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La Banca Centrale Europea come funziona e chi sono i burattinai

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Di Pompeo Maritati

L’idea della costituzione della Banca centrale Europea nasce nel 1988 quando alcuni Stati Europei assunsero la decisione di realizzare l’Unione economica e monetaria, ovvero  la libera circolazione di capitali in Europa. Si avvertì la necessità di un’autorità monetaria comune e una politica monetaria unica.

L’effettiva nascita della BCE avviene il primo gennaio del 1999  assumendo la responsabilità della conduzione della politica monetaria per l’area dell’euro.

Il primo gennaio del 1999 nasce a tutti gli effetti l’area dell’euro. Le Banche Centrali degli 11 Stati membri dell’Unione europea (UE) trasferirono alla BCE le proprie competenze in materia di politica monetaria. La Grecia vi ha aderito nel 2001, la Slovenia nel 2007, Cipro e Malta nel 2008, la Slovacchia nel 2009, l’Estonia nel 2011, la Lettonia nel 2014 e la Lituania nel 2015.

Nell’auspicio di non produrre confusione, è necessario sapere che esiste il SEBC il Sistema Europeo di Banche Centrali che comprende, oltre alla BCE, tutte le Banche Centrali degli Stati d’Europa anche se non aderenti all’eurozona.

Definiamo Eurozona quegli stati che hanno adottato la moneta unica l’euro. Ad esempio la Gran Bretagna, oggi fuori dall’Europa Unita, che non aveva mai adottato l’euro ma partecipava al SEBC, di cui per effetto della Brexit, non ne fa più parte. Forse , a mio parere, proprio in questo SEBC risiede una evidente falla operativa. Abbiamo un tavolo di discussione, previsto dai trattati, dove siedono La BCE e tutte le altre Banche Centrali. Perché? Se la BCE ha assunto la totale operatività e competenze delle Banche Centrali Nazionali, a che scopo questo organismo? C’è solo una giustificazione: gli stati aderenti all’unione europea non si fidano ancora e attraverso questo pseudo inutile organismo sovrapponibile, si garantiscono l’eventuale possibilità di ,mantenere in piedi le loro Banche Centrali Nazionali (peraltro importante quanto imponente centro di potere politico ed economico all’interno di ogni singolo stato) in caso di una eventuale futura uscita dall’area euro, come peraltro fatto dalla Gran Bretagna.

Oggi la domanda più frequente che mi viene posta è la seguente: ma la BCE di chi è? Con quale capitale sociale si muove? A quale organo istituzionale europeo è sottoposta a controllo?

Le Banche Centrali Nazionali (BCN) sono le uniche autorizzate alla sottoscrizione ed alla detenzione del capitale sociale della Banca Centrale Europea. La sottoscrizione di tale capitale sociale ha seguito il criterio  di ripartizione proporzionale facendo riferimento al PIL prodotto  (Prodotto Interno Lordo) e alla popolazione.

Al 31 gennaio 2020 (fonte BCE) Il capitale ammontava a 10.825.007.069,61 euro. Anche qui si è probabilmente commesso un errore. Una vera unione avrebbe dovuto prevedere un capitale sociale ripartibile in quote unitarie uguali, conferendo ad ogni singolo aderente l’identico peso decisionale. Poi istituire il cosiddetto capitale operativo, che non influenza la decisionalità del Consiglio Direttivo, questo ovviamente in proporzione al PIL.

In merito al controllo sull’operato della BCE vi è una straordinaria quanto folta letteratura in quanto i principi d’indipendenza operativa, nonché l’obbligatorietà di una trasparenza esecutiva, la pongono, per certi versi, completamente indipendente dalla Commissione Europea, anche se ciò, guardando bene nei regolamenti attuativi, non dovrebbe essere.

La BCE gode di una sua autonomia e indipendenza politica:

  1. né la BCE, né le BCN, né i membri dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni o dagli organi dell’Unione europea, dai governi degli Stati membri o da qualsiasi altro organismo.
  2. Le istituzioni e gli organi dell’UE nonché i governi degli Stati membri sono tenuti a rispettare tale principio e a non cercare di influenzare i membri degli organi decisionali della BCE (articolo 130 del Trattato).
  3. La gestione finanziaria della BCE è tenuta distinta da quella dell’UE. La Banca dispone di un bilancio proprio.

In effetti, stando a quanto anzidetto, il Trattato tra BCE e UE stabilisce che la BCE ha l’obbligo di rendere conto del proprio operato principalmente al Parlamento europeo, che rappresenta i cittadini dell’UE, ma deve riferire regolarmente anche al Consiglio dell’UE, che rappresenta i governi degli Stati membri. Questo regime si ritrova anche nello Statuto del SEBC.

Possiamo comunque asserire che se l’operatività della BCE fosse realmente al 100% indipendente, sarebbe un bene per tutti, in quanto un concreto e serio controllo da parte del Consiglio d’Europa, farebbe da deterrente a eventuali fughe sopra o sotto le righe. Sempre che la ripartizione azionaria delle Banche Centrali Nazionali fossero paritetiche e non in proporzione al PIL. Avremo un ristretto numero di stati aderenti, che per effetto di un loro PIL di gran lunga superiore alla maggior parte degli azionisti, avrebbero la meglio su tutti gli altri nella governance decisionale della BCE.

E’ bene in questa sede fare una fondamentale precisazione, la tematica o meglio ancora le funzioni assegnate alla BCE, di cui parleremo in seguito, sono oramai diventate scienze finanziarie ed economiche molto complesse e sofisticate, al di fuori, spesso, dalla capacità di comprensione della gente comune e degli stessi membri del Consiglio d’Europa.

Ecco perché gli Stati dell’Unione hanno nominato nelle Commissioni Europee soggetti competenti, di provato spessore professionale, che in non poche circostanze hanno potuto fare la differenza a favore delle posizioni da loro difese. Non vorrei risultare a favore di nessuna corrente politica, ma non posso esimermi dal constatare che tali nomine, in ambito europeo da parte dei governi italiani, siano state altrettanto dotate di quei necessari profili professionali.

Ben venga l’indipendenza operativa della Banca Centrale Europea se il suo Comitato Esecutivo è composto da autorità di alto profilo economico e che contemporaneamente i componenti del Consiglio d’Europa risultino avulsi da particolaristici interessi.

Veniamo adesso alle funzioni istituzionali della BCE, che in un certo qual modo sono quelle svolte dalle Banche Centrali Nazionali oltre vent’anni fa:

  1. La BCE e le BCN dei paesi dell’area dell’euro hanno titolo a emettere banconote. In pratica, tuttavia, soltanto le BCN provvedono materialmente all’immissione in circolazione e al ritiro dei biglietti in euro; la BCE non ha infatti un ufficio di tesoreria e non è coinvolta in questo tipo di operazioni.
  2.  Sicuramente l’obiettivo principale del Sistema Europeo di Banche Centrali è il mantenimento della stabilità dei prezzi. In poche parole regolare e tenere sotto controllo il tasso d’inflazione dei singoli Stati membri in modo da evitare condizioni che possano condizionare in termini negativi il sistema monetario.
  3. In riferimento al punto precedente la BCE sovraintende al sistema del mercato dei cambi. E’ di particolare importanza per l’economia dei partner europei far in modo che l’oscillazione del valore della moneta adottata, quale l’euro, non subisca scossoni sui mercati internazionali che possano poi ripercuotersi negativamente sullo sviluppo economico dell’area euro. Funzione questa che io ritengo di particolare importanza, in quanto operando in mercati oramai globalizzati, le insidie provenienti dalle varie aree del mondo, con particolare attenzione a quelle aree emergenti, sono sempre dietro l’angolo. Oggi con un solo clic da un qualsiasi remoto computer della terra si possono spostare in tempo reale quantità enormi di liquidità monetaria da poter, a volte, mettere in seria difficoltà il valore concreto di alcune monete. Ecco che entra in gioco la tempestività che è frutto della capacità professionale degli addetti ai lavori. Non poche volte abbiamo sentito parlare di tempeste monetarie che altro non sono che aggressioni speculative poste in essere da grandi detentori di enormi masse di liquidità che spudoratamente, indifferenti in caso di enormi perdite, provocano paurose oscillazioni cambio con drammatiche ripercussioni sulle economie produttive.
  4. Altra funzione è la gestione delle Riserve e dei Fondi che altro non sono capitali in valuta estera che possono aumentano e diminuire per far fronte a tutto quello che è stato descritto nel punto precedente.   Il portafoglio delle riserve ufficiali della BCE è costituito da dollari statunitensi, yen giapponesi, renminbi cinesi, oro e diritti speciali di prelievo. Anche questa funzione viene ritenuta importante, prevedendo anch’essa una gestione non facile delle varie valute, dell’oro e dei diritti di prelievo. Se qualcuno è interessato a conoscere la composizione in tempo reale delle riserve e dei fondi della BCE consulti questo pagina del sito della stessa BCE https://www.ecb.europa.eu/stats/balance_of_payments_and_external/international_reserves/html/index.en.html
  5.  Regolamento dei Pagamenti e Titoli.   Grazie a questa attività di sviluppo e controllo Ogni giorno milioni di transazioni monetarie sono concluse in tempi rapidi, grazie al buon funzionamento del sistema dei pagamenti, posto in essere e regolamentato dalla BCE, che può essere definito come l’insieme degli strumenti, operatori, procedure e norme, volti a realizzare il passaggio della moneta da un soggetto a un altro garantendo una elevatissima sicurezza operativa. Pagamenti e trasferimenti che devono svolgersi, oltre che in piena sicurezza, in tempi sempre più rapidi e con costi contenuti.
  6. Vigilanza prudenziale rivolta al controllo dell’operatività, organizzazione e funzioni degli operatori creditizi. Penso che in questa funzioni risieda il tallone di Achille della BCE e ovviamente di tutte le Banche Centrali Nazionali. I non pochi dissesti avvenuti nel sistema gestionale di alcune banche, che hanno messo al lastrico decine di migliaia di risparmiatori sono la conseguenza di una funzione che certamente va tecnicamente migliorata ma soprattutto meglio regolata da leggi migliori e tutelanti il risparmiatore, non sempre grande conoscitore delle alchimie finanziarie e quindi capace di riconoscere quando è sottoposto ad un raggiro premeditato.
  7. Produzione di Statistiche economiche e finanziarie. Questa funzione viene svolta in collaborazione con l’Eurostat. Periodicamente vengono pubblicati i dati andamentali e consuntivi delle attività svolte dalla BCE. Elementi di straordinaria importanza, sui quali si muovono tutti i settori dell’economia non solo continentale. Dati che vengono analizzati da tutto il sistema economico mondiale che ne trae le dovute conclusioni per lo svolgimento in aumento o in decremento  delle attività economiche finanziarie con l’Europa. Quindi fattore primario è la credibilità di tali statistiche, le cui risultanze siano sempre fedeli, aderenti e trasparenti con la reale situazione dei partner europei.   

Questa è la Banca Centrale Europea. I disastri economici e finanziari di questi ultimi vent’anni non li dobbiamo a lei ma alla politica, al sistema e alla capacità dei nostri governi di saper porre in essere quelle necessarie iniziative che favoriscano la crescita sociale ed economica dei popoli europei.

Il problema di fondo, in conclusione, che vorrei sottolineare, è il metodo adottato da questa Europa a voler porre in essere la sua unità.  Si è privilegiata l’unione monetaria a quella culturale. I sistemi legali e fiscali sono ancora differenti e a volte in contraddizione tra di loro. Stati aderenti all’Unione Europea rappresentano ancora dei veri e propri paradisi fiscali quali l’Olanda e il Belgio e prima ancora la gran Bretagna.

In poche parole persistono differenze culturali abissali e insormontabili egoismi nazionali. Tutto ciò rallenta il processo di unificazione, che aldilà dei suoi difetti resta comunque una delle poche cose buone che siano state fatte dopo il secondo conflitto mondiale.

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