Quattro chiacchiere con Colette, autrice di ”Dove pericolo non corre”, disponibile sulle piattaforme digitali e in radio da oggi.
Un viaggio chiamato Vita, fatto di persone, emozioni e note.
Una vita che con i suoi alti e i suoi bassi conduce alle essenze dei nostri Io, intrecciandosi a volte, con quelle degli altri.
Potrebbe essere questa una possibile chiave di lettura di Dove pericolo non corre, il nuovo brano di Colette, disponibile sulle piattaforme digitali e in radio da oggi.
Ma come nasce questa canzone? E soprattutto: chi è Colette? Scopriamolo insieme!
L’intervista
A. B. : Cosa significa cantare per te?
C. : Per me cantare è un gesto catartico, mi permette di elaborare le sofferenze, ma allo stesso tempo di amplificare le gioie. A questo proposito, vorrei condividere una frase di uno dei miei film preferiti ovvero “Billy Elliot”, film del 2000. Billy è un ragazzino con la passione per la danza, spesso incompreso e guardato con pregiudizio a causa dei suoi interessi. Alla fine del film gli viene chiesto, “cos’è per te danzare?” e lui risponde: “è come se sparissi, tutto il corpo cambia, ed è come se dentro avessi un fuoco, come se volassi, sono un uccello, sono elettricità”. Per quanto questa risposta venga data in merito alla danza, ritrovo queste sensazioni nel canto: un senso di estraniamento dal proprio essere e di profonda libertà.
A. B. : Quanto è difficile secondo te, al giorno d’oggi, emergere per un giovane cantante?
C. : Penso che per un giovane cantante sia estremamente difficile emergere e il motivo è legato al fatto che siamo davvero in tanti a fare musica, per cui c’è molta competizione. Allo stesso tempo, siamo fortunati a vivere in un periodo storico in cui c’è così tanta condivisione e produzione di arte, dove possiamo ispirarci l’un l’altro. Ogni modo, è importante non perdere mai la speranza e continuare per la propria strada. Emergere non è, per me, la parte davvero importante. Fare musica è già di per sé un grande onore e un traguardo da festeggiare ogni giorno, oltre che una personale forma di espressione a cui non si deve rinunciare mai.
A. B. : Quali sono le tue aspettative per il futuro e soprattutto qual è il tuo sogno nel cassetto?
C. : Ho dei progetti ben chiari sul mio futuro: sto già lavorando al mio secondo singolo che uscirà a maggio e ho intenzione di perseguire questa strada e produrre lentamente il mio primo EP. Il mio sogno nel cassetto è quello di suonare in giro per l’Italia, esibendomi nei club di musica indipendente più importanti come fanno già da tempo le mie due muse ispiratrici nel mondo Indie Mariantonietta Bambi e Mesa.
A. B. : Il tuo ultimo brano Dove pericolo non corre potremmo definirlo come una finestra, dalla quale possiamo scorgere immagini e suoni che ci accompagnano per mano a scoprire il tuo personalissimo mondo. Da quale mattone è partito per creare quello che hai creato?
C. : Questa canzone è stata scritta nel 2019. Volevo fortemente scrivere qualcosa di diverso rispetto a ciò che avevo fatto in passato: una canzone che fosse allegra e cantabile, il cui ritornello entrasse in testa, ma che allo stesso tempo potesse avere un messaggio forte da condividere col pubblico. Desideravo, per la prima volta, scrivere una canzone che parlasse dei miei ideali e delle battaglie per cui lotto. Ho immaginato così un dialogo con una persona omofoba, razzista e xenofoba in cui gli suggerisco “di andare via, guardare un po’ al di là, scrutar la verità”, ovvero di conoscere le persone che giudica così da poter empatizzare con loro. Una canzone, tuttavia, ha sempre più livelli interpretativi. La prima volta che ho eseguito questa canzone dal vivo a Lecce, durante una serata, stavo vivendo uno dei momenti più oscuri della mia vita. Una mia amica mi si è avvicinata e mi ha rivolto le parole della mia stesse canzoni. In quel momento ho capito che questa canzone poteva evolversi e parlare ad ognuno di noi: essere un invito ad uscire dalla propria zona di comfort e a capire che le cose che ci fanno più paura o che ci buttano giù esistono solo nel limitatissimo spazio della nostra testa. Da questa consapevolezza la canzone è cambiata: il testo è stato modificato e anche il sound e le scelte stilistiche. Inoltre, grazie a questa canzone ho deciso di cambiare nome d’arte e di diventare Colette, omaggiando una scrittrice francese vissuta tra fine ‘800 e inizio ‘900. Colette è il modello, l’esempio di una donna che non rimane ferma nello spazio della sua testa, che sfida i pregiudizi della sua società (esemplare è il suo bacio saffico con Mathilde de Morny sul palco del Moulin Rouge) e che supera gli ostacoli con coraggio.
Biografia
”Sono nata e cresciuta come un piccolo hobbit, immersa nelle campagne pugliesi, in particolare tra gli ulivi magnificenti di Monopoli. Immaginatemi tra la natura a leggere qualche libro e a suonare la chitarra in compagnia del mio cane, forse così riuscirete a visualizzare il contesto rurale in cui scrivo le mie canzoni. Ricerco una scrittura introspettiva, di analisi dei demoni che accomunano un po’ tutti. Combatto l’apatia quotidianamente e con la mia musica invito me stessa, ma soprattutto voi a sfidare la paura, a vivere la vita, a collezionare esperienze.”
Lory Coletti, giovane cantautrice pugliese, in arte Colette, si ispira proprio a questa figura dalla quale cerca di ereditare l’ estrema sensibilità e l’incredibile forza d’animo. Il suo percorso inizia nel 2018 quando pubblica su Youtube la canzone Ragazza Monumento, un brano acustico che racconta l’immobilità emozionale di una donna bellissima che, tuttavia, è rinchiusa in un’ atarassia rassicurante e allo stesso tempo spaventosa. Dopo anni in cui ha accumulato una notevole esperienza grazie alle numerosi esibizioni dal vivo nei più disparati contesti, sente l’esigenza di tornare a scrivere; così ritorna con nuove canzoni, proponendo al pubblico un cantautorato introspettivo che dipinge le sensazioni di vita quotidiana, dalle più gioiose alle più dolorose: la continua battaglia con sé stessi, la ricerca dei propri
demoni, gli amori perduti.