A chi è rivolto questo Natale?
Di Eliano Bellanova
Non so a chi sia rivolto questo Natale. E, forse, poco importa. Posso solo dire a chi è rivolto il mio pensiero. È rivolto alle persone che sono sole o che sono costrette esserlo a causa di incredibili disposizioni governative.
Non so chi e quante persone soffrano in silenzio. Sono le persone che non piangono e non ridono e che, nel silenzio della loro anima, consumano sentimenti e tragedie.
Sono le persone a cui non è concesso piangere e che non sanno più ridere e, forse, nemmeno sorridere.
Sono le persone alle quali il destino ha riservato un volto che non consente né il ridere, né il piangere.
Non sono coloro che esibiscono un improbabile dolore. Sono le persone che, chiuse nel proprio io, soffrono in silenzio nell’indifferenza della maggior parte della gente.
Sono le persone a cui è preclusa ogni manifestazione esteriore. Coloro in cui forse è massima la sensibilità. Le persone a cui un sottile veleno sociale, che si chiama esibizionismo e buonismo, impedisce di rivelare i vuoti del loro cuore.
Sono le persone che ricordano ciò che manca loro, tacendo e pensando. Sono gli uomini che soffrono per l’altrui insensibilità, per l’altrui “dappochezza”. Sono le persone il cui volto non è mai stato rigato da lacrime. Le persone a cui se chiedi come stiano, rispondono “benissimo, grazie!”. Le persone alle quali si deve indifferenza perché non si comprendono.
Sono gli uomini come me che non piangono mai, coloro a cui è concessa solo l’indifferenza perché per essere capiti sono necessarie una superiore sensibilità, una grande profondità, che un mondo corrivo e superficiale come il nostro non ha.
È il mondo dei politicanti di due soldi che decide perfino verso chi nutrire i propri sentimenti. Il mondo di chi ha imparato “qualcosa”, senza capire. Il mondo dei finti colti e dei reali idioti. Eppure è il mondo che siede al desco, mangia, beve e detta leggi dall’alto del suo basso profilo. Esso si contrappone al mondo di “Pippi Calzelunghe”, la ragazza che rideva sempre perché era sempre triste.
A questo mondo la mediocrità diffusa e insopprimibile ha detto “sì”.
Eliano Bellanova