Presentazione del libro “Nella tana del riccio” di Sandra Guddo, Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo”
A cura di Avv. Tommasa Siragusa Direttrice Biblioteca Regionale Universitaria “G.Longo”
Dopo la presentazione palermitana, a San Mattia dei Crociferi e presso la sede ANSE ENEL nel 2023, il 24 gennaio è stato presentato in prima assoluta, nella nostra Città, presso il nostro Istituto, il Romanzo di formazione di Sandra Guddo, edito nel 2023 a cura dell’Autrice stessa.
Amore, morte e altro ancora, nel testo, con la Morte che affianca la Vita, entrando in connessione con essa.
L’evento, organizzato su proposta dell’Associazione Nazionale del Fante di Messina, in persona del Presidente, Prof. Domenico Venuti, dopo i miei Saluti Istituzionali ha incipit con questa mia Introduzione nella qualità di Direttrice della Biblioteca “G. Longo”, e si avvale del contributo di valore della Prof.ssa Paola Radici Colace, già Ordinario di Filologia Classica presso l’Università degli Studi di Messina, con apporto in video per concomitanti impegni pregressi. La manifestazione è moderata dalla Prof.ssa Sabrina Patania, Presidente di Bcsicilia, sez. di Messina. E’ presente l’Autrice.
Sul finire del rituale incontro, nel solco della possibilità di interazione degli intervenuti, si darà anche spazio al Dott. Carmelo Eduardo Maimone, Vice Presidente ANF Messina, per un ulteriore supporto teso alla valorizzazione dell’Opera letteraria, a mezzo domande alla Scrittrice, per sollecitare una migliore comprensibilità delle tematiche sviscerate. E sentiremo anche la Prof.ssa Gabriella Bertuccini, Docente di Storia e Filosofia presso l’Istituto Ainis, che parimenti, anche per la sua formazione filosofica, potrà illuminarci su aspetti reconditi del testo.
Il Romanzo, arricchito dalla prefazione del Prof. Ing. Enzo Siviero, Rettore dell’Università E-Campus Venezia, è reso altresì prezioso dalla bella copertina che riproduce un dipinto dell’Artista Daniela Gargano, cover rigorosa e sobria, indicativa del contenuto, che dà ausilio al lettore per immergersi appieno nella narrazione. Le intense pagine del thriller di Sandra Guddo trasporteranno gli astanti – e poi i lettori – sul “limitar di Dite”, nel paranormale, che qui affianca il cosidetto “normale”, sullo sfondo della bella e sofferta Palermo, fra le sonorità di suadente pervasività di un pianoforte, in un intreccio sapientemente congegnato. Tre figure femminili ben concepite nella finzione letteraria, tratteggiate con verosimigliante padronanza, dalla personalità complessa, due contemporanee e una vissuta nel periodo della Bella Époque che – si può supporre – celino storie di donne reali. L’Autrice, infatti, nell’approcciarsi all’affascinante tematica, per Lei del tutto nuova, dopo aver a lungo studiato il fenomeno e raccolto testimonianze, ha attinto alla realtà per cucire addosso alle protagoniste lineamenti psicologici e accadimenti autenticamente vissuti, talchè la Sua Opera potrebbe agevolmente inserirsi nella tipologia del romanzo storico.
E abbiamo conosciuto Nilla, giovane insegnante di musica, che ha molto a cuore la filosofia e che dalla incessante ricerca di autenticità esistenziale sarà condotta, in uno all’impulso di riunificazione delle proprie due anime, per far venir fuori dalla tana il riccio che in lei si cela, a inseguire la verità, facendo luce sugli accadimenti che rendono assai gravosa la vita della amata studentessa, Caterina dai fulgidi capelli rossi.
E ancora, Rita con dei trascorsi dolorosi, che troverà proprio in Nilla ausilio per far cessare le tremende vicessitudini della propria compagine familiare. Infine, a chiudere la triade, Maria Luisa aristocratica ed austera, vissuta nel corso della Bella Époque, la cui esistenza è stata contrassegnata da terribili lutti, che hanno innescato vendette inenarrabili, da tragedia greca e che di sua mano infine ha posto termine alla propria vita, ma che anche nell’Aldilà non trova pace, volendo ristabilire per sé un impossibile risarcimento.
La stesura del testo ha richiesto parecchio tempo, date le oggettive difficoltà nel padroneggiare una materia difficile e oscura, ma affascinante al contempo.
Lo stile del Romanzo è molto fluido, come ricercato il linguaggio: dopo la prima parte, ove le vicende delle tre protagoniste scorrono parallelamente, nella seconda parte, seguendo un “fil rouge” ben orchestrato, le loro esistenze risulteranno assolutamente collegate in un intrigante intreccio, che solo sul finale sarà svelato. Altri personaggi contribuiscono alla completezza dell’Opera, e fra essi la bella figura del Preside Rodolfo, malmaritato, che ci ha fatto riconciliare con il genere maschile, diversamente dall’oscuro personaggio di Alex, legato a Nilla, e alle altre figure maschili, sbiadite, in quanto non incisive, o del tutto negative.
La musica è la quarta protagonista dell’Opera e, con le suadenti e pervasive melodie, contrassegna gli avvenimenti oggetto di narrazione: in ragione di ciò si è ritenuto opportuno, su conforme impulso dell’Autrice, far sentire, quale magico sottofondo, le note del Concerto n.21 per pianoforte di Mozart, richiamato nel testo.
Dalla penna di Sandra Guddo ha preso forma un’esposizione armoniosa e ricca di suspence, con capacità di calamitare il lettore fin nel profondo della storia, sul filo della trama ben intessuta, che riesce ad operare una perfetta fusione, con amalgama, delle vite descritte. Tutto ciò ci ha riportato all’enigma esistenziale, persistente rovello, al quale l’uomo non può dare certa risposta, id est, cosa avverrà dopo l’esistenza terrena. La Vita e la Morte, un binomio imprescindibile, due Pulsioni e Verità assolute che si intersecano e ci interrogano in una danza di paure e speranze, di illusioni e professioni di fede. E ancora, trattasi di due dimensioni che scorrono assolutamente su binari paralleli, che non si incontrano, o esistono forme di connessione?
Evidenzio peraltro l’intensa capacità percettiva di Sandra Guddo che si riverbera nel personaggio di Nilla, a mio parere, Suo alter ego.
Lascio aperti alcuni interrogativi. Quali le chiavi di lettura del romanzo? Saga generazionale? Excursus temporale nei secoli che assume le forme del romanzo storico? Il percorso filosofico della Scrittrice è evidente in ogni caso, come la circostanza che la Sua lettura dei personaggi sia mediata attraverso la terza persona utilizzata dall’Autrice stessa.
L’Opera “Nella tana del riccio” è stata selezionata tra le numerose inviate dagli autori indipendenti per la partecipazione al Salone Internazionale del Libro di Torino 2024 e verrà esposta nel settore “Self Publisher”. Un’intervista alla Guddo sul romanzo “de quo” è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista “Screpmagazine”.