IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Retablos – musica e colori

Rteablos-

di Tiziana Leopizzi

Nome difficile da ricordare grazie al quale però dall’altra parte del pianeta, si è dipanata una storia molto armoniosa di arte e musica, tra Italia e Perù.
Proprio in Perù si consoliderà l’amicizia tra Giua e Riccardo Tesi, due straordinari musicisti, lui pistoiese, uomo di spettacolo irresistibile dalla parlata ricca di arguto spirito toscano, lei di Rapallo, rossa scatenata, nata artista a tutto tondo che spazia tra musica dal canto alla composizione, al teatro, arti visive, letteratura. Incaricato dall’Istituto Italiano di Cultura in Perù per realizzare un concerto, Tesi chiama Giua come voce e da questa tournée – al buio – che li vede insieme sul palco per la prima volta, nasce la volontà di continuare la collaborazione visto il collaudo dall’esito felice.
Nasce così Retablos.

Retablos


Il titolo scelto per lo spettacolo, si riferisce alla tipica creatività peruviana, soprattutto da quando questi oggetti, i retablos appunto, nati come pale d’altare e poi altarini pieghevoli, espressione di devozione nella cultura indigena, si affrancano dalla religione, diventando l’espressione culturale di tutto il Paese arricchendosi dei flash della loro storia. Dal Perù la pratica si diffuse in tutto il sud America arrivando poi anche in Europa.
Il nuovo spettacolo debutta a Genova al TiQu, crasi di Teatro di Quartiere, nato come spazio ludico nel cinquecentesco Palazzo Cambiaso situato nel centro storico di Genova. Uno dei tanti magnifici palazzi che vanta la Città. Giua e Tesi l’hanno scelto come contenitore del loro concerto. Concerto a dir la verità è un termine un po’ riduttivo perché in realtà abbiamo assistito a una pièce teatrale, uno spettacolo nello spettacolo. Gli scambi tra questi due maestri, gli sguardi al volo, le battute di spirito botta e risposta, il dialogo con il pubblico invitato anche ad accompagnare le canzoni, costituiscono il contenuto del disco ora in cantiere, registrato dal vivo, in diretta. La scenografia essenziale ed armoniosa è opera di Giua che dipinge la musica perché ne trasla ritmi e armonie sulle sue tele, quell’armonia di cui che diventa un arcobaleno di note, mentre Riccardo Tesi, narratore sopraffino dalla curiosità insaziabile, caratteristica che li accomuna, lascia cadere delle perle divertenti e molto illuminanti tra un brano e l’altro.


Con Artour-oil MusT fin dalla prima edizione fiorentina, e subito dopo a Shanghai, e via via in un’altra ventina di luoghi fascinosi in giro per il mondo, Giua affronta con molta naturalezza i temi che crea o che le propongono. Non faccio nessuna fatica a credere a Tesi che racconta si stupì forse per primo della pronta adesione. Un attimo di riflessione, ma la curiosità ha la meglio e avendo appena terminato la tournee con Neri Marcorè, si dice pronta a iniziare una nuova avventura con il Maestro Tesi, come lei artista poliedrico, compositore, strumentista, ricercatore, autentico pioniere dell’etnica in Italia.
In perfetta simbiosi con la sua poetica della memoria, il suo strumento è l’organetto diatonico, antenato della fisarmonica, al quale per primo in Italia, ha consacrato un intero disco.
Ciò che colpisce di Tesi è lo stile, chiaramente riconoscibile, attraverso il quale riesce a far parlare all’organetto una lingua arcaica e nuova, dilatando il vocabolario e la tecnica di uno strumento rimasto a lungo patrimonio esclusivo della tradizione; una scelta “splendidamente inattuale” che lo iscrive, per lirismo e virtuosismo, al circolo di quanti, a tutte le latitudini hanno ridato dignità alla fisarmonica e ai suoi affini, schegge di un mondo antico da salvare ad ogni costo.
Loro sul palco e alle spalle i Retablos di Giua che ne trasmette l’essenza nei teli di grandi dimensioni.
Non posso che consigliare di seguirli e ai due maestri augurare tanti altri passi insieme.
Tra tutte le loro canzoni sorprendente l’omaggio a De André e a Ivano Fossati.
Last but not least attenti alla superNova che si è accesa, per il pubblico un’altra meravigliosa sorpresa.
Si tratta di Ago Giovannone, 9 anni, che ha una voce e una presenza scenica consumata. Un talento allo stato puro, davvero incredibile questo bambino, figlio d’arte, senz’altro da seguire, e come poteva essere diversamente con una mamma come Giua!
Dopo aver concesso tre bis, il pubblico che non si voleva proprio rassegnare li ha finalmente lasciati andare via. Auguri e tutti e alla prossima allora!


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