“Rose rosse e versi d’amore”, le poesie appassionate della salentina Antonella Tamiano domenica 3 marzo ore 17,00 in Associazione Regionale Pugliesi, ore 17 via Marsala 10
di Paolo Rausa
La passione di Antonella Tamiano, giovane scrittrice e poetessa salentina, si incontra già nelle prime battute dei suoi scritti, che siano racconti, romanzi o liriche. E’ frutto credo dei suoi studi in storia dell’arte – lei stessa è artista eccellente come si può ben notare dalla copertina di questo libro che lascia intravedere due figure di amanti perduti fra volute e melodie di strumenti che emergono fra oggetti vari di un armamentario di cui si serve Eros per rinfocolare amori e farne sbocciare altri nuovi.
Contro di lui nulla può opporsi neppure il potente Febo/Apollo dio della luce, dell’arte e della poesia, che lo canzonava non sapendo che il dio dell’amore è capriccioso e soprattutto vendicativo. Ti fa innamorare senza che tu sia oggetto dell’amore del nostro interlocutore che anzi ti fugge, come la bella Dafne che non ne voleva sapere di corrispondere all’amore di Apollo e preferì essere trasformata nell’albero di alloro, le cui fronde per compensazione ornano le teste dei poeti, come Antonella.
Uno dei più grandi poeti dell’antichità, Ovidio, ne ha tratto storie verosimili che sembrano vere e viceversa vere che invece sono verosimili nelle Metamorfosi. Così dispongono le Muse che suggeriscono a chi è ispirato da loro le più belle e straordinarie storie, tanto suggestive che si sente il bisogno di pubblicarle. Lo hanno fatto anche con Antonella che covava nel petto queste suggestioni d’ un amore lancinante e di un desiderio irrefrenabile, che erompe ogni qualvolta richiama alla memoria il ricordo del suo amato, le carezze sulla sua pelle vellutata, gli sguardi incrociati che si trafiggono sino a mescolare le loro anime.
Antonella Tamiano attraversa con le sue parole alate tutta le casistiche del sentimento d’amore che si riflette in ogni immagine, nel cielo stellato, nella luna che rivolge uno sguardo benevolo sugli amanti che vorrebbero annullarsi in un unico corpo primigenio come raccontava Aristofane nel Simposio di Platone, evocando il dispetto di Zeus nei confronti dell’umanità irrispettosa che lesinava sacrifici agli dei. Così tagliò l’essere primigenio in due, il maschio e la femmina, che si cercano per tutta la vita sino ad incontrarsi se sono fortunati per ricostituire l’amore assoluto. Con Antonella abbiamo partecipato a diverse presentazioni dei suoi libri, sempre avvolgenti, ma è questo che ci accalora nel leggere quelle belle parole che lei usa per tradurre gli stati d’animo di desiderio inappagato, deluso a volte e poi finalmente esaudito con tutta la carica di erotismo che sconvolge i nostri cuori.
L’amore è tutto questo, è carezze, mille baci catulliani, passione che non si ferma davanti a nulla se non alla vista del proprio amante cosicché possiamo volare in un battito d’ali verso l’infinito. Il tempo si ferma, l’attimo è eterno, vive in noi solo il soffio vitale, il corpo si squaderna, le braccia incrociano i corpi, tutto è un fuoco che ci divora e ci lascia alla fine sfiancati e insoddisfatti. Siamo figli di povertà e bisogno, rivela Socrate nel Convivio, alla ricerca della nostra compiutezza, di quello che ci manca credendo di trovarlo negli occhi splendidi del nostro amante e nella bocca che si apre come un bocciolo di rosa pronto a suggere la nostra anima. PAV Edizioni, Roma ottobre 2023, pp. 80, € 12,00.