Renzo Giannoccolo con “Di rima e di prosa” al Centro tò Kalòn di Itaca con Maurizio Nocera
di Anna Stomeo
Ancora un altro incontro di grande empatia e di palpitante e viva comunità quello organizzato da Anna Stomeo e da Paolo Protopapa, che si terrà venerdì 23 febbraio alle ore 18.00 al Centro Culturale tò Kalòn dell’associazione Itaca Min Fars Hus in via Marconi 28 a Martano (Lecce).
Un incontro dedicato alla poesia, come veicolo di conoscenza interiore e di intensa spiritualità, ma anche come strumento unico di relazione umana e reciproca comprensione.
Da Reggio Emilia, dove vive da sempre, viene a trovare gli amici di tò Kalòn Renzo Giannoccolo, con tra le mani un dono inatteso e speciale: un libro di poesie e di prose per condividere emozioni e riflessioni e per raccontare e riscoprire una storia interiore silenziosa e coinvolgente (Renzo Giannoccolo, “Di rima e di prosa”, edizioni KappaVu).
Ad accoglierlo, insieme agli amici di tò Kalòn, e a dialogare con lui un altro poeta, Maurizio Nocera, autore di versi raffinati, oltre che scrittore, ricercatore e saggista, uno degli intellettuali salentini più colti ed impegnati, protagonista di una stagione indimenticabile per il Salento, quella di Antonio Verri, suo amico di tante avventure poetiche e culturali.
Renzo Giannoccolo è vissuto e vive a Correggio, in provincia di Reggio Emilia, ma è salentino di nascita e di adozione, figlio del compianto partigiano martanese Giovanni Giannoccolo, che lasciò Martano a vent’anni per arruolarsi nella Resistenza, della quale poi è diventato uno degli storici più impegnati e accreditati e per vivere, poi definitivamente, a Correggio.
Renzo Giannoccolo eredita dai genitori partigiani una grande sensibilità civile e condivide con loro l’impegno e il lavoro nelle istituzioni in difesa dei lavoratori e della democrazia, ma sviluppa, sin da giovanissimo, una tendenza all’introspezione e alla riflessione, determinata anche dalla perdita, nella prima adolescenza, di un amico coetaneo, strappato alla vita da una fulminante malattia.
Una tragica esperienza esistenziale che risveglia gradualmente in Renzo, ancora quattordicenne, la voglia di dire, di urlare, di esprimere la propria rabbia con le parole che sgorgano direttamente dall’anima ferita e si fanno, naturalmente, poesia, linguaggio ritmato dal dolore e dallo stupore della morte. Le prime poesie risalgono a quell’esperienza tragica e vengono subito ‘ricoverate’ in un cassetto, quasi a voler rimuovere, con un gesto di nascondimento, la scoperta della sofferenza e il mistero dell’umanità, sospesa tra la vita e la morte.
Da quel momento ci saranno sempre per Renzo nuove poesie che lo accompagneranno per tutta la vita e che saranno tutte puntualmente riposte nel fatidico cassetto per oltre cinquant’anni, fino a quando, pensionato, Renzo decide di tirarle fuori per pubblicarle con questo volume, dopo un lavoro lungo e sofferto di selezione.
Autobiografia poetica, storia di un libro scritto “da sempre”, che si fa punto di arrivo e di confronto, narrazione e stratificazione dell’anima, sospensione e propagazione di pensieri di vita. Renzo sa di non voler “stare in acque calme per tutta la vita” e intende “ribellarsi all’indifferenza cieca e soffocante che non ti lascia alibi”, come recita una sua poesia. Perciò guida la sua esistenza andando “di rima in prosa”, un esercizio di equilibrio e mai di rassegnazione.
Quelli che chiama “cattivi pensieri” e che costituiscono una sezione del libro sono riflessioni filosofiche sulla precarietà dell’esistenza umana, sull’effimera e agognata felicità. Ironico e a tratti sarcastico, ma sempre ‘leggero’ nel taglio dei passaggi riflessivi e dei concetti, Renzo Giannoccolo si rivela poeta autentico, possessore di parole che dicono il mondo, soggetto che ‘si specchia’ per doppiarsi e parlarsi, secondo la migliore ricerca esistenziale del Novecento.
La serata sarà, per gli amici di tò Kalòn, un’occasione per proseguire il discorso, appena iniziato, sulla spiritualità come esercizio di crescita individuale e di conoscenza.
Ma ci sarà qualcosa di più venerdì sera a tò Kalòn: la sorpresa di una poesia che si incontra magicamente con il disegno che vuole raccontarla.
Saranno infatti visibili in schermo, durante la lettura delle poesie, i disegni appositamente eseguiti per il testo di Giannoccolo, dall’artista grafico Emanuele Pantaleoni, in arte “Agu”, in un intreccio inusuale di parole e immagini che si rincorrono nell’attimo e introducono chi ascolta nel suono percepibile e palpabile della visione poetica.
Un esperimento comunicativo tra due artisti che coinvolgerà i presenti in una sorta di gioco creativo di riconoscimento reciproco. Tempo ‘proustianamente’ ritrovato, attraverso il ritmo di una parola che si fa immagine per rivelarsi, infine, come autentica vocazione poetica.
Un incontro unico per conoscere da vicino un amico idealmente ritrovato a questa terra che ne conserva le radici familiari, generose e profonde.
Un incontro che la presenza (e la sapienza poetica) di Maurizio Nocera, ospite d’eccezione, renderà più prezioso in termini di consapevolezza critica e di approfondimento. (A.S.)