IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Mediterraneo Mare Nostrum

Il Mediterraneo

Il Mediterraneo

di Sandra Vita Guddo

Proprio al centro del Mediterraneo, come se fosse l’ombelico del Mare Nostrum, affiora la Sicilia. Equidistante, quasi in maniera matematica, dall’Asia Minore, dall’Africa, dallo stretto di Gibilterra ove, un tempo, il mito volle che Ercole ponesse le sue colonne per delimitare il mondo fino ad allora conosciuto.

Un brandello d’Europa di chiara vocazione cosmopolita in quanto, da sempre, si pone come interlocutore accogliente e capace nei confronti di chi mostra amore verso di lei. Mercanti e navigatori, avventurieri e sognatori che solcavano le acque del Mediterraneo, spinti dal desiderio di conoscere nuove terre e che inevitabilmente si imbattevano nella più bella tra tutte, sono approdate sulle sue coste.

Ben 1.639 chilometri di costa, ora bassa e sabbiosa, ora alta e frastagliata, ricca di porti, baie, insenature, anfratti e litoranei, la racchiudono quasi a proteggere uno scrigno colmo di ricchezza e di bellezza, di storia e di miti, di arte e cultura, di paesaggi superbi e di architetture ardite, di cibo e prelibatezze, di uomini e di dei!

Tutto questo dentro una sola isola?

La Sicilia, da un punto di vista rigorosamente geografico, pur essendo una sola isola con i suoi incantevoli arcipelaghi, tuttavia, contiene in sé tante altre isole per l’incredibile varietà geologica e morfologica, per la sua ampia biodiversità vegetale, faunistica e antropologica.

A tutto ciò aggiungerei l’enorme patrimonio linguistico che fa del siciliano una lingua particolarissima dove si intrecciano parole ed espressioni dietro cui si nasconde la sua storia millenaria. Parole derivanti dal sanscrito, dal greco, dal latino, dall’arabo, dal francese, dal catalano contribuendo così in modo determinante alla nascita del volgare italico.

Ed è comprensibile, pertanto, che il poeta e scrittore Gesualdo Bufalino sia stato indotto ad affermare che non c’è una sola Sicilia ma cento Sicilie:

” Vi è la Sicilia verde del carrubo, quella bianca delle saline, quella gialla dello zolfo, quella bionda del miele, quella purpurea della lava a cui aggiungo, quella nera del petrolio.

Oppure, molto prima di Bufalino, l’artista Johann Wolfgang von Goethe così scrive nei suoi “Ricordi di viaggio” (1787)” È in Sicilia che si trova la chiave di tutto (…) La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra … chi l’ha visitata una sola volta li possederà per tutta la vita”.

Sono tentata di precisare che un viaggio che si snoda in terra di Sicilia regalerà al suo visitatore frammenti di paesaggi di maestosa bellezza dove a prevalere sono i contrasti di forme e colori che appartengono a una terra avara e generosa, aspra e languida, vigile e sonnecchiante, dove pare che tutto sia mutevole ma capace di mantenere la sua profonda identità che nessun piede straniero è riuscito a scalfire: la sicilitudine! Termine che contiene, a mio avviso, il perfetto ossimoro per definire il vero Siciliano: orgoglioso verso le proprie radici e al contempo tollerante verso gli Altri diversi da sé!

In Sicilia si viaggia avvolti da emozioni che sanno di vecchio e sanno di gioventù, in un mare di nostalgia per il glorioso passato e ricco di speranza per un futuro ancora incerto a cui si guarda con animo trepidante.

Ed è a questa Sicilia, fatta di speranze che oggi si vuole guardare, ai giovani che si rifiutano di lasciare l’isola per spostarsi altrove in cerca di opportunità di lavoro che sono state negate dalla loro terra madre.

 A questi giovani, pieni di talento e di coraggio, occorre dire che bisogna ripartire con convinzione per restituire a tutto il meridione d’Italia quella dignità che le è stata rubata, quelle opportunità negate, quell’orgoglio di essere terroni che è stato troppo ripetutamente offeso e denigrato!

Io ci spero!

E non sono la sola. So che ci sono tante menti intelligenti che, come etimologicamente dichiara la stessa parola, sanno leggere dentro la realtà per interpretarla in modo innovativo.

E che cosa vedono, se non un meridione lanciato verso il futuro?

Tutto il Sud che si riappropria del proprio ruolo egemonico al centro del Mediterraneo che le compete per la sua stessa posizione geopolitica e che, invece, una politica ottusa ha ignorato limitandosi a una programmazione a breve termine concentrata soltanto allo sviluppo del Nord.

Ma questa è un’altra storia!

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