Cosa può capitare una sera
di Anna Maria Nuzzo
Quella sera mi affrettai ad entrare in chiesa prima degli altri. Ero con un gruppo di persone e volevo avere un momento tutto mio.
Le chiese vuote mi fanno sentire bene, nulla si muove, tutto è pace e quiete ed hanno una bellezza misteriosa.
La mia attenzione fu subito catturata da una signora, che sedeva in un angolo del banco. Fissava il crocifisso appeso in alto al centro dell’altare. Rimasi in silenzio ad osservarla, non volevo disturbare il suo momento di preghiera.
Pregava a mani giunte, il suo atteggiamento di concentrazione spirituale mi trasmetteva pace. In quel momento il mio pensiero andò a mia nonna quando mi diceva: “prega a mani giunte rivolte verso l’alto affinché le tue preghiere arrivino in paradiso, se invece vanno in basso andranno all’inferno, se invece sono di lato si disperderanno.”
Lei dopo un po’ percepì la mia presenza e si voltò. Ci guardammo senza dire niente, ebbi la profonda consapevolezza di qualcosa. Non ci si può fermare davanti alla luce, senza essere illuminati. Nel mondo vi è tanto amore e c’è sempre qualcuno che ha bisogno più degli altri.
Sentivo il vociare del gruppo che man mano arrivava. Cercai faticosamente di rientrare nella situazione che precedeva il silenzio. Mi sentii aggredita dal chiasso: la suoneria di un cellulare che non era stato spento, altri che continuavano il discorso intrapreso per strada, senza minimamente avere contegno per il luogo che calpestavano.
Distratta da tutto questo non vidi più la signora. D’istinto andai a sedermi al posto che lei prima aveva occupato in quell’angolo più buio della chiesa. Sentii che avevo messo il piede su un pezzo di carta e mi chinai per raccoglierlo.
Era una di quelle figurine di santini con una preghiera di Santa Teresa, diceva che dopo la sua morte sarebbe tornata sulla terra inondandola con una pioggia di rose.