PNRR e la Puglia: Promesse Disattese o Opportunità Mancate? La Percezione dei Cittadini tra Criticità e Delusioni
di Pompeo Maritati
La percezione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) tra i cittadini comuni, in particolare quelli che vivono nel Sud Italia e in Puglia, è spesso molto diversa rispetto alle narrazioni ufficiali. Se da una parte il PNRR ha indubbiamente rappresentato una grande opportunità per l’intero Paese e ha permesso di avviare numerosi progetti di modernizzazione, dall’altra parte, molti cittadini lamentano una scarsa percezione di miglioramento nei servizi essenziali, come trasporti, sanità, istruzione e sicurezza. In questa nuova analisi, cercherò di esaminare più da vicino la questione, dando voce alle preoccupazioni di chi vive quotidianamente le difficoltà di un territorio che, nonostante le promesse e i fondi stanziati, sembra non vedere ancora i benefici concreti tanto proclamati.
Uno dei principali problemi che viene frequentemente citato dai cittadini è quello dei trasporti. Il Sud, e la Puglia in particolare, soffrono di una rete di infrastrutture di trasporto nettamente inferiore rispetto al Nord Italia. Le linee ferroviarie, anche dopo l’avvio di alcuni progetti di potenziamento, continuano a risultare insufficienti sia in termini di copertura territoriale che di qualità del servizio. La linea ferroviaria adriatica, pur essendo stata oggetto di interventi previsti dal PNRR, non ha ancora portato a quel miglioramento drastico che ci si aspettava, con i tempi di percorrenza tra le città della regione che restano ancora lunghi e scomodi per i pendolari. Le persone che si spostano quotidianamente per lavoro, studio o altre necessità lamentano ritardi, servizi scadenti e la mancanza di alternative efficienti ai mezzi privati. Le aspettative erano alte: miglioramenti nella rete ferroviaria, investimenti per il trasporto pubblico locale e la creazione di un sistema di mobilità più sostenibile. Tuttavia, la realtà per i cittadini comuni sembra diversa. Nonostante i finanziamenti, le carenze strutturali rimangono evidenti, e molte zone interne della regione sono ancora scarsamente collegate, con conseguenti difficoltà per chi vive in queste aree. In un contesto come quello pugliese, dove il trasporto pubblico è essenziale per connettere piccoli centri con le città più grandi, queste mancanze hanno un impatto diretto sulla qualità della vita delle persone.
Il settore sanitario è un altro ambito in cui i cittadini faticano a percepire miglioramenti significativi. Il Sud Italia, e la Puglia in particolare, hanno storicamente sofferto di una carenza di strutture sanitarie adeguate e di personale medico. Sebbene il PNRR abbia previsto importanti finanziamenti per il potenziamento delle infrastrutture sanitarie, la realtà quotidiana per molti cittadini è che gli ospedali rimangono sotto pressione, con lunghe liste d’attesa e una cronica carenza di medici e infermieri. Gli investimenti nella sanità territoriale, come la creazione di ospedali di comunità e il rafforzamento delle strutture di assistenza primaria, non hanno ancora portato i benefici sperati. In molte aree della Puglia, specialmente quelle rurali, l’accesso alle cure mediche rimane limitato, con la conseguenza che molti cittadini sono costretti a recarsi in altre regioni per ottenere trattamenti specialistici. Questo fenomeno, noto come “migrazione sanitaria”, è emblematico delle disuguaglianze esistenti tra Nord e Sud Italia e testimonia le difficoltà che il PNRR sta incontrando nel ridurre queste disparità. Nonostante i fondi disponibili, la sanità pubblica pugliese rimane in difficoltà, con una percezione diffusa tra i cittadini che poco o nulla sia cambiato nella loro vita quotidiana.
L’istruzione è un altro settore in cui le promesse del PNRR sembrano non essere ancora pienamente realizzate. Le scuole del Sud, e in particolare quelle pugliesi, soffrono di un’inadeguatezza strutturale che si riflette sia nelle condizioni fisiche degli edifici sia nella qualità dell’offerta formativa. Le università pugliesi, nonostante abbiano ricevuto finanziamenti per il potenziamento delle infrastrutture e per la promozione della ricerca, spesso appaiono scollegate dal territorio, fatte salve quelle che possiamo ritenere delle eccezioni, e poco inclini a interfacciarsi con il tessuto sociale ed economico della regione. Il problema della “fuga di cervelli”, cioè la tendenza dei giovani laureati a lasciare la Puglia per cercare lavoro altrove, continua a persistere, nonostante gli investimenti nel campo dell’istruzione superiore. Questo fenomeno è particolarmente preoccupante, in quanto indica che nonostante gli sforzi per migliorare le strutture universitarie e aumentare le opportunità di formazione, il mercato del lavoro locale rimane insufficiente a trattenere i talenti formati in loco. Anche nelle scuole primarie e secondarie, i fondi del PNRR non hanno ancora prodotto cambiamenti significativi. Molti insegnanti e genitori lamentano la mancanza di investimenti in tecnologie digitali, in progetti di educazione ambientale o in iniziative che possano realmente avvicinare gli studenti alle sfide contemporanee, come la sostenibilità e l’innovazione tecnologica.
Un altro problema spesso sottovalutato, ma molto sentito dai cittadini, è quello della sicurezza. Il PNRR ha dedicato poche risorse dirette alla sicurezza pubblica, e questo è stato percepito come una lacuna importante, soprattutto in una regione come la Puglia, dove la criminalità organizzata e il degrado urbano rappresentano ancora delle minacce per la stabilità sociale ed economica. I cittadini dei quartieri periferici delle principali città pugliesi continuano a vivere in un contesto di insicurezza, dove la microcriminalità e il degrado degli spazi pubblici rendono difficile migliorare la qualità della vita. Nonostante il piano preveda investimenti per la rigenerazione urbana e la creazione di spazi pubblici, molti di questi progetti sono ancora in fase di pianificazione, e non si vedono miglioramenti tangibili nelle aree più degradate delle città pugliesi. La mancanza di sicurezza ha un impatto diretto sulla vita quotidiana delle persone, limitando la loro libertà di movimento e creando un senso di abbandono che rafforza la sfiducia nelle istituzioni pubbliche. Anche qui, la percezione diffusa tra i cittadini è che il PNRR non abbia ancora prodotto i risultati sperati e che le problematiche legate alla sicurezza rimangano in gran parte irrisolte.
Il problema della disconnessione tra le università e il territorio è particolarmente sentito. Le università dovrebbero essere motori di innovazione e sviluppo per le regioni in cui operano, ma in Puglia sembrano spesso lavorare più per se stesse che per la comunità. Nonostante i finanziamenti del PNRR per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, mancano progetti concreti che coinvolgano attivamente le imprese locali e promuovano una reale collaborazione tra il mondo accademico e il tessuto produttivo regionale. Le piccole e medie imprese pugliesi, che rappresentano una parte fondamentale dell’economia locale, lamentano una scarsità di iniziative volte a trasferire le innovazioni e le conoscenze prodotte nelle università al mondo produttivo. Questo crea una frattura tra il mondo accademico e la realtà economica del territorio, limitando le opportunità di crescita e di sviluppo. Le università pugliesi, pur avendo ottenuto nuovi finanziamenti per la ricerca, faticano a creare un impatto positivo e duraturo sul tessuto socioeconomico regionale, lasciando molti cittadini con la percezione che gli investimenti nel campo dell’istruzione non stiano producendo benefici diretti per la comunità.
Un altro tema che emerge dalla percezione comune è legato alla capacità delle amministrazioni locali di gestire efficacemente i fondi del PNRR. La burocrazia, che storicamente rappresenta uno degli ostacoli principali allo sviluppo nel Sud Italia, continua a essere vista come un freno per la realizzazione dei progetti finanziati dal piano. In Puglia, molte delle risorse stanziate non sono ancora state utilizzate a causa di ritardi nella pianificazione e nell’attuazione dei progetti. Questo problema è aggravato dalla mancanza di competenze specifiche all’interno delle amministrazioni locali, che spesso faticano a gestire la complessità dei fondi europei e a rispettare i rigidi requisiti burocratici imposti dal PNRR. La conseguenza è che molti progetti rischiano di non essere realizzati nei tempi previsti, con il risultato che i cittadini non vedono miglioramenti concreti nella loro vita quotidiana. La lentezza con cui vengono attuati i progetti e la percezione di una gestione inefficace delle risorse alimentano una crescente frustrazione tra la popolazione, che si sente sempre più distante dalle istituzioni e sfiduciata nei confronti della capacità del governo di risolvere i problemi strutturali della regione.
In conclusione, mentre il PNRR rappresenta senza dubbio una grande opportunità per il rilancio economico e sociale del Sud Italia, la percezione tra i cittadini comuni è che i benefici concre
ti stentino a manifestarsi. I settori chiave come trasporti, sanità, istruzione e sicurezza non hanno ancora visto quei miglioramenti tangibili che erano stati promessi, e la distanza tra le aspettative e la realtà quotidiana sta generando una crescente sfiducia. Le università, pur avendo ottenuto nuovi finanziamenti, non riescono a creare un legame forte con il territorio, mentre le amministrazioni locali faticano a gestire efficacemente le risorse messe a disposizione dal piano. Se il PNRR vuole davvero essere un successo per il Sud e per la Puglia, sarà necessario un cambio di passo, con una maggiore attenzione alle esigenze reali della popolazione e una gestione più efficiente e trasparente delle risorse. Altrimenti, rischia di rimanere solo un acronimo privo di contenuti concreti per chi vive ogni giorno le difficoltà di un territorio che ha bisogno di risposte immediate e di azioni concrete.