“Mettici la mano”… e la penna di Maurizio De Giovanni
La pièce teatrale firmata dal creatore del Commissario Ricciardi ha commosso il pubblico del Celebrazioni di Bologna con un racconto che nello stesso tempo diverte e fa riflettere.
di Gabriele Zompì
Bologna – Un racconto che andrebbe proposto nelle scuole, che sa trasmettere emozioni e sentimenti che valicano ogni confine temporale e spaziale, questo è “Mettici la mano” frutto del genio e della penna di Maurizio De Giovanni, messo in scena a Bologna al teatro Celebrazioni l’ 11 e il 12 aprile.
Nel ruolo dei due protagonisti l’affermato e bravissimo Antonio Milo (Brigadiere Maione) e l’ istrionico e giovane Adriano Falivene (Bambinella) – già interpreti della serie tv – a cui si aggiunge Federica Totaro nei panni di Melina, che seppure in un ruolo non di primo piano commuove il pubblico con i suoi monologhi e il racconto della sua drammatica storia.
Si tratta della pièce spin-off della serie televisiva “Il commissario Ricciardi” e narra di un fatto ambientato nella primavera del 1943 nella città di Napoli – devastata dalle conseguenze del nazifascismo – che vede protagonisti tre personaggi che si ritrovano, inaspettatamente insieme, in uno scantinato di un palazzo, un rifugio improvvisato per sfuggire ai bombardamenti, dove è riposta un’ effige della Vergine Addolorata.
Bambinella, un femminiello che sopravvive esercitando la prostituzione e che conosce tutto di tutti, il Brigadiere Maione e Melina, una ventenne appena arrestata da Maione per aver sgozzato nel sonno il Marchese di Roccafusca per il quale la ragazza faceva la cameriera. E mentre fuori le voci della gente si trasformano in un pauroso silenzio, il dialogo tra i tre si fa sempre più profondo e serrato con una serie di riflessioni sulla vita, la morte, la giustizia, la fede, ma anche la fame e l’arroganza del potere e dei pre-potenti.
La Vergine Addolorata e il suo simulacro, che occupa uno spazio importante sulla scena, diventa la figura di riferimento alla quale si chiede di “metterci la mano” per rimediare a tante ingiustizie di cui i protagonisti sono vittime.
Le scene dello spettacolo sono firmate da Toni di Pace, i costumi da Alessandra Torella e le luci da Davide Sondelli. Le musiche originali sono di Marco Zurzolo. La regia è dello scomparso Alessandro D’Alatri, che ha saputo trasporre con successo sul palcoscenico un soggetto e un lavoro inizialmente pensato e costruito per i tempi e il pubblico televisivo.
Lo spettacolo chiuderà la tournèe a Lovere (BG) il 13 e 14 aprile.
(Le foto sono di Anna Carmelingo)