E’ un vero piacere il passeggiare per la Lecce antica e ritrovarsi turista
Di Giorgio Mantovano
Non so come spiegare. Ma è un vero piacere il passeggiare per la Lecce antica e ritrovarsi turista un po’ spaesato tra corti, chiese, palazzi, chiostri, vicoli e vie sbilenche.
Ho vissuto in più di una città per ragioni di studio e lavoro. Ma non mi sono mai sentito tale pur girovagando, spesso, per vie e musei. Non mi è accaduto a Milano, a Roma o altrove. Succede, invece, a Lecce, nella mia città. Questa sensazione si è manifestata negli ultimi anni.
Mi sono spesso chiesto il perché, senza riuscire a darmi risposte persuasive. Forse, mi viene da pensare, perché è semplicemente mutato lo sguardo. Ho iniziato lentamente, come nel più classico degli innamoramenti, a invaghirmi dei luoghi e dei personaggi di una storia ricca di fascino e passione che parte da lontano, da ben prima dei tempi di Tancredi che fu Conte di Lecce nel XII secolo, per giungere, passando dal travaglio patriottico del Risorgimento salentino, agli anni di più recente memoria.
Sollecitato da una schiera di eletti, composta da storici, poeti, letterati, filosofi e da varia umanità incontrata nel cammino, ho iniziato ad amare questa terra che non è soltanto “lu Sule, lu mare e lu ientu“, ma molto di più.
Il divenirne turista, forse, è stata una banale conseguenza.