, con un particolare riferimento all’esperienza del “Gruppo Terra D’Otranto”, fondato sul finire degli Anni Settanta insieme a Rita Guido, Rosa Maria Francavilla, Marisa Romano e Pina Sparro. Un gruppo di artiste donne unite dalla comune appartenenza geografica e dal comune sentire in fatto di arte, senza una linea teorica ben definita, ma con un grande bisogno di libertà di espressione.

Un gruppo, tutto sommato  anarchico nel panorama dell’arte salentina, che movimentò  l’ambiente artistico e culturale di quegli anni e che incuriosiva perché composto da sole donne, preparate, intraprendenti, in un momento storico in cui parole come emancipazione femminile non erano ancora desuete ma anzi occupavano i dibattiti culturali dell’ epoca. Come scrive Rina Durante, riportata da Madaro, “tutto in un certo senso avvenne in Via di Vaste, dove il caso volle che abitassero i Massari, Michele il padre, Anna Maria e Antonio, suoi figli, tutti e tre pittori, e nello stabile accanto, Edoardo De Candia che allora faceva ancora bambole per Guachi […] La sera si andava in quella che più che una casa era un laboratorio e la puzza di vernici ci investiva prima ancora di varcare la soglia e ci esaltava.

Perché allora c’erano legami strettissimi tra ricerca letteraria e ricerca figurativa e le discussioni intorno al cavalletto potevano andare avanti fino all’alba. Poi un giorno Michele morì; dei suoi figli, Antonio smise di adoperare i pennelli e li sostituì con le spugne; Anna Maria cominciò a dipingere Madonne” (Rina Durante, in Enzo Sozzo. L’uomo. L’opera, a cura di Maurizio Nocera, Alezio 1990 ). Madaro ripercorre le tappe principali della sua carriera, dagli studi fatti a Firenze e a Napoli al ritorno a Lecce, dove stringe amicizia con Franco Mantovano, Francesco Saverio Dodaro, Ugo Tapparini, Antonio Verri, e le sue prime esposizioni, con partecipazioni anche a mostre di carattere nazionale. Una sentita testimonianza è quella di Paola Re, l’amica del cuore di Anna Maria, la quale la ritrasse nel 1964. Negli anni ’70, la Massari si allontana dalla pittura per dedicarsi maggiormente alla famiglia; nel 1977 la colpisce il grave lutto della perdita del marito, ma del 1979 è la fondazione del “Gruppo Terra d’Otranto” che la porta ad un’attività espositiva molto intensa. Il presente libro, pubblicato grazie al contributo degli amici e della famiglia della Massari, riporta in copertina “Ritratto di Antonio”, un olio su faesite di Anna Maria con alcune righe di una sua poesia scritte a mano dalla stessa.

La Massari muore nel 1993, stesso anno di Enzo Sozzo. Madaro ricorda il necrologio di Antonio Verri (Quello che è importante, non lo si vede…, s.d.  ma1993), una mostra organizzata a Bergamo da Antonio Massari nel 1994  e intitolata alla sorella, di cui Antonio parla in Anna Maria Massari ricordami ( contenuto nella rivista “D’Ars e notizie”, febbraio 1994, e poi in Antonio Massari, Io sono straniero sulla terra, D’Ars Edizioni, Milano, 1999), una raccolta di poesie di Rita Guido dedicate ad Anna Maria (Rita Guido,  Omaggio ad Anna Maria Massari,  s.l. 1998), la donazione di un’opera di Anna Maria da parte del fratello Antonio, nel 2001, alla Pinacoteca Comunale di Arte Contemporanea di Novoli, la scheda biografica a lei dedicata da Michele Afferri nel catalogo Pinacoteca Comunale di Arte Contemporanea di Novoli, a cura di Massimo Guastella e Corrado Lorenzo (s.d. ma 2001). Scorrono nel volumetto le immagini delle sue opere come il “Ritratto di Alan”, il “Ritratto di Paola Re”, le varie acquaforti e acquatinte degli anni ’80, i suoi particolarissimi Cellophane, ecc. 

Nel libro, seguono le testimonianze di Ilderosa Laudisa, “Una vita senza palcoscenico, ma con vasti orizzonti”, e di Maurizio Nocera, “La colomba in volo di Anna Maria Massari”. Quest’ultimo ricorda in particolare l’organizzazione nel 1984 della “Mostra d’arte di pittori salentini per la Pace e la Vita, contro la guerra nucleare”, una esposizione che si tenne nella Biblioteca Provinciale di Lecce, alla quale parteciparono 64 operatori, compresa Anna Maria, la quale, oltre a dare un prezioso aiuto agli organizzatori, realizzò, per l’occasione, una colomba in volo che divenne proprio l’immagine di presentazione della mostra stessa.  Scrive Nocera: “Nel 1954 moriva Michele Massari, lo straordinario ed eccelso pittore post impressionista. Lo sgomento dei due figli fu annientante: Anna Maria, che aveva solo 25 anni, quasi non disegnò e non dipinse più; si chiuse nel più intimo segreto. Antonio, che aveva 22 anni, invece, appena qualche anno dopo, era il 1957, andò via da Lecce, potremmo dire in modo quasi definitivo.

Anna Maria ritornò all’impegno artistico grazie alla nascita del Gruppo Terra D’Otranto e soprattutto grazie alle sollecitazioni di una sua amica del cuore: Rita Guido, che mai l’ha dimenticata, tanto che, ancora oggi, ne tiene vivo il ricordo raffigurandola nelle sue luminose tele sotto il segno de La Treccia di Anna Maria, dipinti ad olio di una materialità tangibile e sofferente che fa sì che il suo messaggio vada oltre il confine di una specifica territorialità. Ancora più di recente, Rita ha ricordato l’amica con una plaquette dal titolo Omaggio ad Anna Maria Massari (1998), introdotta da un affettuoso pensiero del figlio Francesco Porpora…”.

Segue l’intervento di Grazia Chiesa, “Cara Anna Maria”.  Molti, i critici e gli studiosi che hanno scritto della Massari, come conferma la Bibliografia riportata alla fine del libro. Un volume fuori commercio, tirato in 500 copie, che ci fa capire quanto la testimonianza di Anna Maria Massari, esponente dei cosiddetti verriani “Selvaggi del Salento”, sia ancora viva, in particolare nella sua Lecce, che non vuole dimenticarla.

PAOLO VINCENTI

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