L’Italia nel Mediterraneo e nell’Europa di Raffaele Spada
’Italia è un Paese che data la sua posizione è un ponte naturale tra due realtà, quella europea e quella mediterranea. Nel Mediterraneo si giocano partite sull’energia e sulla sicurezza, l’Unione Europea invece gioca la partita su cosa vuole essere e cosa vuole diventare. In tutto ciò l’Italia è al centro tra il Mediterraneo e l’Europa e in virtù di questa posizione geostrategica particolare le si propongono grandi sfide. Essere ponte significa collegare, unire, avvicinare due entità che presentano sia opportunità nazionali per l’Italia, sia per l’intera regione. Ciò che serve è una strategia di lungo periodo.
L’Italia e il Mediterraneo
Che l’Italia sia al centro del mar Mediterraneo è un fatto scontato. Ma non è così scontato la storia dell’Italia con il suo rapporto col mare. La proiezione di un Paese che vuole emergere ovviamente deve passare dal controllo dei suoi mari e dalla sua proiezione esterna verso il suo vicinato. Nel mondo antico Roma fu una potenza continentale sì, ma anche marittima. Questa sue caratteristica le hanno consentito una grande estensione e conseguentemente, hanno reso la penisola, un crocevia di attività politica, economica e culturale. Tanto che il poeta latino Marco Anneo Lucano usò l’espressione “caput mundi” riferendosi alla città di Roma.
Poi dopo nel Medioevo l’Italia era la terra delle Repubbliche marinare dove tutte le rotte commerciali tra l’Europa e l’Oriente passavano per la penisola, dove le città marinare avevano delle proprie monete accettate in tutto il bacino del Mediterraneo, delle proprie flotte, sia commerciali che da guerra e dei propri corpi diplomatici presenti nelle maggiori città e porti del Mediterraneo e non solo.
Con il Rinascimento l’espandersi del commercio spinge in molte città, in particolare quelle europee, a creare delle fiere, dove si vedevano per la prima volta i banchi dei cambiavalute che effettuano le operazioni di cambio, che poi successivamente da lì nascono le prime banche moderne. Questo movimento economico, dovuto ai traffici commerciali e dalla nostra presenza nei mari, ha fatto fiorire Comuni, i quali poi hanno favorito la nascita delle prime scuole e le Università.
Ciò a testimonianza del fatto che l’Italia storicamente è forte quando si proietta nel Mediterraneo e nel mare in generale. Questo elemento deve essere messo al centro nella sua storia, nella sua narrazione nazionale, riprendere il tema anche nella letteratura e nella sua storiografia.
L’Italia e l’Europea
Dal 1861 il Bel Paese è stato unificato dal Regno di Sardegna che era uno stato regionale caratterizzato per non avere una particolare abilità marittima. Tant’è vero che la spedizione dei mille è stata coadiuvata dalla flotta britannica. La classe dirigente piemontese imponendosi su tutta la penisola ha ovviamente orientato le vie di sviluppo del Paese ad una politica più continentale verso i Paesi del centro nord Europa.
Questo ha determinato una sorta di favoritismo per le regioni settentrionali della penisola, che giovandosi della loro vicinanza al centro del continente, hanno potuto beneficiare di una crescita economica e sociale. Mentre al Mezzogiorno d’Italia ed alla sua vocazione marittima è stata messa da parte, e questa politica è stata ripresa nel secondo dopoguerra anche nell’età repubblicana, sviluppando un atteggiamento di distacco dal Mediterraneo.
L’Italia oggi
La guerra in Ucraina ha avuto come conseguenza principale la necessità di svincolarci dalla dipendenza energetica da un unico fornitore e dalla ridefinizione del ruolo dell’Europa nel nuovo mondo post pandemia. Roma sottraendosi dalle dipendenze energetiche russe ha dovuto guardare altrove per soddisfare la sua richiesta energetica. Ovviamente il suo sguardo è stato volto all’Africa ed ai Paesi del Golfo. Nel Mediterraneo transitano cavi che trasportano il gas da una sponda all’altra, rendendo il controllo del mare ancora più vitale.
Il sabotaggio del gasdotto Nord-stream ha sottolineato come ora sia difficile creare di nuovo legami tra l’Europa, intesa come continente, e l’Asia. L’opportunità che si mostrerebbe davanti all’Italia sia chiama appunto Mediterraneo ed i Paesi nord africani.
Non a caso il governo Draghi ha messo su un piano strategico per l’Italia, chiamato “Piano Mattei” che vede una forte proiezione italiana nel Mediterraneo ed in Africa con i Paesi produttori di idrocarburi con un metodo non predatorio ma incentrato sul dialogo e sul rispetto reciproco. Dopo quello che è successo l’anno scorso in Africa dove Paesi storicamente sotto l’influenza francese hanno deciso di rompere col passato e avere altri riferimenti internazionali, l’Italia può giocare un ruolo chiave per vocazione culturale e per posizione geografica.
Ad oggi l’Italia ha le carte in regole per poter fare la sua parte da protagonista, ma dovrebbe rivedere la sua politica interna, in particolare il divario che c’è tra Nord e Sud. All’interno della classe dirigente italiana, sembrerebbe che permangono, purtroppo ancora, diverse visioni sul Paese. Il Nord che è più vicino al “cuore” dell’Europa cerca sempre di prevalere politicamente ed economicamente su tutto il Paese. Un esempio è certamente la riforma dell’autonomia differenziata.
L’Italia se vuole davvero proiettarsi nel mare ed avere un ruolo centrale, questo lo dovrebbe fare puntando sul Sud, ai suoi porti ed ai suoi collegamenti rapidi con la sponda sud del Mediterraneo e con il Medio Oriente. Il Piano Mattei dovrebbe essere quell’elemento di unificazione che darebbe nuovo slancio all’intero Paese e fare in modo che l’Italia possa veramente essere un ponte tra l’Europa ed il Mediterraneo allargato. Un crocevia tra due realtà che potrebbe essere la leva per affrontare le sfide del futuro, quali sono quella energetica, migratoria, ambientale, economica e sociale.
Pubblicato anche su: IARI – ISTITUTO ANALISI RELAZIONI INTERNAZIONALI