IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Miscellanea attorno al mondo della lirica. 12° e ultimo Capitolo: ALFRED DE GRAZIA

Alfred De Grazia - politologo e scrittore

Alfred De Grazia - politologo e scrittore - DEG

di Emilio Spedicato

E così, dopo aver trattato, in 8 interessanti capitoli, le STELLE DELLA LIRICA DI GRANDE LONGEVITÀ, e dopo esserci occupati, nella sezione MISCELLANEA ATTORNO AL MONDO DELLA LIRICA, composta da altri 11 capitoli, di una varietà di persone interessate al mondo della lirica anche se non in funzione del canto o della direzione, chiudiamo la nostra rassegna di personaggi (tutti tratti dal primo dei libri sul mondo della lirica – edito nel 2013 – scritti dal prof. Emilio Spedicato) con un nome a sorpresa.


Alfred De Grazia, che a fine del 2011 ha compiuto 92 anni nella sua trecentesca casa del villaggio francese di  Villaines la Gonais, presso Le Mans, è uno degli uomini più straordinari da me incontrati. Il mio incontro con lui ha una storia complessa.

Ragazzino decenne, lessi su Selezione del libro una sintesi del libro Mondi in collisione di Immanuel Velikovsky, grande studioso ebreo, nato in Russia da un padre che acquistò il primo terreno per un kibbutz in Palestina. Uomo di inusuale cultura e psicanalista di professione, Velikovsky passò molti anni nella Palestina allora sotto il controllo inglese e poi, prima della seconda guerra mondiale, si trasferì negli Stati Uniti, a Princeton, per sfruttare le ricche biblioteche di quella cittadina e della vicina New York. Studio dedicato a tesi rivoluzionarie, fra cui la validità storica della Bibbia quando la Bibbia era svalutata come fonte di informazione, fatto ancora oggi  in buona parte vero. Affermò che la cronologia accademica per i primi due millenni avanti Cristo era errata, e che per comprendere certe affermazioni della Bibbia era necessario considerare interazioni catastrofiche (ma non collisioni, il titolo fu scelto ad effetto dall’editore) fra il nostro pianeta ed altri corpi del sistema solare. Affermò l’origine recente di Venere da Giove (senza spiegarne come, arrivò poi la proposta accettabile del fisico John Ackerman) e il fatto che Marte passò più volte vicino alla Terra. Queste interazioni sono legate alla religione degli antichi, e terminarono verso il 700 AC, quando era re di Roma l’ etrusco Numa Pompilio.

Il libro di Velikovsky, seguito da numerosi altri, suscitò un grande dibattito nel mondo anglosassone, mentre fu quasi ignorato in Italia (a parte il grande statistico Bruno de Finetti e chi scrive, che Nieves Hayat de Madarriaga, figlia del grande storico Salvador De Madarriaga, ha definito successore di Velikovsky).
Numerosi studiosi accettarono almeno parte delle idee di Velikovsky, dando ulteriori contributi, fra cui l’aggiunta delle forze elettromagnetiche per spiegare origine ed eventi nel sistema solare. Citiamo Donald Patten, Dwardu Cardona, David Talbott, Wal Thornhill, Laurence Dixon, Ian Sammer, Ralph Jurgens, Charles Ginenthal… e Alfred De Grazia.

ALFRED DE GRAZIA è nato a Chicago, figlio di Joseph Alfred, clarinettista e direttore di bande, emigrato dalla Sicilia all’inizio del Novecento. Padre di numerosi figli, fra i quali Sebastian, è ben noto nella letteratura nord-americana per essere stato amante della figlia di Stalin, Svetlana Alleluieva.
Alfred De Grazia, poi qui chiamato DEG,  la cui autobiografia pur non completa consiste di numerosi volumi, ha avuto una prestigiosa attività accademica nel campo delle scienze sociali e politiche, dove fu fra i primi ad utilizzare metodi quantitativi.
E’ stato professore a Stanford (era amico di Kerensky, l’ultimo presidente della Repubblica russa deposto da Lenin), a Chicago ed a New York, risiedendo allora a Princeton, la cittadella della scienza dove vivevano Einstein e Velikovsky (Einstein aveva collaborato negli anni Trenta con Velikovsky nella rivista Acta Ierosolimitanae Universitatis, da cui nacque l’Università Ebraica di Gerusalemme).
Incuriosito dalle discussioni su Velikovsky, Alfred andò a trovarlo e ne ebbe in regalo il libro Oedipus and Achnaton, dove la storia di Achenaton, il faraone che andò contro le tradizioni religiose egizie, è reinterpretata, nonché situata nel nono secolo AC, vari secoli dopo la datazione tradizionale. Alfred lesse il libro tutto di un fiato, come pure avvenne a me, che ne iniziai la lettura alle nove di sera e la terminai alle tre del mattino. Un fatto unico nella mia vita durante la quale ho letto forse circa tremila libri.

L’approccio di Velikovsky spinse Deg in una nuova direzione di studi. Andò in pensione anticipata, e, ispirato dal catastrofismo di Velikovsky che poi denominò Quantavolution,  sviluppò nuovi scenari per l’evoluzione del sistema solare e della civiltà umana, entrando in domini inesplorati da Velikovsky.
Fu finanziato dalla Mainwaring Foundation, creata da un ammiratore di Velikovsky: Bruce Mainwaring, finanziatore anche del Metropolitan, dove alcuni anni dopo Bruce offrì a me e a mio figlio Giorgio un biglietto per un Rigoletto (non ricordo chi cantasse, era prima del mio scoprire la lirica).  Da allora Deg ha pubblicato una ventina di monografie, sull’origine del sistema solare, sull’effetto delle catastrofi sulla psiche umana, sul pianeta Marte, sulla identità di Afrodite con la Luna…

Avendo notato il suo nome in varie riviste dedite al catastrofismo (The Velikovskian, Aeon, SIS Review… ), che io scoprii in Inghilterra grazie al matematico Laurence Dixon favorevole alle idee di Velikovsky, contattai Deg e lo incontrai a Princeton nell’anno 2000. Deg era interessato ai miei lavori su temi analoghi (Atlantide, Gilgamesh, Eden,…) e ottenne dalla Mainwaring Foundation un finanziamento per lavorare con me presso l’Università di Bergamo. Qui rimase per quattro anni, spostandosi poi in Francia causa problemi con la burocrazia italiana. Organizzammo vari convegni, che ora lui continua nonostante l’avanzata età, aiutato dalla moglie Amy, che ha anche interessi per la lirica (la madre di un suo amico astronomo studiò con Adelina Patti).

La vita di Deg è stata notevolissima anche negli aspetti non accademici. Arrivò in Italia con l’armata USA scendendo in Sicilia, la terra originaria del padre,  come generale di cavalleria; fu all’assedio di Montecassino; salvò Moravia che i fascisti volevano eliminare e divenne amico di Elsa Morante; fu ufficiale di liaison nel governo De Gasperi…. ha una figlia grande esperta del mondo fascista ed un’altra coordinatrice degli studi della civiltà ellenica.  Fatti ampiamente descritti nei suoi diari.

Deg appare in questo libro in quanto, pur non essendo lui particolarmente interessato alla musica, è figlio di JOSEPH ALFRED, un importante direttore di bande. Del padre, Deg ne parla in inglese, e qui diamo una parziale presentazione del contenuto della sua intervista, allegata come DVD, registrato a Naxos il 4 settembre 1910.

Joseph Alfred De Grazia, clarinettista
Joseph Alfred De Grazia, clarinettista – JA

JOSEPH ALFRED nacque verso la fine dell’Ottocento a Licodia Eubea, piccolo paese a 630 m di altezza all’interno della Sicilia, vicino a Vizzini, dove era nato Verga. Era figlio di un uomo che aveva fatto la carriera militare, ottenendo tre medaglie d’oro dopo la battaglia di Custoza, e poi dedicandosi alla professione di fabbro. 
Il nonno era ateo, ma il figlio, padre di Deg, studiò dai frati, ed una figlia fu anche suora per un certo tempo, uscendo poi dal convento e dedicandosi all’insegnamento.

Chiamando da ora Joseph Alfred come JA,  Deg ci dice che JA studiò clarinetto con i frati, non essendoci a Vizzini una scuola musicale. Cominciò quindi a suonarlo nei concerti di bande che allora in Sicilia, come ancora oggi in buona parte del Meridione d’Italia, si tenevano durante le feste patronali ed altre occasioni. Ricorda che una volta litigò con il sindaco usando il clarinetto come bastone.

Come molti italiani del Sud, che dopo l’unificazione forzata con il Nord vide oltre dieci milioni di persone emigrare (principalmente verso Argentina e Stati Uniti), JA decise di emigrare, appena ventenne, sebbene la sua famiglia non fosse povera.  Arrivato a New York e passata la famosa trafila dell’immigrazione, contattò un emigrato da Vizzini che gli trovò un posto di operaio. Notando che il lavoro proposto gli avrebbe rovinato le mani e quindi danneggiato la sua capacità di suonare il clarinetto, cercò e trovò  un posto in una banda locale. Qui rapidamente emerse diventando direttore, e dirigendo la banda principalmente su pezzi musicali di origine italiana e tedesca. Oltre che come direttore, era impegnato come manager e nella raccolta dei soldi dei biglietti… Dopo un litigio con un cliente, si spostò a Chicago, iniziando un’ampia attività nelle bande non solo a Chicago ma in molte parti del Mid West e del Sud degli Stati Uniti.

Aveva incontrato una donna amata, da cui ebbe tre figli prima di sposarla, ovvero Joseph, Alfred nel 1919 e il citato Sebastian; altri due, Edward e Viktor, seguirono dopo il matrimonio. Deg ricorda che quando era ragazzo suo padre era Band Master.

L’attività di suo padre come direttore di bande era vasta ed impegnativa, suonando in molte città, in un’epoca in cui la fruizione della musica via radio o giradischi era ancora inesistente o agli inizi. La musica non era insegnata nelle public schools, solo nelle chiese per i cori e in certe scuole cattoliche. Si diffondevano in quel periodo le bande di jazz, musica alla quale suo padre non era interessato. La sua banda era una delle principali di Chicago, con un repertorio italiano e tedesco. Altre avevano repertori polacchi, irlandesi, ebraici, riflettendo l’esistenza di varie importanti comunità nella Chicago che era una delle tre più grandi città americane. Spesso si suonava nei parchi, in particolare suo padre suonava nel Grant Park.  E nel repertorio di suo padre figuravano brani dell’opera lirica italiana, ricorda ad esempio Leoncavallo. Tali brani erano spesso modificati dal padre per sfruttare meglio la strumentazione disponibile nella banda, ricorda in particolare come modificò brani di Wagner dal Tannhauser.

A Chicago oltre alle bande esistevano un teatro d’Opera ed una orchestra sinfonica. Chi lavorava in queste strutture era pagato poco, ma si faceva pubblicità per dare poi lezioni private. Ricorda che JA suonò in queste orchestre, ad esempio in una Turandot all’Opera; e suonava non solo il clarinetto, ma anche il sassofono in cui era famoso. JA fu anche attivo, moderatamente, nell’Unione dei Musicisti, non per farvi carriera, non era uomo interessato al potere.

Joseph Alfred De Grazia
Joseph Alfred De Grazia JA

Alcuni dei figli ebbero interessi musicali, in particolare per il jazz che a un certo momento dominò il campo musicale a Chicago, senza che JA vi fosse interessato. Ricorda che Sebastian suonava bene il clarinetto.

La Grande Depressione del 1929 colpì molto anche i musicisti, fatto aggravato dalla diffusione di radio, televisione, giradischi, cinema parlato, che ridussero le occasioni di lavoro nel settore musicale. Il New Deal assegnò fondi anche al settore musicale, JA divenne anche direttore sinfonico. La crisi aveva impoverito la famiglia, passata da middle class a poor class. La guerra peggiorò ulteriormente il mondo dei musicisti, dato che i giovani poterono trovare lavoro nelle bande militari, ma questo mancava per gli anziani.

Quando Deg tornò in USA nel 1945, alla fine della guerra che lui passò particolarmente in Italia, JA dirigeva solo occasionalmente, sia bande che orchestre, ad esempio ricorda che diresse la Finlandia di Sibelius. C’erano pochi soldi e si suonava senza aver fatto le prove.  Insegnava poco, principalmente nelle chiese cattoliche.

Deg ha avuto numerosi figli, due dei quali hanno pure studiato clarinetto, ma non imparando dal nonno. Quando Deg si stabilì a Princeton, lo seguì il padre, che ormai non dirigeva più. JA morì agli inizi degli anni 80, sui novanta anni di età.


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