IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Ricordando Suor Teresa di Calcutta

Suor-Teresa

Suor-Teresa

di Pompeo Maritati

Suor Teresa di Calcutta, nata Anjezë Gonxhe Bojaxhiu il 26 agosto 1910, è stata una delle figure più imponenti e ammirate del XX secolo. Il suo impegno e la sua dedizione verso i più poveri tra i poveri, l’hanno resa un’icona di abnegazione e amore verso il prossimo. Nonostante la sua modestia personale, come dimostrato dalla sua auto-descrizione come “uno scricciolo”, il suo impatto sul mondo è stato gigantesco.

Fondata la “Missionarie della Carità” nel 1950 a Calcutta, in India, Suor Teresa ha iniziato la sua missione di assistenza ai malati, agli orfani e agli emarginati. Il suo lavoro si è rapidamente diffuso in tutto il mondo, toccando le vite di innumerevoli individui indigenti. Il suo approccio pratico al cristianesimo ha cercato di colmare l’abisso tra le parole proferite dai cristiani e il loro modo di vivere il verbo cristiano.

Il termine “Missionarie della Carità” rifletteva l’essenza stessa della missione di Suor Teresa: fornire amore e cura attraverso azioni concrete. La sua visione non si limitava a una retorica religiosa; piuttosto, ha incarnato l’idealismo cristiano attraverso il suo servizio diretto alle persone bisognose. Mentre molte persone pronunciavano parole sulla carità e sulla compassione, Suor Teresa le traduceva in azioni tangibili.

L’ampiezza del suo impegno è testimoniata dalla vastità delle tappe della sua vita e della sua missione. Durante gli anni ’50 e ’60, la sua opera ha continuato a crescere in India, con la creazione di case per i malati terminali, gli orfani e i senzatetto. Negli anni successivi, ha esteso la sua missione a livello internazionale, con la fondazione di case in tutto il mondo, compresi paesi dell’Africa, dell’America Latina e dell’Europa.

Le sue azioni hanno spesso suscitato ammirazione, ma anche controversie. Alcuni critici hanno sottolineato la mancanza di una dimensione politica o la sua posizione su temi come la contraccezione e l’aborto. Tuttavia, la sua costante attenzione alle necessità concrete delle persone più vulnerabili ha superato molte critiche.

Il suo incontro con Papa Giovanni Paolo II, Papa Woytila, ha suscitato in me riflessioni profonde sulla incoerenza tra le parole dei leader religiosi e i loro comportamenti. Un deprimente contrasto di chi ha anteposto l’interesse economico, in forma esclusivamente egoistica, in contraddizione al verbo cristiano che, invece, avrebbe dovuto far prevalere. Il fanatismo religioso, di cui anche i cattolici non ne sono scevri, e il servilismo di una curia quasi interamente da lui nominata, gli riconosce gli onori dell’altare, facendolo santo, ovviamente con la doverosa esse minuscola.

La canonizzazione di Suor Teresa avvenuta nel 2016 sottolinea il riconoscimento ufficiale della sua santità da parte della Chiesa cattolica. La sua eredità persiste attraverso le Missionarie della Carità, che continuano il loro lavoro nel mondo, mantenendo viva la fiamma dell’amore disinteressato e dell’abnegazione verso i più bisognosi.

In conclusione, Suor Teresa di Calcutta è stata davvero una gigantesca figura del XX secolo, un’icona di carità e amore pratico. La sua vita è stata una testimonianza vivente del vero verbo cristiano, un richiamo a trasformare le parole in azioni concrete a beneficio di coloro che sono più vulnerabili nella società.

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