IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Non ho l’età ……… innamorarsi a 70 anni. E adesso chi glielo dice a Gigliola Cinquetti

Innamorarsi-a-70-anni

Innamorarsi-a-70-anni

Di Zornas Greco

Nel lontanissimo Pliocene, ovvero nel primi anni sessanta, precisamente nel 1964, Gigliola Cinquetti vinse il Festival di Sanremo con la canzone “Non ho l’età”. Una giovane ragazzina che affacciatasi per la prima volta all’amore, pone delle barriere al suo ragazzo dicendogli che ancora non ha l’età. Erano i decenni postumi alla seconda guerra mondiale. Incalzava il boom economico ma la mentalità e il pudore di quegli anni rendevano complicati e difficili i primi amori per il rigido quanto severo controllo dei genitori.

Proliferava la più fervida fantasia nel cercare di escogitare stratagemmi che consentissero di vedere, anche per qualche minuto la tua bella, solo per tenerle la mano e quando proprio ti andava di lusso potevi baciarla. Erano gli anni che, come disse qualcuno, ci batteva forte forte il cuore.

Quanto sopra per introdurre una tematica, per certi versi opposta. Allora vivemmo con entusiasmante fervore gli amorini dei nostri quindici anni, oggi settantenni, non è più un tabù (per nostra fortuna) sentire di innamoramenti di soggetti che hanno già girato la boa dei settant’anni.

Qualche giorno fa, eravamo piacevolmente a chiacchierare con un bel gruppo di amiche e amici affiatati e di lunga data, quando una carissima amica ci informò che Tizia si era innamorata. Tizia aveva compiuto da qualche mese i settant’anni e stando alle confidenze fatte,  aveva evidenziato che stava vivendo un momento strano ma straordinariamente felice della sua vita. Non riusciva a darsi delle spiegazioni. Si sentiva una ragazzina e come tale si comportava. Lei stessa asserì che stava provando, alla sua veneranda età, dell’amore vero, come quello descritto prima, ovvero quando ti batteva forte forte il cuore. Era sempre alla ricerca di qualcosa che potesse far piacere al suo “moroso”. Era diventata una vera e propria fissa. E la cosa che più abbiamo apprezzato è che non ha fatto nulla per nasconderlo. Certo non ha messo i manifesti in piazza ma si è aperta con gli amici più vicini. Dice lei, che in questo modo vuole farci partecipare alla sua gioia, almeno sino a quando dura.

Io non posso che augurarle tanta felicità, che possa vivere questo “innamoramento senza tempo per tutto il tempo che gli resta”.

Tutto ciò per comprendere e valutare insieme come mai Cupido pare aver allargato l’orizzonte delle sue frecce, andando a colpire soggetti che per una errata convinzione generale non possano più “provare di amare”.  Instaurammo così una bella e interessante discussione, peraltro, essendo tutti tra i 60 e i 70 anni, la tematica cadeva a fagiolo.

Fummo tutti, o quasi d’accordo,  l’eccezione che conferma la regola vale in ogni circostanza, nel ritenere che innamorarsi a questa età, per certi versi,  se può da una parte essere una cosa meravigliosa, dall’altra scombussola tutta la tua organizzazione familiare, gli affetti esistenti, ponendo non pochi problemi.

Alcuni, pochi,  asserivano che il soggetto colpito al cuore da Cupido, proprio perché adulto, ponesse in essere il buon senso, cercando di limitare i danni e tenendo a freno i propri sentimenti, evitando tutto ciò che potesse alimentarli.

La seconda tesi, invece, quella più votata, plaudiva a questo innamoramento “senile” ritenendo e approvando che i soggetti, che a questa età dovessero riprovare quei sentimenti “giovanili” come fossero tornati ragazzini, di fare di tutto per coltivarli, senza mai dar retta a ciò che possono pensare gli altri. Se ti senti felice, se questo nuovo amore che ti pulsa nel petto ti fa star bene, ti fa sentire una ragazzina o un ragazzino, segui il cuore e chi ti vuol veramente bene. I veri amici ti sosterranno.

Il tutto scaturisce da una perversa mentalità ancora dura a morire che vuole che un soggetto anziano, aldilà della barriera dei 70 anni, debba solo pensare ad invecchiare, ad accudire i nipotini e di non rompere troppo le scatole in giro. Oggi molti settantenni hanno la fortuna di arrivarci in ottime condizioni psicofisiche, a volte superiori agli stessi quarantenni e cinquantenni, che in non poche circostanze si dimostrano già dei vecchi decrepiti senza un reale scopo di vita.

Convenimmo così che la terza gioventù, come meglio ci piace chiamare la terza età,  è qualcosa che va vissuta come una ulteriore ampia prospettiva di vita, non l’inizio di un tunnel, ma di un grande palcoscenico all’aria aperta, sotto il cielo più limpido, dove all’orizzonte sono ancora numerosi i traguardi da raggiungere, perché la vita, in ogni sua stagione sa essere straordinariamente bella e va vissuta appieno ogni giorno, guardando non più al domani ma al dopodomani. Ecco perché quell’incontro lo concludemmo convenendo, tranne una  sola amica, che ognuno di noi sia libero di amare nel modo più libero e spassionato, guardando a se stesso, coltivando la sua felicità se è certo che tutto ciò possa farlo felice e non si trasformi invece nei soliti sentimenti sopiti, tenuti sotto vuoto spinto che partecipano solo ad alimentare la depressione.

per chi avesse voglia di riascoltare la canzone “Non ho l’età” eccovela nella versione originale del 1964.

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