IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

A che ora è la fine del mondo?

A che ora la fine del mondo

A che ora la fine del mondo

di Gianvito Pipitone

Non sembra essere un buon momento per noi abitanti del pianeta terra. Un mondo dove, paradosso dei paradossi, uno smartphone è ormai a portata di tutti, ma dove si continua a morire incredibilmente di fame. Leggi Africa, centro e sud America, o tutte le aree depresse del primo mondo dove il terzo mondo è davvero dietro l’angolo.

Flagellata da imponderabili minacce come la recente pandemia, fustigata da decine di guerre endemiche (non ultima quella divampata qualche giorno fa in Sudan), sconvolta da allarmanti cambiamenti climatici, tallonata da un’inarrestabile deriva Tecnologica Artificiale, la specie umana si prepara mestamente ad affrontare i prossimi decenni, portando sul groppone una pletora di incognite che metteranno a serio rischio la vita come finora l’abbiamo conosciuta sulla terra.

E non tanto per l’imminente minaccia di una drammatica estinzione dell’uomo. Non solo per lo meno. Secondo le stime dell’Onu, la popolazione mondiale, oggi pari a 8 miliardi di anime, dovrebbe aumentare toccando il suo culmine solo attorno al 2100, quando cioè si stima raggiungerà il picco degli 11 miliardi, per poi cominciare a decrescere. A meno di future incontrollabili pandemie, o di imponderabili asteroidi giganti in rotta di collisione con la terra (e qui ciascuno è libero di sbizzarrirsi a piacimento con i più personali dei gesti apotropaici), l’uomo sembra dunque destinato a sopravvivere.

Ancora per qualche centinaio di anni, almeno. Se ne facciano una ragione i suoi detrattori. Certo, si dirà, ma a quale prezzo? Alto, anzi altissimo, non c’ è dubbio.   Senza voler sembrare troppo catastrofisti, nei prossimi decenni,  a parte contro i mali endemici alla “razza umana”, l’uomo sarà impegnato a far fronte all’inarrestabile tendenza alla sovrappopolazione.  Diretta conseguenza di ciò sarà un sempre più limitato accesso alle risorse del pianeta: acqua, cibo, aria, spazi abitativi. Tutto sarà limitato e verosimilmente contingentato.  La costante tendenza alla desertificazione delle zone equatoriali e subequatoriali del pianeta, poi, spingerà sempre di più la popolazione a rifugiarsi nelle zone più miti e fresche, laddove gli eccessi del caldo o, in misura minore, del freddo, non consentiranno più il normale sviluppo dell’esistenza.

Ai problemi di sovraffollamento, con tutto quello che ne consegue (corsa selvaggia all’ approvvigionamento delle risorse, livelli d’ inquinamento insostenibili, gravissimi problemi di smaltimento dei rifiuti etc.), si associeranno nuove problematiche figlie dei tempi moderni: il rapporto dell’uomo con l’Intelligenza Artificiale, ad esempio, che non tardera’ prima o poi a presentare il conto sia dal punto di vista etico e morale, che da quello strettamente collegato all’occupazione o, per meglio dire, alla disoccupazione.  

Sembra una vita fa quando Kubrick con il suo Odissea 2001 nello Spazio (1968) ci colse (quasi) impreparati, invitandoci a riflettere sulle conseguenze che avrebbe potuto scatenare un Computer, Hal 9000, nel caso si fosse sostituito alle decisioni dell’essere umano. Per decenni ci siamo chiesti cosa sarebbe potuto succedere se l’uomo nella sua corsa verso l’ignoto non avesse disattivato per tempo l’Intelligenza Artificiale. Ed eccoci arrivati adesso a quel crocevia. Catapultati dentro ad uno scenario ormai reale, in cui l’uomo, tramite la nuova tecnologia Chatbot, si serve di robot capaci di sviluppare una propria intelligenza, sostituendosi in parte o in tutto al suo lavoro.  

I rischi ? Tanti: la privacy e la sicurezza dei dati, la discriminazione, la perdita di posti di lavoro, l’impatto ambientale, l’automazione della guerra e la possibilità che l’IA possa superare l’intelligenza umana sono tutti rischi che dobbiamo considerare. Lungi dal demonizzare il progresso, non si sta tentando qui di mettere in dubbio i vantaggi dell’Intelligenza Artificiale e l’ampia varietà dei suoi campi di applicazione, come la medicina, la robotica, la ricerca scientifica e la giurisprudenza, discipline in cui è stata già applicata con successo. Tuttavia, i rischi ci sono e sono fin troppo evidenti. Non a caso, qualche settimana fa è stata diffusa una lettera da parte di un’organizzazione no profit, sottoscritta da un migliaio di scienziati di fama mondiale, con un preciso invito ai governi ad evitare il tanto temuto scenario Terminator che l’Intelligenza Artificiale potrebbe causare, limitandone pertanto il campo di utilizzo.

 D’altra parte la Storia ce lo insegna e, dal momento che  l’uomo sembra fatto apposta per non smentirsi mai, è sempre meglio prepararsi al peggio. Almeno che … non si opti per un veloce processo di estinzione.  E allora, tutto fa brodo. 

Gianvito Pipitone


Rivista online Il Pensiero Mediterraneo - Redazioni all'estero: Atene - Parigi - America Latina. Redazioni in Italia: Ancona - BAT - Catania - Cuneo - Firenze - Genova - Lecce - Marsala - Milano - Palermo - Roma - Trieste. Copyright © All rights reserved. | Newsphere by AF themes.