Le favole: tra romanticismo e materialismo. Una riflessione su un fenomeno in estinzione
Di Pompeo Maritati
Quando pronunciamo la parola “Favola” il nostro pensiero, inesorabilmente, va alla nostra infanzia, quando i nostri genitori o i nostri nonni, per chi ha avuto la fortuna di averli, ci raccontavano prima di addormentarci qualche racconto, ovvero una favola. Principesse e principi sconfiggevano draghi o uomini malvagi. Streghe, maghi, folletti hanno invaso e caratterizzato il nostro primo approccio alla vita. Storie a volte drammatiche ma che alla fine il solito principe bacia la sua principessa e le forze oscure del male vengono rigorosamente sconfitte.
Le favole una volta preso posto nella nostra mente non verranno più dimenticate. Ci accompagneranno per tutto il corso della nostra vita. Il materialismo nichilistico di quest’ ultimo secolo ha cercato di cancellare dalla nostra memoria le favole, cercando con spasmodico cinismo di inocularci la razionalità come unica fonte vera di crescita culturale ed etica. Lo sviluppo di alcune teorie pedagogiche hanno addirittura fatto in modo che alcune delle vecchie favole venissero bandite in quanto ritenute diseducative.
Le favole di Cappuccetto Rosso e della Bella addormentata nel bosco sono state ritenute tali e sono state bandite dalla scuola. L’attesa del principe azzurro, dell’eroe e del salvatore o l’ingenuità nel cadere tra le grinfie di qualcuno non rispecchiano la realtà di oggi. Le donne si salvano da sole e contribuiscono in maniera attiva nella costruzione della società. Questa la giustificazione addotta.
Non sono un educatore e lungi da me pretenderne le prerogative professionali, solo che vorrei, in punta di piedi, esprimere il mio dissenso. Questo accanimento accademico lo ritengo fuori luogo e sproporzionato. Se dovessimo applicare questo metro, che ritengo paragonabile ad un latente quanto inaccettabile fondamentalismo, allora ai nostri adolescenti scolari dovremo strappare non poche pagine della storia, che non mi pare si basi, su nozioni di grandi virtù solidali ed etiche.
Delle favole come Cappuccetto Rosso e della bella addormentata nel bosco, definirle addirittura sessiste, al giorno d’oggi, con tutto quello che ci propina stampa e TV a qualsiasi ora del giorno, mi pare roba da matti.
Cercasi, dunque, nuove favole per bambini.
Se posso esservi utile, vi consiglio, facendomi gratuita pubblicità, sperando che mi vogliate scusare, il mio libro “Favole del Terzo Millennio – Alla ricerca dei sogni e della fantasia perduta.”