IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Il Potere del Mito e la Forza della Democrazia nel Mondo Moderno, un libro di Pompeo Maritati, Recensione di Giovanni Paladini

Il Potere Del mito e la Forza della Democrazia

Il Potere del Mito e la Forza della Democrazia nel Mondo Moderno si può leggere comodamente in due giorni. Il progetto grafico ed il corpo usato facilitano la lettura da parte degli anziani.

Si sa quanto affascinino i sogni. Questo libro è scritto da un grande sognatore che crede che i sogni si possano avverare. Un ritornello di una canzone brasiliana ripete: “Se il sogno è fatto da una sola persona è un semplice sogno, ma se lo stesso sogno è fatto da molti è già un inizio di realtà”. Il sogno di Pompeo Maritati è fatto da una moltitudine di esseri umani vissuti dal tempo di Pericle d’Atene a quello dell’autore, pertanto è un sogno che può avverarsi.

È un racconto utopico che potrebbe essere inserito nella Storia dell’utopia, pubblicata nel 1921 dal sociologo e urbanista statunitense Lewis Mumford (1895-1990).                                                                                                                                                             Il termine «utopia» fu coniato, nel 1516, dal politico cattolico inglese Thomas More (1478-1535), che quasi vent’anni dopo sarebbe stato messo a morte per essersi opposto all’Act of Supremacy di Enrico VIII. Le origini concettuali del termine, tuttavia, risalgono alla Grecia antica e precisamente alla Repubblica di Platone, nella discussione sulla possibilità e sulla realizzabilità della città giusta. Thomas More, influenzato da Platone, nella sua Utopia, critica la società inglese contemporanea, imputando la degenerazione morale alla diffusione della proprietà privata e al crescente individualismo. In alternativa all’arroganza dei nobili egli immaginò un’isola in cui regnavano la pace, il rispetto delle leggi, la comunanza dei beni e la laboriosità di tutte le classi sociali. I temi trattati da More saranno ripresi un secolo più tardi dall’umanista domenicano Tommaso Campanella (1568-1639) nella Città del sole (1602), dal teologo tedesco Johann Valentin Andrae (1586-1654) in Christianopolis (1619), dal filosofo inglese Francis Bacon (1561-1626) nella Nuova Atlantide (1626)e dallo scrittore inglese James Harrington (1611-1677) nella Repubblica di Oceana (1656). In queste opere la maggior parte delle utopie avevano avuto come ambientazione un’isola immaginaria (Utopia per More, Trapobana per Campanella, Bensalem per Bacon), successivamente l’idea di utopia ebbe un cambiamento rilevante perché furono introdotte le dimensioni del Tempo e della Storia.

Nel 1770, lo scrittore Louis-Sébastien Mercier (1740-1814) pubblicò il romanzo L’An 2440, un’ucronia ambientata nell’anno 2440 in una Parigi in cui era bandita l’immoralità e da cui erano spariti i nobili.

L’Ottocento fu il secolo dei tentativi di riforma radicale promossi dai filosofi francesi Claude-Henri de Rouvroy conteSaint-Simon (1760-1825), Charles Fourier (1772-1837), Pierre-Joseph Proudhon (1809-1865) e il gallese Robert Owen (1771-1858), antesignani del socialismo. I loro progetti furono bollati come utopistici per la loro difficile realizzabilità e contrapposti al socialismo cosiddetto scientifico di Karl Marx e Friedrich Engels.

Nel Novecento, le due guerre mondiali, l’esperienza dei totalitarismi e l’inarrestabile sviluppo industriale e tecnologico diedero origine alle distopie.                 La speranza di un mondo migliore divenne un incubo registrato nelle opere di: Evgenij Zamjatin (Noi,1920), Aldous Huxley (Mondo nuovo,1932), George Orwell (1984-1948-) o nei romanzi di Philip K. Dick.  Nonostante ciò, il concetto di utopia nel corso del Novecento non perse le sue connotazioni positive. I filosofi tedeschi Ernst Bloch (1885-1977), Walter Benjamin (1892-1940) e Herbert Marcuse (1898-1979) hanno richiamato l’attenzione sull’utopia come tensione verso il futuro e come possibilità di migliorare il mondo coniugando la speranza e l’impegno.

Nel terzo millennio, con Il Potere del Mito e la Forza della Democrazia nel Mondo Moderno, Pompeo Maritati ci offre un’opera nella quale quanto progettato da tre uomini: Dimitrios, Alexios e il giovane genio informatico Pericle diventa realtà. Riescono a cambiare il mondo grazie all’aiuto del grande politico Pericle, che guidò il governo di Atene dal 461 al 429 a. C., e di un piccolo cristallo. Lavorando in armonia notte e giorno, quasi sino allo sfinimento, e con una fede incrollabile nel potere di utopia giungono a sconfiggere i poteri forti e l’immoralità di tutti i Governi del pianeta, fanno arrestare tutti i governanti immorali e costituiscono governi democratici improntati a Giustizia, Uguaglianza e Umanità.

Tutto diventa come dovrebbe essere. Con il progetto “Athena” Pericle, consapevole di aver raggiunto un grande potere nel campo della comunicazione, non si esalta per tale successo, ricorda a sé stesso l’importanza dell’umiltà e della responsabilità, non pensa di far lucrare il suo genio e ad un “potere di controllo”, ma al “potere di proteggere e migliorare il mondo”.

Il professore Dimitrios, uomo di straordinaria intelligenza, era riuscito ad elaborare il progetto “Hermes” nel quale teorizzava che il tempo e lo spazio non sono entità assolute ma variabili influenzate dalla genetica umana. Tale progetto gli fu rubato da colleghi immorali e senz’anima. Isolatosi, dimostra di essere in possesso di quelle virtù che i veri artefici del benessere e del progresso devono avere nella mente e nel cuore. Grazie al ritrovamento di un misterioso cristallo in possesso di grandi poteri scopre una “civiltà aerea e leggera, sospesa tra le nuvole” alla quale dà il nome di Aerion. La società di Aerion era “altamente organizzata e si basava su un sistema di governance collettiva. Gli abitanti trascorrevano parte del loro tempo in meditazione e contemplazione. La spiritualità e la scienza non erano viste come discipline separate, ma come due facce della stessa medaglia. L’apprendimento non era confinato alle aule e ai libri, ma era un processo continuo e immersivo. Gli ospedali e i centri di guarigione erano luoghi di serenità e pace, dove le persone potevano ricevere cure e supporto in un ambiente che favoriva la guarigione”. In Aerion prosperavano l’Arte, la Cultura e la musica e i suoi cittadini non si consideravano superiori a nessuno, amavano vivere con umiltà e rispetto e volevano costruire un mondo di pace e bellezza. Dimitrios credeva nel primato dell’umanità sulla tecnologia che, per quanto potente, non era in grado di “pensare, sentire e scegliere”. E la sua battaglia non era soltanto nei confronti degli algoritmi della tecnologia ma anche contro l’indifferenza dilagante tra gli umani e quindi “una battaglia per l’anima della società”. 

Molte sono le parole positive usate nel libro, ma la parola chiave per eccellenza è “democrazia”. Essa è definita dall’autore “un processo continuo di costruzione e di ricostruzione”.  

Alexios, professore di storia greca antica, teorizza e auspica la democrazia digitale. Egli crede fermamente nella collaborazione. Asserisce: “La collaborazione è essenziale. Nessuno di noi ha tutte le risposte, ma insieme possiamo esplorare nuove possibilità e trovare soluzioni creative”.

Un’altra parola-pietra angolare è “riconciliazione”. Meravigliose le scritte apparse in ogni lingua del mondo dopo la vittoria delle forze democratiche per fermare ogni desiderio di vendetta. “Fermatevi! Chiunque farà del male ai precedenti governanti sarà perseguitato dal buio e dalla Giustizia”. “Perseguitati dal buio”. Il buio è la vendetta, mentre la Luce è Pace e Giustizia. Che bello!

Il Potere del Mito e la Forza della Democrazia nel Mondo Moderno è un libro che serve a cambiare questo nostro mondo in cui imperano l’istinto e l’istante. Senza la ragione e un buon utilizzo del tempo a nostra disposizione nessun cambiamento è possibile. Questa pubblicazione onora la massima di Giuseppe Giusti che recita: Il fare un libro è men che niente / se il libro fatto non rifà la gente. Il libro di Pompeo Maritati, senza alcun dubbio, rifà la gente. È un racconto utopico ma le utopie sono realizzabili se è il popolo a volerle. La democrazia è “un modo di vivere che richiede la partecipazione attiva di tutti i suoi membri”. Se i cittadini, anziché rinunciare ai doveri di votare e di farsi sentire, esercitano coerentemente i loro diritti, la Democrazia può trionfare. E con essa possono  trionfare anche la Pace e la Giustizia sociale.

Un sentito grazie all’autore per quanto offerto e proposto a noi lettori.

Giovanni Paladini

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