IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Il Settimo Giorno di Dio: Un’Interpretazione Creativa nella Creazione del Mondo

La Grecia

di Pompeo Maritati

La narrazione biblica della Genesi offre uno dei racconti più affascinanti e commentati della storia dell’umanità: la creazione del mondo da parte di Dio in sei giorni, seguita da un settimo giorno di riposo. Questa interpretazione tradizionale, pur ricca di significato spirituale e culturale, può sembrare un poco riduttiva rispetto alla complessità dell’azione divina. Se esaminassimo più da vicino l’intelligenza universale di Dio, potremmo scorgere un’idea intrigante: e se nel suo settimo giorno Dio non si fosse limitato a riposare, ma avesse scelto di dedicarsi a un’attività creativa, come la pittura?

La figura del Creatore, non solo onnipotente, ma anche profondamente artistica, si allineerebbe alla descrizione di molti artisti di oggi. Dopo una settimana di lavoro intenso, un individuo colto e riflessivo, come Dio potrebbe essere in questa prospettiva, si ritaglierebbe del tempo per “curare” il proprio spirito attraverso l’arte. Forse, ispirato dalle meraviglie della natura che aveva plasmato nei sei giorni precedenti, Dio avrebbe scelto di dar vita a qualcosa di nuovo, di esplorare ulteriormente la propria creatività. E quale luogo migliore per esprimere questa creatività se non la Grecia, una terra di straordinaria bellezza e di ricca tradizione artistica?

Immaginiamoci allora un Dio intento a dipingere uno degli incantevoli paesaggi greci: il blu cobalto del mare, le colline dorate, i pittoreschi villaggi bianchi e blu. Ogni pennellata sarebbe un atto d’amore, una deliberata espressione della sua creatività. Queste immagini non sarebbero solo opere d’arte, ma riflessi di una bellezza intrinseca, di un’armonia che l’universo stesso cerca di emulare. Gli antichi filosofi greci, con la loro ricerca dell’estetica e del bello, avrebbero trovato in questa immagine un parallelo divino: Dio come artista, l’arte come un modo per comunicare la propria visione.

Tornando al nostro tempo, vediamo come l’arte continui a giocare un ruolo cruciale nella nostra esistenza. Attraverso la pittura, la scultura, la musica, e altre forme di espressione artistica, non solo celebriamo la creatività divina ma anche la nostra. La bellezza di un’opera d’arte può sollevare lo spirito, ispirare riflessioni profonde, e unire le persone, proprio come il creatore intendeva unire la sua creazione.

Inoltre, questa idea contribuisce a mettere in discussione non solo la rappresentazione del riposo nel settimo giorno, ma anche la concezione del sacro e del profano. Riposarsi non significa passare un giorno senza fare nulla, ma piuttosto impegnarsi in attività che arricchiscono l’anima. Così, nel nostro contesto moderno, potremmo interpretare il “riposo” di Dio come un invito a esplorare la nostra creatività, a ricollegarci con ciò che ci circonda e a esprimere noi stessi attraverso l’arte.

La bellezza della Grecia e la sua straordinaria eredità culturale possono quindi essere interpretate come un riflesso di quel settimo giorno. Un giorno in cui Dio, lungi dal fermarsi, si è immerso nel piacere del creare, affinando ciò che già esisteva e generando meraviglie che avrebbero ispirato generazioni. Riconoscere che l’atto creativo di Dio non si è fermato con il “riposo” può aprirci a riflessioni più profonde sulla nostra connessione con il divino e con l’arte, nelle sue innumerevoli forme.

In conclusione, l’immagine di Dio come pittore della Grecia non è solo un’interpretazione fantasiosa, ma una prospettiva che ci invita a considerare l’essenza dell’arte e della bellezza nel nostro mondo. Questa visione suggerisce che l’atto di creare è intrinsecamente legato al divino e che ognuno di noi ha la capacità di partecipare a questa continua creazione. Che sia attraverso la cura di un orto, la scrittura di un racconto, o la pittura di un paesaggio, l’invito è chiaro: dedicarsi all’arte è un modo per onorare l’intelligenza universale del Creatore e, in qualche modo, imitare la sua creatività.


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