IL PENSIERO MEDITERRANEO

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A proposito dei Social: sapete cos’ è la Profilazione Utente? Penso che sia un vostro interesse saperlo

PROFILAZIONE-UTENTE

PROFILAZIONE-UTENTE

Di Pompeo Maritati

Oramai i Social sono entrati a far parte della nostra quotidianità. Il mondo in questi ultimi decenni si è interconnesso  attraverso il web. I Social hanno realizzato sofisticate piattaforme dove la gente, molto gente, forse troppa, non passa giorno che non vi acceda. La curiosità di conoscere quello che succede nel mondo,   ai nostri amici, ai gruppi dove siamo iscritti condividendo interessi e passioni, ci affascina e attrae. Siamo oramai soliti postare sui social le nostre abitudini, quello che facciamo e come. Postiamo anche il numero di scarpe che indossiamo o se preferiamo i boxer gialli a pallini verdi. Fotografiamo e postiamo quello che ci accingiamo a mangiare. Se poi andiamo da qualche parte inondiamo i nostri profili delle relative foto. A volte si cerca più conforto sui social che invece intrattenere i propri amici più fidati personalmente.

In poche parole i Social sono la nostra quotidianità reale riportata su un mondo virtuale, che corrisponde esattamente a quello che pensiamo, a quello che ci piace e a quello che vorremmo fare. Sui nostri profili riportiamo spesso i nostri pensieri più profondi, esternando gioie e sofferenze, attendendo il conforto di chi nemmeno sappiamo chi sia e dove sia.

I rapporti sociali in questi ultimi decenni sono notevolmente mutati. Parliamo più con gli estranei che con i nostri vecchi amici e conoscenti. Abbiamo perso l’abitudine di ritrovarci o di passeggiare con loro e discutere dei problemi seri e meno seri. Spesso preferiamo farlo sui Social.

Questo nostro interagire nel mondo del web ci sembra bello, semplice e senza problemi. Anzi favorisce in tante occasioni il ritrovamento di vecchi amici che da decenni non vedevamo più e che non sapevamo  che fine avessero fatto e che ricominceremo a frequentare rigorosamente solo sui social.

Come avrete capito sui Social sono a disposizione una enorme molte di dati personali, non solo quelli anagrafici che per certi aspetti possono interessare di meno, quanto l’individuazione dei nostri desideri, degli orientamenti politici e religiosi. I Social sanno se ci piacciono i gelati con la panna o al pistacchio, se ci piacciono le bionde o le brune, se alla matriciana c’è chi ci mette il parmigiano.

Sanno quando siamo tristi, felici, delusi o arrabbiati e anche perché. Non sono loro che ci rubano queste informazioni, siamo noi che gliele offriamo su un piatto d’oro.

Ecco che l’insieme di tutti questi dati, a chi è interessato, per motivi economici o politici, forniscono un quadro aderente di come si muovono le masse per singoli territorio. Elementi importanti per poter prevedere se un certo tipo di prodotto o servizio possa piacere di più e soprattutto dove. L’esame di tutti i nostri dati individuali viene definita “Profilazione”.

  Il nuovo Regolamento UE 2016/679 o GDPR (General Data Protection Regulation ovvero il Regolamento per la Protezione dei Dati Personali) fornisce una definizione di profilazione. La troviamo nell’articolo 4, dove il legislatore riporta la definizione più importante:

La profilazione è una“qualsiasi forma di trattamento automatizzato di dati personali consistente nell’utilizzo di tali dati personali per valutare determinati aspetti personali relativi a una persona fisica, in particolare per analizzare o prevedere aspetti riguardanti il rendimento professionale, la situazione economica, la salute, le preferenze personali, gli interessi, l’affidabilità, il comportamento, l’ubicazione o gli spostamenti di detta persona fisica”.

Più sinteticamente detto:la raccolta di informazioni su un individuo, o un gruppo di individui, per analizzare le caratteristiche al fine di inserirli in categorie, gruppi o poterne fare delle valutazioni o delle previsioni“.

Perché si possa quindi parlare di profilazione si devono verificare questi requisiti:

  • automatizzazione della raccolta e successiva elaborazione dei dati;
  • dati personali sono l’oggetto delle elaborazioni;
  • l’obiettivo finale della raccolta dei dati deve essere lo      studio del comportamento delle persone fisiche

Il confine tra il lecito e l’illecito in questo campo è davvero sottile, perché la profilazione potrebbe andare oltre e ledere la sfera personale degli interessati.

Non poche volte abbiamo sentito di multe che sono state comminate ad alcuni soggetti di cui ce ne guardiamo bene di fare i nomi, che pare, per sentito dire, abbiano utilizzato i nostri dati, ovviamente a nostra insaputa, per fini diversi per i quali avevamo autorizzato.

Il problema purtroppo, secondo me, risiede nell’attuale scarsa capacità dei governi a trovare un comune accordo, legiferando in termini di vera e propria protezione dei dati, prevedendo soprattutto adeguati ed efficienti controlli, con altrettanti provvedimenti amministrativi e penali tali da scoraggiare anche i più dotati di risorse finanziarie.

La globalizzazione ha abbattuto le frontiere della finanza, che muovendosi con disinvoltura in tutte le aree del mondo, ha perduto la sua iniziale connotazione nazionale. I poteri forti oramai non hanno una bandiera, il loro unico fine è incrementare i loro patrimonio a qualsiasi costo. La forza patrimoniale e finanziaria raggiunta da non pochi colossi della finanza è tale da condizionare la politica e di conseguenza  gli orientamenti governativi nazionali.

Alcuni provvedimenti, è giusto sottolinearlo, sono stati presi ma quanto poi risultino in linea con lo sviluppo tecnologico questo a noi comuni mortali non ci è dato di saperlo.

Oggi ipotizzare che le grandi campagne elettorali si sviluppino sull’analisi dei dati rivenienti dai social e con l’eventuale possibilità di poter influenzare l’opinione dell’elettore, pare che non sia più fantascienza.

Ecco perché ritengo sia basilare, per rafforzare il sistema democratico, porre in essere le necessarie azioni tutelanti l’utilizzo dei nostri dati che, non dimentichiamo, siamo sempre noi che forniamo spontaneamente e gratuitamente.  

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