La svolta culturale dell’Occidente a tò Kalòn con il prof. Francesco Fistetti
di Anna Stomeo
Un nuovo incontro speciale Mercoledì 27 Novembre alle ore 18,30, a Martano (Lecce), in via Marconi 28 presso il Centro Culturale tò Kalòn dell’Associazione Itaca Min Fars Hus, condotto da Anna Stomeo e da Paolo Protopapa: ospite gradito e atteso il Professor Francesco Fistetti, ordinario di Storia della filosofia nell’Università di Bari e studioso di fama internazionale, apprezzato per la sua infaticabile attività di ricerca nel campo della filosofia e delle scienze umane, autore di numerosissime pubblicazioni che hanno contribuito notevolmente allo sviluppo critico della cultura italiana ed europea negli ultimi trent’anni e alla crescita consapevole di diverse generazioni di intellettuali.
Il prof. Fistetti ha di recente ristampato un testo (arricchito da un importante e inedito saggio introduttivo) dal significativo titolo La svolta culturale dell’Occidente. Dall’etica del riconoscimento al paradigma del dono (Morlacchi Editore 2024), un testo di grande profondità e serietà scientifica, che ha contribuito non poco nell’arco dell’ultimo decennio, ad aprire nuovi orizzonti conoscitivi e nuove prospettive etiche e politiche a molti lettori di diversa provenienza culturale. Non solo accademici e specialisti, ma anche intellettuali attenti e consapevoli della realtà che stiamo vivendo, cittadini comuni, preoccupati dagli enormi risvolti morali, educativi e di sopravvivenza, che impattano le tematiche della globalizzazione e dell’antropocene, in una società sempre più attraversata dalle ingiustizie sociali e dominata da un capitalismo finanziario e informazionale di corto respiro, relativamente ai valori reali della convivenza umana e del reciproco riconoscimento.
Fistetti indaga, con grande sapienza e cura, alcuni dei temi che riguardano la contemporaneità, annodandoli attorno a due prospettive teoriche e pratiche rilevanti: “l’etica del riconoscimento” e il “paradigma del dono”, attraverso le quali si manifesta la necessità di una svolta culturale (Cultural Turn) dell’Occidente e delle attuali società multiculturali. Una svolta che nasca dalla presa d’atto di un capovolgimento dei canoni tradizionali della vecchia logica colonialista e neocolonialista, e convinca l’Occidente (o forse i potenti che lo guidano) della necessità di guardare al multiculturalismo con tutte le specificità di un nuovo modello filosofico e politico-economico, capace di creare convivenza e collaborazione, recuperando al proprio interno tutte le prerogative di una società democratica del riconoscimento non soltanto delle diversità, ma, anche e soprattutto, delle ingiustizie.
La complessità del quadro socio-geo-politico di questi anni ci dice anche della complessità delle culture, e delle società che le ospitano e le coltivano, e dell’obbligo di definire nuovi strumenti di significazione e nuove pratiche simboliche, adeguate al disvelamento e al riconoscimento delle diversità culturali, come indispensabile per la salvaguardia dell’ordine internazionale e del vivere civile.
L’analisi del problema del riconoscimento (degli uomini e tra gli uomini delle culture e tra le culture) è di grande importanza scientifica ed epistemologica, oltre che politica, e chiarisce non solo la differenza tra il vecchio ‘pluralismo’, come mera attestazione delle diversità culturali, e il più complesso ‘multiculturalismo’, come proficua interazione dei diversi soggetti culturali, ma rende necessaria l’evoluzione del concetto di multiculturalismo in quello, più efficace di ‘interculturalismo’, in cui le culture si incontrano, al di là e al di sopra del mercato e del capitalismo informatico della sorveglianza, stabilendo legami di scambio gratuito e di dono reciproco.
In altri termini questo volume di Fistetti ci dice che ci sono ancora spazi reali per la costruzione e l’esercizio di relazioni, umane e istituzionali, alternative alla logica del rifiuto e dell’allontanamento, e fondate, invece, sul reciproco riconoscimento e sulla costruzione di “contromovimenti” capaci di smuovere i pregiudizi e aprire nuovi orizzonti.
Di qui la proposta, teorica e pratica, di un nuovo pensiero “trasversale ed enciclopedico”, in grado di tenere insieme istanze e sostrati culturali diversi e capace di indirizzarci verso una società post-neoliberale prefigurata intorno al “paradigma del dono”, mutuato e coltivato dalla teoria del dono dell’antropologo francese Marcel Mauss con il “Saggio sul dono” del 1924.
Un punto di partenza e di elaborazione teorica creativa e produttiva, sviluppato e confermato da studiosi di tutto il mondo raccolti, a partire da 1981, intorno alla “Revue du MAUSS” (significativa coincidenza e assonanza di un cognome e di un acronimo), la Rivista Anti-Utilitarista delle Scienze Sociali, fondata da A. Caillé, insieme a P. Chanial, J.T. Godbout ed altri e della quale Fistetti è membro del Consiglio di Direzione. È in questo clima culturale estremamente sensibile e profondamente critico che nasce la proposta del convivialismo come “arte del vivere insieme” e come prima realizzazione pratica del paradigma del dono. Dare-ricevere-ricambiare significa riconoscere la dimensione antropologicamnte ineludibile della reciprocità. Non utopia divagante, ma progetto convergente di una società attenta ai pericoli che l’umanità corre nel trascurare il Pianeta e le autentiche relazioni umane.
Il primo passo, di un percorso alternativo all’utilitarismo come ‘unica’ risorsa, consiste nel cercare di superare una visione unilaterale e univoca dei tempi che stiamo attraversando, per guardare il mondo da una “tonalità emotiva” e pratica (politica) diversa, rispetto a quelle che la storia ha fino ad ora sperimentato, a cominciare soprattutto dal modello fagocitante dell’homo oeconomicus dell’economia classica, che ha caratterizzato il neoliberismo del secondo Novecento, con esiti devastanti sulla vita degli uomini e della natura. Nello stesso tempo, il passo successivo è quello di fare tesoro di tutto il meglio che le grandi istanze teoriche ed etiche del passato ci hanno lasciato in eredità, a cominciare dal principio di solidarietà propugnato dai grandi movimenti di riscatto sociale degli ultimi due secoli.
Un progetto etico e conoscitivo che si alimenta di sapere critico e di visioni alte e che ha il merito di cercare linee di convergenza tra le diverse teorie del mondo per raggiungere obiettivi concreti di pacifica con-vivenza.
Di questo e di tanto altro si parlerà a tò Kalòn con il prof. Francesco Fistetti, studioso di grande serietà, ma anche di grande affabilità e disponibilità, abituato, da una lunga e onorata attività magistrale di docente universitario, a venire incontro alle domande di coloro che intraprendono il cammino della conoscenza nella speranza di migliorare il mondo.
Tanti e di diverse generazioni i suoi allievi, che lo ricordano e lo seguono e che hanno manifestato interesse per questo nostro incontro di mercoledì 27 novembre. A questi amici rivolgiamo l’invito, se non potranno essere presenti, a seguirci anche in streaming sul nostro profilo facebook.
Le serate di tò Kalòn si alimentano di amicizia e di reciproca fiducia. Non mancate.
Anna Stomeo