Libro Poema Rupe di Angela Passarello edizioni Newpress
di Serena Rossi
La Poeta siciliana Passarello ci regala un libro da leggere e rileggere con estrema attenzione e interesse.
E’ una silloge divisa in tre sezioni dove mito e storia, fantasia e memoria si mescolano e ci restituiscono un vero gioiello di poesia contemporanea. Il raffinato uso dell’analessi porta in rilievo la figura della Rupe dove appaiono personaggi mitologici come topolini, altri animali di fantasia, Pinocchio, piante magiche. Ù
Qui su questo palco si muove tutta la storia della vita vera e sognata insieme, ricordi di eclissi di luna o di birre Heineken bevute, Il pescivendolo che lavora, le buone pasticcerie, il rosario, la chioccia in-camminata, l’asina bigia. Ritroviamo tutta una serie di animali immaginifici che ci ammaliano come nei suoi splendidi quadri perché Angela Passarello è anche una artista di noto talento e alla fondazione Mudima a Milano espose qualche anno fa grandi tele ad olio raffiguranti un mondo immaginifico fatto di animali marini e di terra meravigliosi e ammalianti.
Nelle sue poesie con decisione e dolcezza emerge la sua infanzia alla rupe di Agrigento con i piccoli amici siciliani, le abitudini di un tempo, la vita di campagna, le abitudini della vita all’aria aperta con i cani, le galline, le oche e la Rupe, amica e Maestra. La fantasia della Passarello ci accarezza dolcemente con la sua lingua, che spesso si contorce in lemmi anche in dialetto siciliano. La potenza di questo mondo epico che emerge potrebbe essere paragonata alla grande arte intellettuale di Pasolini, tutti e due gli autori rimandano a mito ed epica, intelletto e magia.
Anche Cesare Pavese si rifa al Mito in poesia. Lavorare stanca, unica raccolta poetica pubblicata in vita da Cesare Pavese, esce nel 1936. Le storie e i personaggi di Lavorare stanca, pure se riconducibili a precisi luoghi e vicende (le Langhe, terra d’origine di Pavese; Torino; il confino a Brancaleone Calabro), sono caratterizzati da una tensione che li porta al di fuori del tempo storico, a diventare storie e personaggi originari a cui ricondurre ogni storia e ogni personaggio successivi. Il primo centro e motore di questo meccanismo poetico è l’infanzia/adolescenza, il momento decisivo in cui si costruisce la mitologia personale dell’uomo a partire dalla scoperta del mondo. “Il mito è insomma una norma, lo schema di un fatto avvenuto una volta per tutte, e trae il suo valore da questa unicità assoluta che lo solleva fuori dal tempo e lo consacra rivelazione”, scrive Pavese nel 1943.
Angela Passarello, nata ad Agrigento, vive a Milano. È stata redattrice della rivista “Il Monte Analogo”. Ha collaborato con “La Mosca” di Milano. Ha pubblicato la raccolta di racconti Asina Pazza (Greco E Greco, Milano 1997), una raccolta di poesie La carne dell’Angelo (ed. Joker, Novi Ligure 2002), le prose poetiche Ananta delle voci bianche (Quaderni di Correnti, Crema 2008). È presente nelle antologie: Versi Diversi (edizioni Melusine, Milano 1998), Poeti per Milano (Viennepierre, Milano 1998), Rane e L’Uomo, Il Pesce e L’Elefante per I Quaderni di Correnti (Crema 2007). Scolpisce e dipinge Forme Viatiche.