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Cardellino con piumaggio compromesso da detenzione illegale in cattività

Cardellino con piumaggio compromesso da detenzione illegale in cattività da 𝗱𝗲𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗶𝗹𝗹𝗲𝗴𝗮𝗹𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶𝘁à, Matteo Visceglia

a cura di Matteo Visceglia

L’inurbanizzazione di tante specie è ormai un dato evidente, forse anche per un generale rispetto verso la natura determinato da anni di educazione ambientale, che si traduce in una accettazione diffusa della loro presenza.

Rondini, rondoni, balestrucci, passeri, cince, cardellini, piccoli rapaci diurni e notturni, pipistrelli, ricci, serpenti, piccioni, tortore, colombacci e tantissime altre specie convivono nello stesso habitat urbano.

Sempre più spesso, perciò, tante persone si trovano in situazioni in cui alcuni animali selvatici sono in pericolo o in difficoltà ponendo conseguentemente il cittadino di fronte al dilemma: che faccio adesso?

Occorre ricordare che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato, pertanto ne è vietata la detenzione e il loro ritrovamento va segnalato alle autorità indicate dalle normative esistenti, come ad esempio il Comune o la Regione che sono tenute a conferire tali esemplari presso strutture di cura e riabilitazione riconosciute come i CRAS (Centri Recupero Animali Selvatici). Ma ciò non impedisce purtroppo che alcuni soccorritori si impossessino di alcuni esemplari decidendo di portarseli a casa per attuare il soccorso e la cura “fai da sé”.

A seguito di tale comportamento il destino di molti animali non è più il ritorno alla vita selvatica ma quasi sempre una gabbietta ove, nella migliore delle ipotesi, sopravvivono a malapena, con macroscopici danni a livello di piumaggio o di articolazioni, nel caso di uccelli, spesso dovuti a problemi carenziali sporcizia o sfregamento di timoniere e remiganti contro le sbarre della gabbia.

𝗖𝗮𝗿𝗱𝗲𝗹𝗹𝗶𝗻𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗽𝗶𝘂𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗿𝗼𝗺𝗲𝘀𝘀𝗼 per 𝗱𝗲𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗶𝗹𝗹𝗲𝗴𝗮𝗹𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶𝘁à
Cardellino con piumaggio compromesso da detenzione illegale in cattività, Matteo Visceglia

Inoltre, ugualmente gravi sono le conseguenze sul piano comportamentale in quanto i detentori fanno di tutto per “addomesticare” l’esemplare con la conseguenza di portare inevitabilmente all’imprinting sulla specie umana e di fatto rendere impossibile o difficoltoso un eventuale ritorno alla vita libera.

Pertanto, sarebbe auspicabile evitare sempre comportamenti che violino le leggi esistenti sulla protezione della fauna e rivolgersi solo alle autorità o alle strutture convenzionate con enti per conferire esemplari in difficoltà.

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