Da: Nuove poesie, silloge inedita – terza sezione di Vincenzo Fiaschitello
Poi venne il tempo
a Loredana Borghetto
Poi venne il tempo -così parlò Adamo-
l’immensa carovana alle mie spalle
aveva per secoli navigato nel verde
dell’infinita vita dalle molteplici sporgenze,
finché nel mio cuore, commosso e perturbato
da innumerevoli emozioni, sentii la voce
dell’essere dalla quale piovevano tremore e gioia.
Sconosciuto amore mi prese e dopo lunghi
intervalli di silenzi e solitudine scelsi
la compagna della mia vita.
Il divino in noi abitava, sfogliava tenerezza
il suo femminile volto e la sua grazia
coglievo dai suoi occhi di cielo,
dimentichi di ogni altra cura, zampettevamo
felici tra prati fioriti. Poi venne il tempo…
e le anse del fiume dei giorni ci fecero
scoprire il niente di un sublime, generosamente
donato dalla Natura, le ansie e il seme
del dolore radicato nella nostra vita.
-Ma tu, Adamo, cosa hai fatto per vincere
il tuo smarrimento?- Tentai di infiorare
il tempo per farlo mio amico! Ma invano:
le mie ossa sempre più grame, sfiorita
la mia dolce Eva nella declinante sera della vita.
Tempi di guerra
Oh, certo!
Fai bene a dire che la guerra
non è finta e finita non è,
sarà pure lunga ancora.
Veri sono i morti, tanti,
le case bruciate, i corpi
straziati, orrore vero.
Scava pure la fossa al tuo
oblio, ma mai potrai
dimenticare i pianti delle
madri, le lacrime dei bimbi,
il sangue degli innocenti.
Nella luce di questa notte
d’autunno, ciascuno è come
foglia dal ramo staccata
che, brancolando, al vento
chiede un breve tempo prima
del cieco tepore della morte,
privo d’ogni pudore e di decoro.
Post-Europa
Europa dei miti, degli dei, della grecità,
Europa romana e dei crociati
Europa di esploratori di foreste e di sorgenti
Europa colonica e di Tripoli bel suol d’amore
Europa di stragi di genti non genti
Europa di magagne e di egoismi, in fiamme
Europa non più intellettuale vicenda
ma meschina geografica espressione
ricca di titoli e di storici debiti.
Nessuna supremazia è ormai dalla tua parte,
la tua scienza e la tua filosofia si chiama
tecnica, non più solamente tua. Sul podio
planetario l’universalità ti ha tolto lo scettro,
sei semplicemente post-Europa.
Abbi dunque cura di te, chiudi nel pozzo
della memoria il desiderio di sconfinare
nell’altrove di terre non tue,
stàccati dall’insano pensiero di guerre:
per i bimbi che amano la vita, pure
tra le ceneri della città, non far buono
ogni momento per morire. Accogli
con dignità chi fugge e patria non ha.
Fa’ in modo che non s’apra
alcun ignoto fra noi perché possiamo
dirci soci in una comunità di giusti
non macchiati da miserabile disunità.