IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Il Monastero di Santa Teresa di Gallipoli

portone d'ingresso del Monastero di Santa Teresa a Gallipoli

portone d'ingresso del Monastero di Santa Teresa a Gallipoli. Foto da https://www.gallipolinelsalento.it/

di Luigi Solidoro

Tempio di preghiera costante e luogo di rinuncia dove si vive dimentichi di sé e lontani dai clamori del mondo circostante, il Monastero di Santa Teresa (o Monastero delle Carmelitane scalze) di Gallipoli è ormai l’unico rimasto dei numerosi conventi che per secoli hanno animato la vita religiosa della città bella.

Nei secoli passati infatti, nel piccolo borgo antico gallipolino, vi erano ben altri cinque conventi: quello dei Padri Riformati di San Francesco (eretto dal 1217 al 1220), quello dei Domenicani (costruito nel 1517 sulle rovine dell’antico Monastero dei Basiliani), quello dei Cappuccini (costruito nel 1583), quello dei Paolotti (del 1621), entrambi maschili, e il Monastero di Santa Chiara, l’unico femminile (costruito nel 1578).

Con “occhi a terra e cuore in cielo”, da più di tre secoli le Carmelitane presenti a Gallipoli accompagnano il trascorrere del tempo con il loro silenzioso ma incessante dialogo con il Signore; con le loro “povere scarpe per stare leggere e correre per servire […] perché chi serve è il più grande avanti a Gesù, e non il servito”, sono ancora oggi il cuore pulsante di quella religiosità cittadina che in questi anni risente fortemente di quel generale allontanamento dal Divino per aggrapparsi sempre più al terreno dai valori effimeri e dai piaceri fugaci e frivoli.

Costruito per volontà e a spese di Mons. Perez de La Lastra (1631-1700), ultimo vescovo di origine spagnola della ex Diocesi di Gallipoli (oggi Diocesi di Nardò-Gallipoli) nel periodo del cosiddetto “viceregno di Napoli”, il Monastero delle Carmelitane venne eretto in soli tre anni, dal 1687 al 1690, un tempo brevissimo se si considera la sua dimensione. È infatti composto su due livelli: sul piano superiore sono presenti ben ventuno celle più il “romitaggio” per gli esercizi spirituali, mentre in quello inferiore si trovano l’oratorio, la sagrestia, il refettorio, la cucina, la cantina, le stanze per il deposito, il chiostro, il giardino e altre due stanze adibite a infermeria.

Ma, stando alla testimonianza del contemporaneo Leonardo Antonio Micetti, la sua costruzione ha del miracoloso. Le sue Memorie storiche della città di Gallipoli del 1697, il cui manoscritto è conservato nella Biblioteca Provinciale di Lecce, a distanza di più di tre secoli ci lasciano ancora sbalorditi e privi di spiegazioni se non vengono lette con gli occhi della fede.

Scrive infatti il Micetti che durante l’erezione dell’edificio avvennero degli avvenimenti che destarono una grande meraviglia in tutti i presenti.
Innanzitutto, per fabbricare l’intero immobile si impiegò l’acqua di un solo pozzo, quando solitamente per costruire una casa di piccole dimensioni era necessario impiegare l’acqua contenuta in almeno quattro pozzi.
Non solo: non ci fu neanche bisogno di andare alla ricerca di pietre poiché bastarono quelle poche ricavate dalla demolizione delle costruzioni preesistenti sul terreno ove si andava ad edificare il monastero.
E infine, il Micetti ci racconta la miracolosa guarigione di un maestro muratore impiegato nei lavori che, colpito da un enorme sasso, non riportò nessuna ferita e nessun danno grazie all’invocazione di Santa Teresa.

Se poi a queste vicende aggiungiamo il miracolo avvenuto nel gennaio del 1910, quello cioè del ritrovamento delle banconote che evitò l’ineluttabile chiusura del monastero e che portò anche alla santificazione della giovane Suor Teresina di Lisieux, allora possiamo giungere tranquillamente alla conclusione che questo luogo mistico, da sempre avvolto da un alone di mistero e dedito alla contemplazione, sia un angolo di Paradiso posto in terra.

Interno della Chiesa di Santa Teresa a Gallipoli
Interno della Chiesa di Santa Teresa a Gallipoli
esecuzione della pastorale cantata all'interno della Chiesa di S. Teresa, ottobre 2022
Artisti gallipolini che eseguono l’antica nenia pastorale natalizia all’interno della Chiesa di S. Teresa, ottobre 2022
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