La Trascendenza Temporale. Ma dove va il Tempo? Cos’è in definitiva la Trascendenza Temporale (Capitolo 5°/25)
di Pompeo Maritati
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La Trascendenza Temporale è un concetto filosofico che si riferisce alla capacità dell’essere umano di trascendere il tempo, ovvero di andare oltre i limiti imposti dalla temporalità e dalla storia. Si tratta di una dimensione spirituale che ci permette di entrare in contatto con il senso ultimo della vita e con la realtà assoluta.
La Trascendenza Temporale ha avuto diverse interpretazioni nel corso della storia della filosofia. Già i filosofi presocratici, come Parmenide e Eraclito, si interrogavano sul rapporto tra l’essere e il divenire, tra l’eterno e il mutabile, tra l’uno e il molteplice. Per Parmenide, il tempo era solo un’illusione dei sensi, mentre la vera realtà era immutabile e atemporale. Per Eraclito, invece, il tempo era il principio di ogni cambiamento e la realtà era in costante flusso.
Nella filosofia greca classica, Platone e Aristotele approfondirono il tema della Trascendenza Temporale in relazione alla metafisica e all’etica. Per Platone, il tempo era l’immagine mobile dell’eternità, e l’uomo poteva trascenderlo attraverso la conoscenza delle idee, che erano le forme perfette e immutabili delle cose sensibili. Per Aristotele, il tempo era la misura del movimento, e l’uomo poteva trascenderlo attraverso la virtù, che era l’attività razionale conforme alla natura.
Nella filosofia medievale, Agostino e Tommaso d’Aquino affrontarono il problema della Trascendenza Temporale in relazione alla teologia e alla fede. Per Agostino, il tempo era una creazione di Dio e l’uomo poteva trascenderlo attraverso la grazia, che era il dono gratuito di Dio che elevava l’uomo al di sopra della sua natura peccatrice. Per Tommaso d’Aquino, il tempo era una proprietà degli esseri contingenti, e l’uomo poteva trascenderlo attraverso la carità, che era la virtù teologale che univa l’uomo a Dio.
Nella filosofia moderna, Cartesio e Kant analizzarono il concetto di Trascendenza Temporale in relazione alla gnoseologia e alla critica. Per Cartesio, il tempo era una modalità del pensiero, e l’uomo poteva trascenderlo attraverso la ragione, che aveva la facoltà di conoscere le verità innate ed evidenti. Per Kant, il tempo era una forma a priori dell’intuizione sensibile, e l’uomo poteva trascenderlo attraverso il giudizio.
Nella filosofia contemporanea, Heidegger e Bergson esplorarono il significato della Trascendenza Temporale in relazione all’esistenzialismo e all’intuizionismo. Per Heidegger, il tempo era la struttura fondamentale dell’essere nel mondo, e l’uomo poteva trascenderlo attraverso l’autenticità, che era il modo di essere consapevole della propria finitezza e responsabilità. Per Bergson, il tempo era la durata della vita, e l’uomo poteva trascenderlo attraverso l’intuizione, che rappresenta il metodo di cogliere la realtà nella sua continuità e novità.
Nelle pagine seguente, suddivisi per capitoli, cercherò di analizzarne i vari concetti interpretativi e caratterizzanti la Trascendenza Temporale.
Il Capitolo 6° sarà online il prossimo 5 di marzo.
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