IL PENSIERO MEDITERRANEO

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La Diaspora Greca ovvero il Genocidio Greco del Ponto (1908-1923)

Genocidio dei greci del Ponto

Genocidio dei greci del Ponto

Di Pompeo Maritati

Genocidio Greco del Ponto

Definiamo “DIASPORA GRECA” le persecuzione seguite tra il 1908 e il 1923 da parte dalle autorità ottomane, il cui risultato fu lo sradicamento dei greci dalle terre rimaste sotto il dominio turco, peraltro ricordato anche come il “Genocidio Greco”. Il genocidio contro i greci ebbe luogo negli stessi anni del genocidio di popolazione armene e del genocidio di popolazione assire. I greci del Ponto, detti anche pontici o greci del Mar Nero (i Πόντιοι, Ποντιακοί), sono una popolazione greca originaria della regione Pontiaca, che è una regione storica che si estendeva nella zona nordorientale sino all’Asia Minore. Comprendendo all’incirca le province di Samsun, Amasya, Tokat, Ordu, Giresum, Gumushane, Trabzon, Rize, Artvin, sulle coste del “Mar Nero”.  Il territorio del Ponto corrispondeva ai territori denominati Trebisonda, durante il periodo medievale.  Fin dall’epoca greca arcaica, il Ponto è sempre stato di grande interesse politico-strategico a causa della sua posizione, tra il Mare Nero, rotta principale per i carichi provenienti dal Nord e dall’ Europa orientale destinati all’occidente, ha spesso fruttato proficui guadagni e un grande peso politico. I greci del Ponto parlano una variante del greco detto pontico.  

Il genocidio Ellenico è stato rappresentato dal massacro e dalla pulizia etnica da circa due milioni di elleni, perpetrato dai turchi in Asia Minore, Costantinopoli (Istanbul chiamata dai turchi), Tracia orientale, Imvros, Tenedos, Macedonia, Ponto e Cappadocia tra l’inizio del 1890 e la fine della 1950.  Centinaia di migliaia di bambini, uomini e donne sono stati torturati e massacrati o espulsi dalle loro case solo per essere Elleni. Negli stessi luoghi e spesso allo stesso tempo, sono stati torturati e massacrati milioni di Armeni e Assiri di tutte le età.  La loro unica colpa è stata quella di vivere dove i loro antenati avevano vissuto per migliaia di anni prima delle invasioni turche. Alla luce dei documenti e delle ricostruzioni effettuate, si può asserire che i governanti turchi hanno posto in essere con crudeltà inimmaginabile il loro piano di creare un “Turchia per i turchi”.  La politica di sterminio dei Greci era già stata applicata alla popolazione dell’isola di Chios, nel 1822. Esattamente un secolo dopo l’esercito turco distrusse la città di Smirne e circa tre quarti della popolazione greco-ortodossa, pari a circa 120.000 vennero uccisi, ridotti in schiavitù o morirono di malattia.  Il Genocidio dei Greci di Chios è stata un’anticipazione del genocidio ellenico, perpetrato nel corso dei primi decenni del ventesimo secolo.

Esattamente un secolo dopo, nel 1922 l’esercito turco distrusse la città di Smirne.  In quel tempo Smirne contava oltre 250.000 abitanti, dei quali 2/3 erano greci. Dopo l’invasione greca dell’Asia minore e la sconfitta greca a Dumlupinar, la città fu riconquistata dall’esercito repubblicano turco nel 1922 comandato da Mustafa Kemal Ataturk.  L’esercito turco a Smirne incendio e devastò gran parte della città vecchia, mentre la popolazione greca e armena (in parte massacrata) si imbarcava sulle navi delle nazioni aderenti all’Intesa, alla fonda nel porto, trovando poi rifugio in Grecia.


Il genocidio più noto, l’Olocausto, perpetrato dai tedeschi nella seconda guerra mondiale, non lo si può comprendere completamente, senza capire prima i genocidi che lo hanno preceduto e reso possibile. Aggiungerei come mia personale opinione, l’aggravante dell’indifferenza politica, vista la superficiale attenzione riposta e quel che per me è ancora il male peggiore, ovvero il fatto che questi crimini contro l’umanità siano poi rimasti impuniti. Non è forse questa impunità, questa fredda indifferenza, quasi che il problema non interessi se non quei poveri disgraziati che l’hanno subita.  Un atavico rancore covato nell’intimo della propria storia di tanti popoli, che basta una banale controversia per poi far riaffiorare l’odio.

Genocidio Greco Ponto
Popolazione del Ponto e precisamente di Kios

Tornando al periodo storico preso in esame cioè i primi due decenni del XX secolo, risulta difficile stimare il numero esatto dei greci del Ponto interessati dalla persecuzione turca. Attualmente e finalmente, sono stati stimati coloro che hanno lasciato il Ponto, e che sparsi nel mondo, secondo alcuni studi, le comunità di pontici o discendenti di pontici più numerose del mondo oggi risiedono in: Grecia (più di un milione di persone), Russia e altri paesi dell’ex-URSS (500.000), Ucraina (120.000), Georgia (50.000,), Stati Uniti (80.000), Australia (56.000), Kayakistan, (25.000), Canada (20.000), Uzbekistan, (11.000), Siria (5.000), Armenia (2.000). Secondi alcuni studiosi, tra cui soprattutto Omer Asan, in Turchia vi sarebbero ancora 300.000 greci del Ponto, abitanti soprattutto nella provincia di Trebisonda. Si tratterebbe per lo più di greci convertiti in passato alla religione islamica e, proprio per questo, rimasti in Turchia.  Cospicua è la presenza dei greci del Ponto in Germania e a Cipro. 

Il riconoscimento formale dell’esistenza del genocidio greco, è diventato recentemente un caso internazionale, amplificato dalla mai sopita conflittualità greco-turca e riacceso dai recenti riconoscimenti internazionali dati al genocidio armeno in concomitanza della richiesta turca di ingresso nella Comunità Europea. Ne sono risultate particolari prese di posizione nelle aree ove vivono minoranze di origine greca, come negli Stati Uniti, dove i governi di alcuni stati hanno preso posizione riconoscendo ufficialmente il genocidio, tra questi il Massachusetts, la Florida, la Pennsylvania, la South Carolina, New Jersey (che peraltro nella sua risoluzione limita il numero delle vittime a 335000 greci del Pontico).

Nel dicembre 2007 la Scholars Associazione internazionale di studiosi di genocidio, un’organizzazione che riunisce importanti studiosi dei fenomeni di genocidio, ha approvato a larga maggioranza una risoluzione in cui afferma che la campagna del 1914-1923 contro i greci dell’Impero Ottomano costituì un vero e proprio “genocidio”. 

Lo Stato greco con la legge del 1994 stabilì che il 19 maggio fosse dedicato al ricordo di quei tragici eventi del Ponto.  Anche lo stato di New York, grazie alla nomina a governatore di George Pataki, di origine elleniche, proclamò il 19 maggio “Giorno in memoria del genocidio dei greci del Ponto”. Da parte loro, i turchi sostengono tutt’ora che non sia mai esistito un tale genocidio, ma ricollocazioni delle popolazioni greche come risultato dell’incursione greca in Asia Minore.

            Pompeo Maritati

Fonti utilizzate: Comune di Neas Kios nell’Argolide (Grecia)

Si precisa che l’Associazione Italoellenica sviluppò un progetto di interscambio culturale con l’attuale Nea Kios, una cittadina che ebbe vita nel 1928 perchè lì furono mandati molti dei sopravvissuti al genocidio.

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