Il Museo di San Marco a Firenze è un luogo di rara bellezza e spiritualità
Museo Nazionale di San Marco di Firenze
di Riccardo Rescio
Ospitato nell’ex convento domenicano di San Marco, il museo è famoso soprattutto per la sua collezione di affreschi di Fra Angelico, uno dei più grandi maestri del Rinascimento.
Il ciclo di affreschi nel chiostro sono di una bellezza semplicemente mozzafiato.
Ogni cella monastica è decorata con scene bibliche e storie di santi, e la loro purezza e luminosità lasciano senza fiato.
La cappella dei è un capolavoro assoluto di Fra Angelico.
Le scene del Giudizio Universale, dell’Annunciazione e della Crocifissione sono tra le sue opere più famose.
La biblioteca del Museo conserva un’ampia collezione di libri antichi e manoscritti, tra cui codici miniati e opere di teologia.
Il refettorio è lo spazio un tempo utilizzato dai frati per i loro pasti e oggi ospita eventi culturali.
Visitare il Museo di San Marco è una immersione spirituale nel Rinascimento Fiorentino, ammirare i capolavori di Fra Angelico e una emozione esperienziale unica, unitamente ai tanti altri capolavori e godere anche di una vista panoramica di Firenze dalla terrazza del Museo.
In questa meraviglia assoluta martedì primo ottobre 2024, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del nuovo allestimento del refettorio grande, dopo la suola completa ristrutturazione.
Sono intervenuti all’evento, Massimo Osanna Direttore Generale Musei Ministero della Cultura, Stefano Casciu Direttore Regionale Musei Nazionali Toscana del Ministero della Cultura, Marco Mozzo Direttore del Museo di San Marco, Angelo Tartuferi già Direttore del Museo di San Marco, Eugenio Giani Presidente Regione Toscana e Giovanni Bettarini Assessore alla Cultura del Comune di Firenze.
La ristrutturazione e il nuovo allestimento del Refettorio Grande è stato possibile grazie alla generosa donazione di Michael W. Scherb e della sua famiglia.
La progettazione architettonica e dell’allestimento e la direzione dei lavori sono stati affidati all’Architetto Andrea Gori e all’Architetto Raffaele Fuschino.
